L'ALLARME

Troppe aggressioni ai soccorritori: la Lombardia li dota di bodycam

Il fenomeno è in crescita dal 2020, il 64% dei soccorritori ha denunciato di essere stato minacciato o aggredito almeno una volta in servizio.

Troppe aggressioni ai soccorritori: la Lombardia li dota di bodycam
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Aggressioni e minacce, da Regione Lombardia le "bodycam" per gli operatori del soccorso. La Giunta regionale ha infatti stanziato 1 milione e 500mila euro per l'acquisto e l'installazione di circa 850 tra dashcam e bodycam sui mezzi di soccorso avanzato di tutta la Lombardia.

Minacce e aggressioni, arrivano le  bodycam  per gli operatori del soccorso

Il progetto è stato presentato a Milano attraverso una dimostrazione dal vivo dal presidente Attilio Fontana, dall'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, dalla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti e dal direttore generale di Areu Alberto Zoli.

Si tratta di un progetto innovativo in sanità, il primo in Italia.

Del resto, nel 2020 e nel 2021, sono state raccolte da Areu, segnalazioni di atti di violenza, con anche minacce di morte, utilizzo di armi, inseguimento dei mezzi di soccorso, danneggiamenti dei mezzi e delle attrezzature.

Minacce e aggressioni ai soccorritori, i numeri e le "contromisure"

Secondo i report di Areu il fenomeno è in preoccupante aumento. Le aggressioni sono state 33 nel 2020, 45 nel 2021 e nel 28 primo semestre del 2022.

Ma a preoccupare è anche come è cambiato il fenomeno. Fino al 2020, gli episodi di aggressione si registravano prevalentemente in aree metropolitane e in contesti di degrado sociale, ed erano generalmente correlati a eventi che coinvolgevano soggetti con patologie psichiatriche note o in abuso di sostanze psicoattive.

Ora l'aumento di situazioni potenzialmente delicate è legato anche a situazioni di fragilità, dal disagio sociale e di incertezza economica.

Del resto, da un questionario consegnato a 1403 operatori dei mezzi di Soccorso Avanzato di 1° e 2° livello, nel secondo semestre 2021, il 64% del personale tecnico e sanitario ha dichiarato di essere stato vittima di almeno un atto di violenza durante la sua attività lavorativa a bordo dei mezzi di soccorso.

La dotazione di bodycam agli operatori

In questi mesi il progetto delle bodycam è stato portato avanti sperimentalmente da Areu attraverso 10 dispositivi che sono stati donati all'Agenzia di emergenza urgenza.

Ora invece attraverso lo stanziamento della Giunta si provvederà a un bando per dotare tutti gli equipaggi di una bodycam.

L’utilizzo di bodycam consentirà al personale di soccorso di dissuadere i soggetti dal mettere in atto comportamenti aggressivi o violenti e agevolare l’intervento delle Forze di Polizia sul posto attraverso la trasmissione del filmato in tempo reale alle centrali e sale operative di Areu e l’eventuale allerta alle centrali delle Forze dell’Ordine.

I commenti

Soddisfatto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana:

"È un progetto che va nella direzione di tutelare gli operatori sanitari che tutti i giorni si trovano ad intervenire in differenti e difficili contesti. Le videocamere fisse e le bodycam avranno infatti un duplice ruolo: non solo di documentazione di episodi di aggressione, ma anche di prevenzione e di dissuasione da eventuali comportamenti violenti. Questo bando conferma la forte attenzione di Regione Lombardia verso il personale sanitario. L'obiettivo è rendere migliori e sicure le condizioni di lavoro del personale".

Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato:

"Somme significative messe a disposizione dall'assessorato alla Sicurezza a tutela di cittadini e operatori sanitari. Le telecamere hanno anche un forte valore 'dissuasivo' e tutelano fortemente chi quotidianamente, con sacrifici enormi, è al servizio dei cittadini. Ringrazio Areu e i soccorritori per il costante servizio offerto. Regione Lombardia è particolarmente attenta alla sicurezza del personale".

E proprio al personale impegnato ogni giorno nelle attività di soccorso ha voluto dedicare un pensiero l'assessore al Welfare Letizia Moratti:

"Tutelare i nostri operatori nello svolgimento di un’attività così nobile e preziosa per il prossimo e la collettività è un dovere morale verso tutte queste persone, soprattutto i tanti volontari, spesso anche molto giovani. E’ fondamentale tutelare e garantire l’incolumità di queste persone che spesso dedicano il loro tempo a dispetto di quanto potrebbero riservare alla loro vita privata o alle loro famiglie".

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