Troppo intelligenti e dunque... bocciati: il Tar ribalta in due casi il giudizio della scuola
Due casi molto simili a Lodi e Vicenza: "Ma non è vero che in classe si annoiano, hanno bisogno di percorsi specializzati e stimolanti"
Un 12enne rimandato alle medie e un ragazzino bocciato tre volte di fila in terza media perché... troppo intelligenti. Se non siamo di fronte a un paradosso, davvero poco ci manca. Due casi decisamente simili avvenuti proprio in questi giorni tra il Veneto e la Lombardia. (in copertina il baby Einstein del noto spot dell'Eurospin)
Bocciato tre volte in terza media, promosso dal Tar
Come racconta Prima Lodi, il caso più recente (e per certi versi clamoroso) è quello di un ragazzino di 15 anni è stato bocciato tre volte in una scuola media del Lodigiano. Non siamo di fronte a uno studente con molte difficoltà, anzi.
Per il 15enne, che avrebbe dovuto affrontare la terza media, la scuola sembrava una trappola senza uscita. Le motivazioni ufficiali della bocciatura? Un comportamento in classe considerato adeguato, ma accompagnato da una scarsa responsabilità nella gestione del materiale scolastico e da una frequenza discontinua.
Il ricorso
Ma non parliamo di un ragazzo senza voglia o capacità. Tanto che i genitori hanno fatto ricorso al Tar chiedendo di rivedere il giudizio della scuola.
E' stata dunque commissionata una valutazione psicologica del ragazzino a un'esperta del settore che lo ha incontrato in alcune sedute. Secondo la relazione della psicologa che ha esaminato il ragazzo, il giovane presenta un’intelligenza spiccata, tale da permettergli di comprendere le contraddizioni del mondo adulto che lo circonda.
Tuttavia, questa intelligenza non trova sufficiente spazio di espressione né nel contesto scolastico né in quello familiare. La psicologa ha sottolineato come il ragazzo si senta avvilito e stanco di una realtà scolastica che percepisce come inadeguata alle sue esigenze. Si sente più grande e maturo rispetto ai suoi compagni e questo ha influito negativamente sulla sua motivazione.
Per i giudici andava promosso
Il quadro tracciato dall'esperta è chiaro. Non si tratta di un genio incompreso, ma certamente di un giovane dotato che merita più di quanto la scuola gli abbia finora offerto. Secondo la psicologa, il ragazzo è pronto per affrontare il percorso della terza media, ma ha bisogno di un supporto terapeutico continuativo per esprimere al meglio il suo potenziale.
A differenza della scuola, che ha bocciato il 15enne per la sua discontinuità, i giudici del TAR hanno adottato una visione più ampia e comprensiva. Hanno infatti accolto il ricorso dei genitori sottolineando che la bocciatura non rappresentasse una soluzione adeguata ai bisogni del ragazzo.
Secondo il tribunale, il giovane andava promosso e inserito in un percorso di recupero su un periodo più esteso per dargli il tempo e le risorse necessarie per sviluppare le sue capacità. Una promozione, dunque, non basata solo sulla valutazione dei voti, ma su un approccio educativo più mirato e su strategie di accompagnamento individualizzato.
Il caso di Vicenza
Non è certo la prima volta che il Tar ribalta un verdetto, recentemente si è verificato un caso simile anche a Vicenza. Un 12enne bocciato è stato riammesso in classe grazie ai giudici perché il suo quoziente intellettivo è superiore alla norma e la scuola avrebbe dovuto adottare le strategie di insegnamento corrette per il suo caso.
Il 12enne frequenta una scuola media del Vicentino, e appartiene alla cosiddetta categoria dei gifted (da gift, ovvero dono in inglese), ossia dotati di un alto potenziale cognitivo. Date le elevate capacità, la normativa vigente prevede che le scuole adottino strategie di insegnamento inclusive e personalizzate per gli alunni con bisogni educativi speciali (Bes), tra cui rientrano anche i ragazzi gifted.
Tuttavia, l'istituto scolastico in questione non avrebbe avviato questo percorso, senza dare alcuna motivazione di tale scelta.
Purtroppo, però, a rimetterci è stato il ragazzino, il quale ha fatto registrare rendimento ben sotto la media, tanto che a fine anno è stato bocciato. Come appunto nel caso del giovane lodigiano.
Non è vero che si annoiano in classe
Si potrebbe pensare che i due casi siano accomunati dalla "noia" dello studente in classe. E invece non è così, come ha precisato al nostro portale locale Prima Vicenza Ermelinda Maulucci, avvocato della famiglia del giovane veneto.
"Il ragazzo non è stato bocciato perché si annoiava in classe. Questi ragazzi hanno un modo di pensare diverso, non sequenziale. Pertanto, si innescano una serie di meccanismi per cui necessitano un percorso specifico".
"E' normale che, durante le operazioni matematiche (per esempio), saltino dei passaggi o risolvano l'operazione 'a modo loro'. Ovviamente alcune cose paiono semplici, e quindi potrebbe subentrare in seguito della noia. Ma dire che è stato bocciato perché si annoiava in classe, è sbagliato".