Sui monti non c'è più nemmeno l'acqua per sparare la neve artificiale
La stagione sciistica (che già ha affrontato numerose problematiche) ora fa i conti pure con la crisi idrica
Che la stagione sciistica si stata piuttosto complicata è cosa risaputa, e molti potrebbero anche chiudere in anticipo. Non piove e non nevica, e ora stanno anche venendo meno le riserve d'acqua per sparare la neve artificiale. Un grosso problema per gli sciatori, un enorme guaio per chi gestisce gli impianti e per chi ci lavora.
Sui monti non c'è più nemmeno l'acqua per sparare la neve artificiale
La situazione è decisamente critica. Le temperature alte sono al limite per poter sciare, ciononostante gli appassionati anche nell'ultimo fine settimana hanno affollato le piste, dove però la neve è sempre meno. E' sempre più frequente vedere soltanto delle piccole strisce bianche accanto all'erba. Non proprio uno scenario tipicamente invernale, insomma...
Sì, perché anche i cannoni che buttano sulle piste la neve artificiale ora stanno sparando... a salve.
E' il caso, ad esempio, del Comprensorio sciistico del Monte Pora, in Val Seriana (Bergamo), dove - come raccontato dal Tg3 Lombardia - tempo addietro era stato realizzato un bacino idrico da 30.000 metri cubi d'acqua. Una soluzione che in linea teorica avrebbe dovuto garantire la produzione di neve artificiale in ogni situazione.
Cosa serve per innevare una pista da sci
Per innevare una pista da neve servono grandi quantità di acqua ed energia. Per innevare un ettaro di pista servono quasi 2.000 metri cubi di acqua. E non è da sottovalutare neppure l'impatto dell'energia elettrica: la produzione di neve artificiale usa tanta elettricità quanta ne consuma una città di 500.000 abitanti in un anno.
I costi sono - stando a quanto riportano alcune riviste di settore - attorno 3,5 - 5 euro al metro cubo di neve.
Ma poi è anche necessario che la neve si "conservi" e dunque servono temperature attorno ai 4 gradi sotto zero. E oggi mancano pure quelle...
Gli scenari attuali e futuri
Un problema che si aggiunge a quelli già affrontati in questa stagione, dove alcuni impianti per carenza di neve hanno aperto in ritardo (come è successo, ad esempio, a Madesimo) e altri hanno dovuto affrontare problemi per le temperature troppo elevate.
Se lo scenario oggi è grigio, quello per il futuro è nero. A oggi sull'intero arco alpino manca circa il 53% della neve rispetto agli anni scorsi. Se la situazione dovesse continuare così, è possibile che fra trent'anni per sciare sarà necessario salire a quote superiori ai 1.800 metri.