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Sosta selvaggia, spinge via l'auto in doppia fila per andarsene dal parcheggio

Esasperato, dopo 20' a suonare il clacson, un automobilista romano ha deciso di passare alle... maniere forti

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La sosta selvaggia è un problema un po' ovunque, ma ancora di più nelle grandi città. Roma, anche soltanto per le dimensioni e il numero di veicoli che circolano, è probabilmente una delle località italiane dove la questione è maggiormente sentita. E in effetti, sarà capitato a tutti di aver fretta e di trovarsi bloccati da un'auto lasciata in strada senza troppo criterio. Il protagonista di questo video ha deciso a un certo punto di usare le... maniere forti.

Sosta selvaggia a Roma: spinge via l'auto che lo chiude

Siamo a Roma, quartiere Tuscolano. Qui - secondo le parole di chi registra il video, diventato subito virale - un automobilista da una ventina di minuti suonava il clacson per chiedere a chi aveva lasciato la sua auto in doppia fila, impedendogli di uscire, di spostarla. A un certo punto, non ottenendo nessuna risposta ha deciso di fare da sé, come mostrano le immagini.

Ha dunque iniziato a spingere con la sua auto, riuscendo a crearsi un varco e ad andarsene, tra l'incitamento e l'ammirazione del "cronista" che ha registrato la scena.

Sosta selvaggia, un problema che può diventare molto grave

Al di là della scena, divertente e curiosa, il problema della sosta selvaggia può originare situazioni gravi. E non parliamo di un appuntamento mancato o del ritardo a una cena.

Un caso clamoroso era accaduto a Napoli, dove  l'associazione Nessuno tocchi Ippocrate, che si occupa di sostegno agli operatori del soccorso, un anno fa aveva condiviso la notizia di un sito web locale chiedendo - come già avvenuto in passato - che chi con la sosta selvaggia rallenta il percorso di un'ambulanza venga accusato di omicidio stradale.

Il caso specifico era  avvenuto in salita Pontecorvo a Napoli.

La vicenda, come ampiamente prevedibile, ha innescato una serie di polemiche, nelle quali si è inserito anche il responsabile del 118 napoletano Giuseppe Galano, che aveva raccontato un'altra versione della storia.

"Alla richiesta di intervento per il malore dell'anziana ha risposto una prima ambulanza non medicalizzata. Al loro arrivo la donna era già in arresto cardiaco. È stata praticata la rianimazione ed è stato chiesto l'intervento di un'altra ambulanza medicalizzata, cosa che è avvenuta.
All'arrivo della seconda ambulanza i sanitari hanno proseguito con la rianimazione cardio-polmonare, ma dopo mezz'ora è stata constatata la morte della donna, ultra 80enne con altre patologie".

"Al termine dell'intervento l'ambulanza ha lasciato l'abitazione trovando in salita Pontecorvo l'auto parcheggiata. Per poter passare, i due infermieri e l'autista hanno cercato di liberare la strada spostando l'auto parcheggiata. La foto dell'ambulanza bloccata  è stata scattata  al ritorno dall'intervento".

Il "giallo" e un problema che rimane

Chiusa qui? No. Perché l'associazione aveva rivelato di essere stata contattata dal figlio della donna deceduta (di professione poliziotto), che aveva raccontato che il mezzo sarebbe comunque giunto 30 minuti dopo la chiamata e che sarebbe intenzionato a denunciare il 118.

Ma, al di là delle tempistiche di scatto della foto, rimane una questione di attualità, come ha sottolineato ancora Nessuno tocchi Ippocrate:

"La signora non è morta per il ritardo della ambulanza? L’ambulanza è rimasta bloccata al rientro in postazione? Il problema della inciviltà resta e siamo sempre più convinti che chi causa ritardo ad una ambulanza, cagionando la morte del paziente, dovrebbe essere accusato di omicidio stradale!".

 

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