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Stranieri in Italia: la maggioranza è cristiana. Diminuiscono gli sbarchi, ma più morti in mare

Permessi di soggiorno, lavoro, scuola: tutti i numeri e la fotografia di un Paese che fa i conti con importanti flussi migratori

Stranieri in Italia: la maggioranza è cristiana. Diminuiscono gli sbarchi, ma più morti in mare
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Lunedì 17 febbraio 2025, in occasione del 30° Rapporto sulle migrazioni, Fondazione ISMU ETS ripercorre l’andamento dei flussi migratori e fotografa la situazione attuale in Italia. La maggior parte della popolazione straniera è costituita da cittadini non comunitari (circa il 70%). Un aspetto positivo del quadro migratorio è la riduzione degli irregolari, che dal 2019 sono diminuiti sensibilmente, passando da 458mila a 321mila nel 2024, una diminuzione del 30% rispetto all’anno precedente.

Migranti: quanti sono in Italia?

Al 1° gennaio 2024, l'Italia ospita circa sei milioni di persone con background migratorio, una cifra che si avvicina al 10% della popolazione totale. Il periodo di maggiore crescita si è verificato tra gli anni Duemila e il 2011, quando gli stranieri residenti in Italia sono aumentati di quasi 3 milioni, contribuendo in modo significativo all’incremento demografico. Tuttavia, negli anni successivi, l'apporto migratorio netto è stato più modesto, attestandosi su circa 700mila unità tra il 2012 e il 2022, un numero insufficiente a compensare il calo della popolazione italiana, dovuto principalmente al basso tasso di natalità.

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Migranti

Nel 2024 si stima che il numero degli stranieri presenti in Italia sia di 5 milioni e 755mila, con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. La maggior parte della popolazione straniera è costituita da cittadini non comunitari (circa il 70%). Un aspetto positivo del quadro migratorio è la riduzione degli irregolari, che dal 2019 sono diminuiti sensibilmente, passando da 458mila a 321mila nel 2024, una diminuzione del 30% rispetto all’anno precedente. Questo calo si riflette nel miglioramento delle condizioni di regolarità per molti migranti, un segnale che la politica migratoria sta dando risultati sul fronte della gestione dei flussi.

Cittadinanza e permessi di soggiorno

Un altro punto rilevante riguarda le acquisizioni di cittadinanza. Dal 2011 al 2023, circa 1,7 milioni di stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana, con un picco di 214mila nuovi cittadini nel 2023. La maggior parte delle acquisizioni proviene da Paesi come Albania e Marocco. Un quarto di queste cittadinanze è stato concesso in Lombardia, seguita da Emilia-Romagna e Veneto, regioni con una forte concentrazione di stranieri.

Nonostante la crescita dei permessi di soggiorno, si registra un calo significativo dei permessi di soggiorno per lavoro, che nel 2023 sono diminuiti del 42,2% rispetto all’anno precedente. La ragione di questa flessione è legata alla fine degli effetti derivanti dai permessi per emersione, che nel 2022 avevano coperto il 72,6% dei permessi di lavoro. Tuttavia, gli ingressi regolari per ricongiungimento familiare e per motivi di asilo sono aumentati, confermando che l’Italia continua ad essere una destinazione importante per chi cerca rifugio.

Nel contesto delle richieste di asilo, l’invasione della guerra in Ucraina ha portato ad un incremento significativo delle domande di protezione internazionale, arrivando a superare il 45% dei permessi di soggiorno concessi nel 2022. Le richieste d'asilo sono in aumento, con 130mila domande presentate nel 2023, di cui una percentuale crescente proviene da Paesi come Bangladesh, Cina, Sri Lanka, Marocco e India.

Immigrazione e sistema scolastico italiano

Un altro tema di grande interesse riguarda il sistema educativo italiano e il suo impegno nell'integrazione degli studenti stranieri. Negli ultimi trent’anni, il numero di alunni con background migratorio (CNI) ha visto una crescita significativa, con un picco che ha superato le 700mila unità nel 2012/13. Negli ultimi anni, la crescita è rallentata, ma comunque continua a segnare incrementi significativi, come il +42.500 studenti nel 2022/23, anche grazie all'integrazione dei profughi ucraini.

Il 44% degli alunni con background migratorio proviene dall’Europa, in particolare da Romania, Albania e Marocco. La Lombardia continua a rappresentare la regione con la maggiore concentrazione di studenti stranieri, con il 17% della popolazione scolastica. Le scuole italiane stanno affrontando un progressivo aumento di alunni con CNI, con il 73% delle scuole che ha almeno una presenza straniera. Nonostante ciò, circa il 15,5% delle scuole italiane è ancora priva di alunni con background migratorio, un dato che riflette le disuguaglianze territoriali nella distribuzione degli studenti migranti.

Multiculturalità a scuola

Un aspetto positivo del fenomeno è l’aumento della presenza degli alunni di seconda generazione. Questi studenti rappresentano ora la maggioranza tra gli alunni stranieri nelle scuole italiane, con una presenza crescente in tutti i livelli di istruzione. Tuttavia, persistono difficoltà legate al ritardo scolastico, con il 26,1% degli alunni stranieri che è in ritardo rispetto ai coetanei italiani, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado. A questi si aggiungono i minori stranieri non accompagnati (MSNA), che incontrano notevoli difficoltà di integrazione, con solo uno su cinque che accede al sistema scolastico italiano.

Lavoro e mercato del lavoro italiano

L’immigrazione ha avuto un impatto profondo sul mercato del lavoro italiano. Negli ultimi trent’anni, la popolazione con background migratorio è diventata una componente fondamentale del sistema produttivo italiano. Se negli anni Novanta gli stranieri occupati erano circa 160mila, nel 2023 il numero di lavoratori stranieri ha raggiunto i 2,3 milioni, rappresentando oltre il 10% dell'occupazione complessiva. Tuttavia, la pandemia ha avuto un impatto negativo su molti settori, con un calo nell'occupazione che si è parzialmente recuperato negli ultimi anni.

Il tasso di attività degli italiani è aumentato dal 61,9% al 66,4%, mentre per gli stranieri è passato dal 73,4% al 69,6%. Nonostante l'alto tasso di disoccupazione tra i migranti, il loro contributo è essenziale in settori come l’agricoltura, la costruzione e i servizi, dove coprono una quota rilevante dei posti di lavoro. La crescita della forza lavoro straniera è stata fondamentale anche per compensare la carenza di manodopera in molte aree, mentre, d’altra parte, l’emigrazione di molti giovani italiani ha accelerato la dipendenza dal lavoro migrante.

Il futuro delle migrazioni in Italia

Il rapporto sugli sbarchi e gli ingressi via terra mostra come il flusso di migranti verso l’Italia sia cambiato nel tempo. Nel 2023, si è registrata una diminuzione significativa degli sbarchi (circa il 57,9% in meno rispetto al 2023), in particolare provenienti dalla Tunisia, dalla Libia e dalla Turchia. Tuttavia, la diminuzione degli sbarchi non ha ridotto il numero delle morti nel Mediterraneo, con oltre 1.600 persone che hanno perso la vita nel 2024, tra cui 79 bambini.

In termini di religioni, si stima che la maggior parte degli immigrati in Italia sia di religione cristiana, ma la percentuale di musulmani è in crescita, rappresentando ora il 29,8% degli stranieri. Questo riflette una crescente diversità religiosa nel Paese, che ha portato a una maggiore integrazione e a nuove sfide culturali e sociali.

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