Un italiano su 3 capisce solo testi brevi. Male anche matematica e problem solving: fra gli ultimi in Europa
Sotto la media in literacy, numeracy ed anche problem solving: tramonta lo stereotipo che l'italiano, in momenti di crisi, una soluzione la trova
L’ultima indagine Piaac dell’Ocse sulle competenze degli adulti, che negli anni 2022-23 ha coinvolto 31 Paesi, fotografa il quadro globale misto di alfabetizzazione, capacità di calcolo e capacità di risoluzione adattiva dei problemi. Si salvano in pochi, anzi pochissimi: l'Italia ne esce con le ossa rotte.
Finlandia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia eccellono in tutte queste aree, con percentuali significative della popolazione adulta che dimostrano abilità avanzate. Tuttavia, in media nei paesi OCSE, il 18% degli adulti non possiede nemmeno i livelli più elementari di competenza in nessuno dei settori. E sì, noi siamo fra i fanalini di coda. Sotto la media in literacy, numeracy ed anche problem solving: tramonta anche lo stereotipo che l'italiano, in momenti di crisi, una soluzione la trova.
Classifica OCSE: italiani fra i peggiori in letteratura, matematica e comprensione
Un totale di 31 paesi ed economie ha partecipato all'indagine 2023 sulle competenze degli adulti, promossa dal Programma OCSE per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (PIAAC). Questo studio offre una panoramica dettagliata delle capacità di alfabetizzazione, calcolo e risoluzione adattiva dei problemi, abilita fondamentali per il progresso personale, economico e sociale.
La partecipazione italiana: un confronto nel tempo
L'Italia ha preso parte per la seconda volta a questa indagine nel 2022-23, dopo una prima partecipazione nel 2011-2012. Attraverso il confronto dei risultati, il Paese ha l'opportunità di monitorare il livello delle competenze della popolazione adulta, identificare ostacoli e sviluppare strategie politiche efficaci per superare le sfide.
Secondo i dati, gli adulti italiani di età compresa tra 16 e 65 anni hanno ottenuto mediamente 245 punti in alfabetizzazione, 244 in matematica e 231 nella risoluzione adattiva dei problemi. Tutti questi risultati si collocano al di sotto delle medie OCSE.
Competenze alfabetiche e matematiche: i dettagli
In Italia, il 35% degli adulti raggiunge un punteggio pari o inferiore al livello 1 in alfabetizzazione, contro una media OCSE del 26%. Questo indica che molti adulti riescono a comprendere solo testi brevi e semplici. All'opposto, solo il 5% degli italiani ottiene punteggi alti (livello 4 o 5), rispetto a una media OCSE del 12%.
Per quanto riguarda la risoluzione adattiva dei problemi, il 46% degli adulti italiani si trova ai livelli più bassi (pari o inferiori al livello 1), ben al di sopra della media OCSE del 29%. Questi adulti possono risolvere solo problemi semplici con poche variabili, mentre appena l'1% raggiunge livelli avanzati (livello 4), contro il 5% della media OCSE.
Differenze generazionali e il ruolo dell'istruzione
L'indagine evidenzia significative differenze generazionali. Gli adulti italiani tra 55 e 65 anni ottengono in media 22 punti in meno in alfabetizzazione rispetto ai giovani di 25-34 anni, un divario inferiore rispetto alla media OCSE di 30 punti. Questo riflette sia gli effetti dell'invecchiamento sia le variazioni nella qualità dell'istruzione ricevuta tra le generazioni.
I giovani adulti italiani (16-24 anni) riportano risultati inferiori alle medie OCSE in alfabetizzazione (263 punti), matematica (259 punti) e risoluzione dei problemi (245 punti), suggerendo la necessità di miglioramenti nei sistemi educativi.
Cambiamenti nel tempo e perdita di competenze
Il confronto tra generazioni offre ulteriori spunti: i giovani nati tra il 1989 e il 1996 hanno perso 6 punti in alfabetizzazione tra il 2011-2012 e il 2022-2023. Per le generazioni più anziane, la perdita è stata più marcata, con un calo di 18 punti nello stesso periodo. Questo fenomeno indica una perdita di competenze legata all'età, più accentuata dopo i 35 anni.
Sovraqualificazione e disallineamento delle competenze
Circa il 15% dei lavoratori italiani risulta sovraqualificato, un dato inferiore alla media OCSE del 23%. D'altro canto, il 18% è sottoqualificato, quasi il doppio rispetto alla media OCSE del 9%. Inoltre, il 40% dei lavoratori italiani svolge un lavoro che non corrisponde al proprio campo di studio. Le principali lacune riguardano competenze gestionali e organizzative (30%) e competenze linguistiche (29%).
A differenza di altri Paesi, in Italia i lavoratori sovraqualificati non subiscono penalizzazioni economiche significative: i loro salari sono comparabili a quelli di colleghi con qualifiche adeguate, contrariamente alla media OCSE dove il divario è del 12%.
Uno sguardo internazionale
Negli ultimi dieci anni, solo Danimarca e Finlandia hanno registrato miglioramenti significativi nei punteggi medi di alfabetizzazione, mentre gli altri Paesi hanno visto risultati stabili o in calo. In ambito matematico, otto paesi hanno migliorato le loro performance, con Finlandia e Singapore in testa. Tuttavia, la maggior parte dei Paesi ha riscontrato un calo delle competenze tra le fasce di popolazione meno istruite, ampliando il divario rispetto a coloro con livelli di istruzione più elevati.
I risultati dell'indagine sottolineano l'importanza di investire nell'apprendimento permanente e in sistemi di istruzione più flessibili, in grado di rispondere alle esigenze in evoluzione del mercato del lavoro.