Spararono alla prof in classe, per la Procura non c'è reato
L'incredibile esito della vicenda di Maria Cristina Finatti, che nel 2022 aveva fatto il giro d'Italia
La Procura per i minori di Venezia ha chiesto l'archiviazione del caso della professoressa "impallinata" a Rovigo: secondo i giudici non c'è stato reato.
Prof "impallinata" a Rovigo: la Procura archivia il caso
Ricorderete tutti la vicenda, che aveva fatto il giro d'Italia (così come il video che riprendeva la scena). La professoressa Maria Cristina Finatti, durante l’ora di lezione in una prima classe dell’Itis Viola di Rovigo, l’1 ottobre 2022 era stata colpita da alcuni alunni che, con una pistola ad aria compressa, le avevano riversato addosso dei pallini di gomma.
Non paghi, i ragazzini avevano anche filmato la scena per poi consegnarla al web.
La denuncia della prof
La docente, tramite i suoi avvocati Tosca Sambinello e Nicola Rubiero, aveva denunciato l’intera classe ovvero 24 alunni, tutti - a detta dell’insegnante - consapevoli e corresponsabili sia degli spari, che della successiva divulgazione di video che riprendevano la scena di violenza e denigrazione nei suoi confronti.
Come racconta il nostro portale di zona Prima Rovigo, dopo una lunga vicenda, in cui tre minori erano sotto procedimento, il Tribunale dei Minori di Venezia ha preso la decisione di archiviare il caso: per i pm non c'è nulla di penalmente rilevante nella condotta degli studenti che derisero l'insegnante.
Un epilogo che, seppur forse "appropriato" da un punto di vista meramente giuridico, fa storcere istintivamente il naso, perché in una prospettiva educativa lascia una voragine grossa come una casa: sparare dei pallini contro una docente non sarà tecnicamente reato.
Promossi con 9 in condotta: l'intervento di Valditara
La vicenda era tornata in auge quando, al termine dell’anno scolastico, nel giugno del 2023, due dei ragazzini rei di aver “impallinato” la docente erano stati promossi con tanto di nove in condotta.
La decisione fece il giro d'Italia scatenando un po' ovunque indignazione. Intervenne anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara con tanto di revisione del voto in condotta, passato a “6” e “7”. Confermata, invece, la promozione.
“Secondo me quegli studenti non hanno ancora capito. Anche gli altri docenti non mi hanno prestato alcuna solidarietà: vedete l’esito di quel consiglio di classe”, aveva commentato la professoressa vittima delle violenze.
Giustizia italiana da barzelletta, da riformare dalle fondamenta.