Torna d'attualità il buco dell'ozono: ce l'eravamo scordato, ma nel frattempo è diventato più grande dell'Antartide
La scienza ha iniziato ad occuparsi seriamente del problema agli inizi degli anni '80, arrivando a stilare il Protocollo di Montreal per arginare l'emissione di sostanze dannose.
Uno dei dati peggiori degli ultimi anni per il buco dell'ozono che, nel 2021, ha raggiunto un'estensione superiore a quella dell'Antartide, pari a 23 milioni di metri quadrati. Impressionanti le immagini del satellite Sentinel 5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), che hanno catturato lo stato di espansione.
Il buco dell'ozono è più esteso dell'Antartide
I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono, che si è celebrata ieri, 16 settembre 2021.
"Seppur simile a quello del 2020, quest'anno il buco dell'ozono si è trasformato in uno dei più duraturi mai registrati", osserva Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service.
Per Antje Inness, del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio
"Il monitoraggio del buco dell'ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che le dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali. Tuttavia ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050".
Cos'è il buco dell'ozono?
Il buco nello strato di ozono si forma ogni anno durante la primavera australe, tra agosto e ottobre, e raggiunge il massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quest'anno, dopo una condizione iniziale in norma, è aumentato notevolmente parecchio nella scorsa settimana ed è ora più grande del 75% rispetto alle misure rilevate in questo stesso periodo dell'anno a partire dal 1979.
Con la fine della stagione primaverile dell'emisfero australe, quando le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire, l'impoverimento dell'ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e, infine, si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità entro dicembre.
Lo strato di ozono è uno schermo fondamentale per l'intercettazione di radiazioni letali per la vita sulla Terra. Lo strato di ozono assorbe quasi tutte le dannose radiazioni ultraviolette, in particolare quelle chiamate UV-B al 95% e totalmente le UV-C (ovvero quelle che recano maggiormente danno all'epidermide), ma lascia trapassare quasi totalmente i raggi UVA (UV-A). Quindi, se lo strato si riduce, aumenta la quantità di radiazioni che raggiunge la superficie terrestre. Queste radiazioni, in quantità minime non sono dannose, anzi sono utili: per esempio, sono importanti nella nostra formazione della vitamina D. A dosi maggiori, però, questi raggi ultravioletti hanno effetti deleteri su tutta la vita di microrganismi, animali, piante, addirittura le materie plastiche risentono dei loro effetti.
Le strategie messe in atto
La scienza ha iniziato ad occuparsi seriamente del problema agli inizi degli anni '80, arrivando a stilare un protocollo (il Protocollo di Montreal, firmato nel 1987) per arginare l'emissione di sostanze dannose per l'ozono. Dagli anni 2000 la situazione ha cominciato a migliorare, riducendo sempre di più le dimensioni del buco che si apre ciclicamente. I dati di ieri, invece, vanno decisamente in controtendenza.