Appena scopre di essere incinta, tolto lo stipendio alla calciatrice
Nel 2020 la società s'era comportata in maniera opposta: le aveva addirittura rinnovato il contratto al settimo mese di gravidanza, diventando così un simbolo virtuoso per tutte le calciatrici italiane e i loro diritti
E' diventato un caso nazionale, quello di Alice Pignagnoli, portiere della Lucchese Serie C di calcio, in Toscana. La calciatrice ha rivelato che, dopo aver comunicato di essere in attesa di un bambino per la seconda volta, il club si è rifiutato di pagarla.
La denuncia di Alice Pignagnoli
Come racconta Prima Reggio Emilia, una reazione inaspettata che ha stupito e deluso la calciatrice, dopo che nel 2020 la società s'era comportata in maniera diametralmente opposta: le aveva addirittura rinnovato il contratto al settimo mese di gravidanza, diventando così un simbolo virtuoso per tutte le calciatrici italiane e i loro diritti.
"A metà ottobre ho scoperto di essere incinta per la seconda volta, l'ho comunicato al manager della Lucchese, Mario Santoro, e mi sono sentita dire che gli impegni presi in estate vanno rispettati: non era più loro intenzione pagarmi ciò che mi spetta.
È la società che mi ha deluso. Fino a ieri mattina non mi erano nemmeno state pagate le prime tre mensilità di questa stagione. Poi è uscita la notizia, ed ecco arrivati i soldi".
Lo sfogo sui social
Lo sfogo è continuato sui social dove la Pignagnoli, in un post profondo in cui si rivolgeva al bimbo che ha in grembo per raccontare le sue paure e le sue delusioni:
"Sono stati mesi molto difficili. Allontanarmi dal campo è, per me, sempre un lutto a tutti gli effetti. Poi, contrariamente a quanto mi aspettassi, trovare una società ostile come la Lucchese, che mi ha ferito come donna, madre e atleta ha creato un solco profondo. Mi sono sentita sola, inutile, incapace, un giocattolo vecchio da gettare".
Il contratto
Il contratto con la Lucchese scadrà ufficialmente il 30 giugno e non è possibile attuare una rescissione poiché la norma che prevedeva la rottura del contratto per la gravidanza dell'atleta è stata, per fortuna, abolita.
La società ha il dovere di pagare la Pignagnoli fino al 31 gennaio, dunque, e da febbraio a giugno toccherà invece al fondo per la maternità della Federazione:
"A giugno partorirò e dal 1 luglio sarò svincolata chissà se ci sarà una società che avrà la forza di offrirmi un contratto".