Ue approva l'AI Act: prima legge al mondo sull'Intelligenza Artificiale
Obiettivo non facile quello di regolamentare l'AI, combattere la discriminazione digitale e limitare l’utilizzo di deepfake
Approvato l’AI Act: il primo regolamento al mondo dedicato all’intelligenza artificiale. Approvato con 499 voti a favore, 28 contrari e 98 astensioni, il testo contiene le nuove regole europee che disciplinano l’attività dei software di IA, obbligando gli operatori al rispetto dei diritti e dei valori fondamentali dell’Ue.
"Stiamo facendo la storia!” ha twittato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Sono orgogliosa che il Parlamento europeo abbia appena approvato la prima legge al mondo sull'intelligenza artificiale. Una legislazione equilibrata e incentrata sull'uomo che definirà lo standard globale per gli anni a venire. L'Europa continuerà a guidare l'innovazione”
Ecco i punti principali e come si compone il testo.
AI Act approvato dal Parlamento Europeo
Obiettivo non facile quello di regolamentare l'AI, combattere la discriminazione digitale e limitare l’utilizzo di deepfake (tecnica basata su machine learning che permette di manipolare immagini al computer, spesso impiegata nella creazione di fake news, come il celebre finto arresto di Trump). Il Parlamento Ue ha posto il veto per gli usi intrusivi e discriminatori dell’intelligenza artificiale: tra questi, i sistemi di identificazione biometrica remota "in tempo reale" e "a posteriori" negli spazi pubblici e i software di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (il genere, l’etnia, la religione e l’orientamento politico)
Le norme
Le norme, come anticipato, spaziano in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale. L’AI Act definisce tutti gli obblighi e i divieti per i fornitori e gli operatori del settore. Proibisce i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, ad esempio le applicazioni di credito sociale, utilizzate per la classificazione del comportamento dei cittadini
Niente da fare nemmeno per i sistemi di polizia predittiva, ai quali - invece - il governo Meloni guardava con interesse - fondati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati, e i programmi di riconoscimento delle emozioni sfruttati dalle forze dell’ordine nei luoghi di lavoro, negli istituti d’istruzione e alle frontiere. È vietata anche l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o dai video delle telecamere a circuito chiuso: tecnologia che viene impiegata con l’obiettivo di creare database di riconoscimento facciale, ma che in realtà viola i diritti umani e il diritto alla privacy
Nella lista ad alto rischio compaiono anche i programmi adoperati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni, insieme ai sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme social che vantano oltre 45mila utenti.
Requisiti di trasparenza
Il regolamento specifica che i sistemi di IA generativa, ad esempio ChatGPT, devono rispettare i requisiti di trasparenza: per farlo, sono tenuti a pubblicare una dichiarazione con scritto “i contenuti sono stati generati dall'IA”. Questo permetterà di distinguere le immagini deepfake da quelle reali, contrastando anche la produzione e diffusione di contenuti illegali.
Incentivi per le imprese
L'Ue, tramite questo testo, incentiva anche l’innovazione e le piccole e medie imprese, stabilendo una serie di esenzioni per le attività di ricerca e promuovendo gli spazi di sperimentazione dedicati all’IA.