Sovraffollamento carceri: 19mila detenuti potrebbero uscire
Intanto in Toscana due suicidi in poche ore
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Il sovraffollamento delle carceri italiane resta una vera e propria emergenza. Secondo Irma Conti, membro del collegio del Garante nazionale dei detenuti, circa 19mila detenuti con pene residue fino a tre anni potrebbero beneficiare di misure alternative alla detenzione.
In questo modo, uscendo dal carcere, si ridurrebbe la pressione sulle strutture. Ma problemi burocratici e carenza di risorse rendono difficile la realizzazione di questa opportunità. Intanto altri due suicidi si sono verificati in poche ore, entrambi in Toscana.
Ancora due suicidi nelle carceri
Il primo è avvenuto venerdì 14 febbraio 2025 nel carcere di Prato e ha visto protagonista un nordafricano. Il 32enne si è tolto la vita inalando il gas di una bomboletta da campeggio che veniva utilizzata per preparare i cibi.
Il secondo episodio è avvenuto il giorno dopo nel carcere fiorentino di Sollicciano e ha riguardato un detenuto rumeno di 39 anni che è stato trovato impiccato nel bagno della sua cella.
Con questi ultimi due casi, il numero di suicidi in carcere dall'inizio dell'anno sale a 11, di cui due proprio a Sollicciano. A questi si aggiunge anche la perdita di un operatore penitenziario.
Il problema del sovraffollamento
Nonostante il sovraffollamento sia un problema evidente, il Garante nazionale dei detenuti sottolinea come non ci siano evidenze dirette di un nesso tra questa condizione e i suicidi.
Dalle analisi condotte emerge che molte delle persone che si sono tolte la vita erano autori di reati di maltrattamenti in famiglia o si trovavano in custodia cautelare in attesa di processo, una condizione che genera spesso un forte senso di precarietà.
Il Garante per la Regione Toscana Giuseppe Fanfani ha espresso il proprio sdegno per la situazione: "Ormai le parole non bastano più. Non basta indignarsi, esprimere cordoglio. Si sceglie di morire a trent'anni quando si è sopraffatti dalla disperazione. In carcere manca tutto, ma manca soprattutto una prospettiva di riabilitazione e di reinserimento".
Il piano di potenziamento
Intanto, il governo ha annunciato un piano di potenziamento del sistema penitenziario con l'obiettivo di realizzare 7mila nuovi posti nelle carceri.
Resta però il dubbio se l'ampliamento delle strutture sia davvero la soluzione più efficace per affrontare un problema che sembra legato non solo alla quantità di spazi disponibili, ma anche alla qualità della vita e delle opportunità di reinserimento per i detenuti.