Intervento storico a Torino

Il fegato di una ragazza morta a 16 anni salva la vita a una bambina di 11

La piccola ucraina fin dalla nascita era affetta da una rara malformazione delle vie biliari.

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Era già stata sottoposta a due interventi chirurgici nel suo Paese d'origine, ma le sue condizioni di salute non erano mai completamente migliorate. L'operazione eseguita all'ospedale Molinette di Torino, invece, gli ha ridato speranza: salvata una bimba ucraina di 11 anni, affetta da una rara malformazione delle vie biliari, con un trapianto di fegato impiantato sul rene. La donatrice è una ragazzina tragicamente scomparsa a soli 16 anni.

Trapianto di fegato impiantato sul rene: salvata bimba ucraina di 11 anni

Un'intervento chirurgico eseguito alla perfezione. Come raccontato da Prima Torino,una bimba ucraina di 11 anni è stata salvata con un trapianto di fegato impiantato su un rene, ossia che la vena porta dell'organo epatico donato è stata collegata alla vena renale sinistra della ricevente.

IL VIDEO:

Affetta da una rara malformazione delle vie biliari

Affetta fin dalla nascita da una rara malformazione delle vie biliari, la piccola paziente era già stata trattata chirurgicamente con due interventi purtroppo non risolutivi nel suo Paese di origine. Il primo (colecisto-duodeno-stomia) era stato effettuato in epoca neonatale per ristabilire il flusso della bile verso l'intestino, il secondo (diversione venosa spleno-renale) era stato eseguito all'età di 6 anni per controllare ripetuti episodi di sanguinamento nel tubo digerente.

Infatti il suo fegato era ormai evoluto in cirrosi epatica, complicata da ipertensione portale severa. Nell'ultimo anno la bambina era stata più volte ricoverata in Ucraina per infezioni ricorrenti nelle vie biliari, e lo scompenso funzionale epatico era ormai divenuto progressivo, necessitante di trapianto in tempi brevi.

La missione umanitaria

A seguito dello scoppio della guerra in territorio ucraino, la Regione Piemonte ha partecipato ad una missione medico umanitaria legata al meccanismo europeo di protezione civile, inviando in quel Paese nel mese di maggio scorso un gruppo di esperti: un medico ed un infermiere dell'Emergency Medical Team del dottor Mario Raviolo, un Oncologo pediatrico dottor Sebastian Asaftei del reparto di Oncoematologia dell'ospedale Infantile Regina Margherita diretto dalla professoressa Franca Fagioli ed il dottor Roberto Balagna (direttore dell'Anestesia e Rianimazione 2 dell'ospedale Molinette).

Lo scopo della missione umanitaria era, di concerto con il governo ucraino, individuare quei pazienti, soprattutto pediatrici, che potessero beneficiare di un trattamento specialistico curativo in Centri medici dell'Unione Europea. Una volta confermata la necessità clinica, gli esperti della Regione Piemonte avrebbero poi attivato le procedure amministrative con Bruxelles ed i governi interessati e trasferito, attraverso un ponte aereo, i pazienti.

E' nell'ambito di questa missione che la vicenda della bambina ha trovato una luce di speranza, allorché il suo caso è stato valutato dagli esperti della Regione Piemonte, con la consulenza a distanza del professor Renato Romagnoli (Direttore del Centro Trapianto Fegato dell'ospedale Molinette di Torino) e del dottor Pierluigi Calvo (Direttore della Gastroenterologia pediatrica dell'ospedale Regina Margherita).

Dall'Ucraina all'Italia

La paziente è stata quindi portata in Italia con un aereo della Guardia di Finanza, ricoverata in Gastroenterologia al Regina Margherita ed inserita in lista d'attesa per trapianto epatico nel giugno scorso. Questo in seguito anche all'attivazione del Centro Regionale Trapianti Piemonte-Valle d'Aosta (diretto dal professor Antonio Amoroso) ed al parere favorevole del Centro Nazionale Trapianti di Roma.

Il fegato compatibile

Dopo 2 mesi di attesa, la disponibilità di un fegato compatibile si è avverata grazie al consenso alla donazione degli organi espresso dalla famiglia di una ragazzina di 16 anni, deceduta nell'ospedale di Cesena. In particolare, il fegato della donatrice è stato diviso in due parti secondo la tecnica Split: la parte più piccola, la sinistra, è stata impiantata in un lattante all'ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, mentre la parte più grande, la destra, è stata trasportata a Torino.

L'intervento

Il trapianto dell'emi-fegato 'Split destro' è stato eseguito dal professor Romagnoli con la sua équipe ed è durato 12 ore, in ragione della sua elevata complessità tecnica. Infatti la vena porta della bambina ucraina si era del tutto atrofizzata a causa della malattia epatica e della pregressa derivazione venosa spleno-renale. A quel punto per poter garantire un sufficiente flusso di sangue al nuovo fegato durante il trapianto si è dovuto ricorrere alla tecnica detta di 'trasposizione reno-portale', che prevede un collegamento diretto tra la vena porta dell'organo donato e la vena renale sinistra della ricevente.

Durante l'intervento e nel postoperatorio la bambina è stata assistita dall'équipe di Anestesia e Rianimazione del dottor Roberto Balagna. Il complesso intervento è tecnicamente riuscito. Oggi la bambina è sveglia, grazie ad una buona ripresa funzionale del fegato trapiantato, ed ha già potuto riabbracciare i genitori nella Terapia Semintensiva del Centro Trapianto Fegato delle Molinette di Torino, in cui tuttora è degente.

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