L'INDAGINE

Sito con foto sessiste, individuato il titolare: è un 45enne di Firenze

È già stato ascoltato dagli inquirenti dopo la denuncia presentata dalla sindaca Sara Funaro, le cui immagini erano state diffuse sul sito

Sito con foto sessiste, individuato il titolare: è un 45enne di Firenze

Ci sarebbe un uomo di 45 anni residente a Firenze dietro Phica.eu, il sito finito al centro dello scandalo per la pubblicazione di foto rubate a politiche, influencer e attrici, accompagnate da commenti sessisti e volgari. A rivelarne l’identità è stato il quotidiano Domani, che indica in Vittorio Vitiello, nato a Pompei e titolare dal 2023 di una piccola società in Italia, l’amministratore della piattaforma ora sotto inchiesta.

Vitiello, secondo le ricostruzioni, si nasconderebbe dietro i nickname “Boss Miao” e “Phica Master” e, come riportato anche da Italia Sette, è già stato ascoltato a Firenze dagli inquirenti, dopo la denuncia presentata dalla sindaca Sara Funaro, le cui immagini erano state diffuse sul sito.

L’inchiesta e i reati ipotizzati

Il caso è ora seguito dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo dopo un vertice con la Polizia Postale. Tra i reati ipotizzati figurano diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite senza consenso (art. 612 ter c.p.), diffamazione ed estorsione. Secondo alcune testimonianze, infatti, l’amministratore avrebbe chiesto fino a 2.300 euro per rimuovere foto e messaggi, proponendo veri e propri “pacchetti di pulizia”.

Il comunicato pubblicato sul sito Phica.net

In una nota diffusa il 2 settembre, il gestore del sito ha respinto le accuse sostenendo che la piattaforma fosse nata come spazio di condivisione personale, poi degenerato. Ha inoltre rivendicato la legalità del suo operato, distinguendo tra “lavoro” e “morale”.

L’azione legale delle vittime

Nel frattempo, l’avvocatessa Annamaria Bernardini de Pace ha annunciato di aver raccolto già “qualche centinaio” di segnalazioni da parte di donne coinvolte, costituendo un pool di dodici legali per avviare azioni penali e civili con richieste di risarcimento.

L’obiettivo, spiega la nota matrimonialista, è di “riunire mille denunce per costringere i giudici a prendere sul serio un fenomeno che equivale a uno stupro di gruppo”.

Il caso Phica si lega a quello del gruppo Facebook “Mia moglie, anch’esso sotto indagine, dove erano state condivise senza consenso foto di donne comuni con commenti a sfondo sessuale.