Annuncio del ministro Schillaci

Stangata contro il fumo, il Governo Meloni spinge sull'acceleratore. Ecco cosa cambierà

Il ministro della Salute Schillaci intende inasprire la legge Sirchia del 2003, in cui si vietava di fumare nei luoghi pubblici

Stangata contro il fumo, il Governo Meloni spinge sull'acceleratore. Ecco cosa cambierà
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"Intendo proporre l'aggiornamento e l'ampliamento della legge 3/2003 per estendere il divieto di fumo in altri luoghi all'aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina".

Picchia duro il neo ministro della Salute Orazio Schillaci che, in audizione in Commissione Affari sociali della Camera, annuncia come intende dare battaglia a uno dei più pericolosi vizi degli italiani.

Ministro Schillaci: le mosse antifumo

Schillaci punta ad un aggiornamento, stringendo ulteriormente le maglie, della legge Sirchia (2003), che vieta tutt'ora la possibilità di fumare nei locali pubblici.

Intervenuto in commissione Affari sociali alla Camera, il ministro ha infatti parlato dell'intenzione di applicare ulteriori limitazioni, riformando la legge. Secondo il titolare del ministero della Salute, infatti, il fumo di sigaretta dovrebbe diventare vietato anche nei luoghi all'aperto in caso di presenza di minori e donne in stato interessante.

Non solo: ha anche parlato di divieto di fumare le sigarette elettroniche all'interno dei locali. A proposito di questo il ministro però vive fuori dal mondo: negli ultimi anni non è mai capitato a chi scrive di vederne... certo, qualcuno ce ne sarà, ma finiamola di fare scena per niente.

La "Fatwa" poi comprende anche eliminare la possibilità di attrezzare delle sale fumatori nei locali chiusi (e sarà interessante vedere cosa succederà ad esempio negli aeroporti).

Divieto, infine, di pubblicizzare i nuovi prodotti contenenti nicotina.

Una generazione libera dal tabacco

Lo scopo del ministro è chiaro: si tratta di arrivare a una generazione quanto più libera dal consumo di tabacco. In questo modo, oltre a tutelare la salute pubblica e a combattere una dipendenza, si andrebbe ad aderire al Piano europeo anti-cancro del 2021, che prevede solo un 5% della popolazione che consuma tabacco entro il 2040.

A mettere sull'attenti il Governo Meloni un dato allarmante: l'aumento di fumatori riscontrato nel 2022. Come rammenta l'Istituto superiore di sanità, la sigaretta non va temuta solo per la sua capacità di provocare il cancro al polmone, ma anche per la sua stretta correlazione a malattie respiratorie e cardiovascolari.

I fumatori in Italia

Secondo i dati del “Rapporto sul fumo in Italia”, presentato in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco 2022 (World No Tobacco Day, 31 maggio), quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006. Dopo un lungo periodo di stagnazione si è assistito a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: l'incremento nella percentuale dei fumatori riguarda entrambi i sessi.

Rapporto Iss 2022

In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali.

Sono 12,4 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni (42,9), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (24,5%). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi.

Tra i fumatori di sesso maschile si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 13,4% delle donne) mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (36,0% rispetto al 31,4% degli uomini). Quasi la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (49,8%) fuma meno di 9 sigarette al giorno, sebbene il 45,5% di essi consumi tra le 10 e le 19 sigarette/die.

Si fumano in media 11,5 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero di sigarette si conferma in diminuzione, sebbene tale diminuzione consista di fatto nella riduzione di 2 sigarette in 10 anni (erano 13,6 sigarette/die nel 2011), con ancora il 20,4% di fumatori che consumano più di 20 sigarette al giorno.

Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne.

Smettere di fumare, la piattaforma dell’ISS e il Telefono Verde

Smettere di fumare è tanto complicato quanto importante per i tabagisti e a volte possono essere necessari più tentativi prima di riuscirci. Quindi: non perdersi d'animo.

La piattaforma statale “Smettodifumare” offre la mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti sul territorio nazionale, fornendo indicazioni pratiche per un facile accesso. La piattaforma ospita anche la nuova Guida digitale Smetto di Fumare, uno strumento da leggere, compilare e personalizzare che fornisce consigli e strategie utili per abbandonare la sigaretta e superare i momenti critici.

Dall’inizio della sua attività nel 2000 il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800 554088 ha preso in carico oltre 98.000 telefonate e nell’ultimo anno (1 maggio 2021- 30 aprile 2022) sono giunte al Servizio oltre 8.500 telefonate. Si chiama di più dal Nord (40% delle telefonate totali) poi dal Sud e dalle Isole (37%), ed infine dal Centro del Paese (23%). Chi telefona è quasi sempre un fumatore (92%) ma non mancano le chiamate di familiari e amici che chiedono aiuto per far smettere di fumare i propri cari (7%).

Ogni telefonata si caratterizza in un intervento professionale diversificato e personalizzato, dove l’aspetto dell’accoglienza, dell’informazione e del sostegno alla motivazione a smettere si configurano elementi salienti ed imprescindibili della relazione di aiuto tra l’esperto e l’utenza.

Centri Antifumo

L’ISS si occupa annualmente del censimento dei Centri Antifumo su tutto il territorio nazionale e l’aggiornamento concluso a maggio 2022 registra 223 Servizi. Continua pertanto il trend in diminuzione del numero dei Centri Antifumo attivi in Italia: erano infatti 268 nel 2021 e 292 nel 2019. La distribuzione dei Centri Antifumo non risulta omogenea sul territorio nazionale: il 61% dei servizi si colloca al Nord, il 17% al Centro e il 22% al Sud e nelle Isole. I Servizi offrono trattamenti integrati e per questo si avvalgono di differenti professionalità tra cui medici, infermieri professionali, psicologi.

Presso i Servizi si può accedere alle prestazioni con diverse modalità e forme di contribuzione: alcune prestazioni sono gratuite per l’utente, altre soggette al pagamento del ticket o di altre tipologie contributive (quota associativa, intramoenia).

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