Ucraina: attesi in Italia 800.000 profughi. Cosa succede per Green pass, tamponi e vaccini
Ne sono già arrivati oltre 11.000, ma sono destinati ad aumentare in maniera esponenziale. Non sarà richiesto loro il certificato rafforzato.
Sono già più di 11.000 i profughi giunti in Italia dall'inizio del conflitto. Lo certificano i dati del Viminale aggiornati a sabato 5 marzo 2022. Giunti per la maggior parte in auto, sono entrati dal confine sloveno e si sono diretti nelle grandi città, dove hanno raggiunto i parenti che già vivono nel nostro Paese (gli ucraini in Italia sono circa 250.000). Ma il flusso è destinato ad aumentare e bisogna essere pronti a numeri ben più imponenti (solo la Lombardia, ad esempio, ha pronto un piano per 100.000 rifugiati).
Profughi dall'Ucraina: cosa succede con vaccini, tamponi e Green pass
Una delle preoccupazioni principali è legata al Covid. Già, perché anche se se ne parla di meno - tra il calo dei contagi e lo scoppiare della guerra che ha monopolizzato le cronache - il virus c'è ancora. E l'Ucraina è uno dei Paesi con il tasso di vaccinazione più basso, che arriva a circa il 35% della popolazione.
Fino al 31 marzo, data in cui cesserà lo stato di emergenza Covid, i profughi dovranno esibire un certificato di negatività al tampone per spostarsi in Italia. Le Asl sono state intanto allertate perché predispongano risorse per garantire tamponi e vaccini ai rifugiati.
All'arrivo anche i profughi saranno sottoposti a tampone e in caso di positività dovranno stare in isolamento (sarà necessario trovare strutture ad hoc). Per chi non è vaccinato ci sarà la possibilità di sottoporsi all'inoculazione, che rimarrà su base volontaria.
Niente Super Green pass
Non è previsto, però, come aveva anticipato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, il Super Green pass:
"Lo status di rifugiato non prevede l’obbligo del super Green pass. E' chiaro che noi offriremo la vaccinazione, ma quello che serve alle persone che giungono da noi è un abbraccio".
Non dovrebbero essere però previste eccezioni particolari. In sostanza, varranno le stesse regole che valgono per gli italiani, anche se si ragiona sulla possibilità di accedere ai mezzi pubblici mediante solo tampone.
Il piano del Viminale
Intanto il Viminale è al lavoro soprattutto per il reperimento delle strutture necessarie all'accoglienza. In campo anche le Regioni, che hanno una maggiore conoscenza del proprio territorio e che hanno già messo a disposizione in alcuni casi i Covid-hotel, oramai svuotati.
Al momento sono stati individuati 13.000 posti, di cui 5.000 nei centri di accoglienza straordinaria e 8.000 nella rete Sai di accoglienza diffusa sul territorio. Ma si stima che gli ucraini in arrivo sul nostro territorio possano raggiungere le 800.000 unità.
Serve poi un piano anche sulla scuola, per garantire ai piccoli che giungeranno in Italia il diritto all'istruzione. Nei prossimi giorni sono previsti incontri e riunioni per organizzarsi. Perché farsi trovare impreparati rappresenterebbe un problema enorme.