Lutto

Sofia Sacchitelli e il tumore al cuore a 23 anni: era il simbolo della lotta delle malattie rare

La 23enne di Genova aveva fondato con la mamma e la sorella l'associazione "Sofia nel cuore" per raccogliere fondi per la ricerca

Sofia Sacchitelli e il tumore al cuore a 23 anni: era il simbolo della lotta delle malattie rare
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Sofia Sacchitelli era diventata un simbolo. A soli 23 anni era stata costretta a combattere contro una forma rara di tumore, che l'ha colpita al cuore.  Sapeva di avere pochissimo tempo a disposizione e ha deciso di utilizzarlo per fare qualcosa per gli altri. Ha chiuso gli occhi per sempre nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 marzo 2023.

Sofia Sacchitelli e il tumore al cuore a 23 anni

Sofia Sacchitelli, 23 anni, di Genova, era una studentessa al quinto anno della facoltà di Medicina. Una vita davanti, un bel sorriso, un futuro pieno di sogni: tutto spezzato da un angiosarcoma cardiaco, un tumore al cuore raro che si rivela in 2-3 casi ogni milione di abitanti. E che non le ha dato scampo.

Era diventata un simbolo di forza e coraggio nella lotta alle malattie rare.

"Sofia nel cuore"

Con grande spirito di altruismo e generosità, quando ha capito di non avere più molto tempo a disposizione, ha deciso di dedicarsi agli altri. E' nata così l'associazione "Sofia nel cuore", con l'obiettivo di raccogliere fondi da devolvere alla ricerca scientifica. Lo aveva fatto insieme alla sorella Ilaria, che era diventata presidente del sodalizio, e alla mamma Patrizia (vicaria).

 

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Il mondo aveva conosciuto la sua storia e la sua associazione dopo che aveva pubblicato una lettera nella quale spiegava la sua storia e l'obiettivo dell'associazione, con la quale si era impegnata in prima persona, partecipando anche ad alcuni eventi pubblici.

Mi chiamo Sofia Sacchitelli, ho 23 anni, sono di Genova e sono una studentessa di medicina del quinto anno. Il 10 novembre 2021 ho scoperto che l'atrio destro del mio cuore ospitava un'enorme massa di cellule tumorali maligne chiamata angiosarcoma cardiaco, tumore molto aggressivo e considerato a prognosi infausta.
Mi ci sono voluti diversi mesi per riuscire a pronunciare quell' orrenda parola. Dopo un iniziale momento di rabbia e sconforto ho cercato, tra un ciclo di chemioterapia e l'altro, di continuare a condurre una vita il più normale possibile, per il bene e la salute mentale mia e della mia famiglia.

Già la vita è breve e se la mia lo è ancora di più, meglio godersela e fare ciò che ti rende felice. Sempre circondata dal supporto dei miei genitori, di mia sorella Ilaria, del mio ragazzo Nicolò e dei miei amici più cari, ho vissuto il mio percorso di cura nel modo più sereno possibile. La malattia mi ha permesso di provare sensazioni mai conosciute prima, non solo negative; di scoprire la personalità e la profonda sensibilità di alcuni, a differenza di altri che invece si sono tirati indietro, non sapendo come affrontare la situazione, ma che comunque non condanno.

Oggi non sono qui a lamentarmi di quanto il cancro faccia soffrire o quanto sia stata sfortunata ad esserne colpita perché purtroppo ogni giorno migliaia di bambini, ragazzi e giovani adulti come me combattono duramente le loro battaglie.
Il destino purtroppo mi ha impedito di realizzare tutti i progetti che avevo in mente: diventare medico, sposarmi, avere dei bambini, passare dei momenti con le persone che amo, andare a vedere la Samp con mio papà e mia sorella, viaggiare, accudire i miei genitori da anziani e invecchiare.

Il pensiero più angoscioso e tormentoso per me rimane il fatto che due genitori rimarranno senza la loro creatura, una ragazza senza la sua adorata sorella minore e un ragazzo senza l'amore della sua vita; a questo non riuscirò mai a trovare una giustificazione che mi dia pace.
Il mio unico vero desiderio sarebbe quello di fare anche solo un piccolissimo passo avanti nella ricerca e sulle conoscenze di una malattia estremamente rara come l'angiosarcoma cardiaco.

Avendo colpito me personalmente mi riesce veramente difficile rimanere indifferente; soprattutto per tutte le persone e le famiglie che si sono sentite spaventate, abbandonate e sconfortate al momento della diagnosi, come è capitato a noi. Il mio sogno sarebbe che nessuno mai più ricevesse una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia. Quello che ho deciso di realizzare è una raccolta fondi in cui verserò tutti i miei risparmi guadagnati da studentessa lavoratrice. Chiunque vorrà potrà contribuire, anche in minima parte, a raggiungere questo obiettivo. La raccolta sarà finalizzata a studi di ricerca sugli angiosarcomi realizzati da parte dell'Italian Sarcoma Group per permettere una cura e una qualità di vita migliori nei pazienti affetti da questa patologia. Concludo citando una frase di John Lennon:
'LA VITA È CIÒ CHE TI SUCCEDE MENTRE SEI OCCUPATO A FARE ALTRI PIANI
Grazie a tutti per l'attenzione e per l'affettuoso sostegno che mi avete sempre dato".
Sofia Sacchitelli

La medaglia dell'Università e l'impegno di Genoa e Samp

Sofia aveva da poco ricevuto la medaglia d'oro al merito dall'Università di Genova. In quell'occasione, collegata con l'aula magna dell'Università, aveva raccontato la sua storia e quella dell'associazione.

 

 

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Per lei si erano mosse anche Genoa e Sampdoria, che avevano sostenuto la sua raccolta fondi. E anche la Regione Liguria aveva seguito con grande affetto la sua attività.

 

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Parole di cordoglio sono state espresse anche dal governatore Giovanni Toti:

"Ti ricorderemo con il sorriso sul viso e il coraggio di chi sa trasformare le difficoltà in solidarietà e speranza per gli altri. Addio Sofia. Tutta Genova e la Liguria oggi pregano per te e si stringono alla tua famiglia, ai tuoi amici, a chi ti vuole bene e porterà avanti il percorso che hai iniziato".

 

 

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