Secondo caso di meningite mortale in Maremma: stavolta non ce l'ha fatta un bimbo di soli sei mesi
La medesima triste sorte era toccata a un 27enne veneto giunto in Toscana per festeggiare il Capodanno, sempre in provincia di Grosseto
E' successo di nuovo. Due casi fatali di meningite. Tutto nel giro di sei mesi e di un centinaio di chilometri: la Maremma, provincia di Grosseto (in copertina l'ospedale del capoluogo toscano). A Capodanno era morto un 27enne trevigiano in vacanza, ora a perdere la vita è stato un bimbo di soli sei mesi.
Meningite fulminante: muore a 27 anni
Si trovava in Toscana per le vacanze di Natale e Capodanno con la fidanzata. Un momento di svago e divertimento che si è trasformato in una tragedia per un ragazzo di 27 anni di Montebelluna (Treviso), Carlos Ivan Dealtin, stroncato in poche ore da una meningite fulminante.
Il giovane si trovava in Toscana per trascorrere le festività natalizie con la compagna a Follonica, in provincia di Grosseto quando una meningite fulminante se l'è portato via ad appena 27 anni, sabato 30 dicembre 2023. Una morte drammatica, consumatasi nel giro di poche ore tra il pronto soccorso di Massa Marittima e l'ospedale Misericordia di Grosseto.
Sentendosi particolarmente male, il giovane si era recato al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea di Massa Marittima. La sua temperatura corporea era altissima, quasi 40 gradi, e in più presentava sul corpo alcune macchie violacee. Dopo alcuni accertamenti, la decisione di trasferirlo all'Ospedale Misericordia di Grosseto, dove sarebbe poi stato ricoverato nel reparto di rianimazione.
Durante gli esami del caso, le sue condizioni erano rapidamente peggiorate fino alla morte, avvenuta a causa di una patologia fulminante poi accertata in meningite.
Trasferito a Roma, neonato non ce l'ha fatta
Da Follonica a Orbetello, con l'ospedale della Misericordia di Grosseto nel mezzo.
La tragedia ora ha travolto una coppia di origine sarda che si era trasferita a Fonteblanda, nel comune di Orbetello (Grosseto).
La meningite s'è portata via Giovanni Maria Pira, un neonato di appena sei mesi morto all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, dove era arrivato con un volo urgente dalla Toscana.
Inimmaginabile lo strazio della sorellina e dei genitori Pietro Pira e Giovanna Argiolas, entrambi di Laconi, in Sardegna, ma residenti in Toscana per lavoro.
I funerali si svolgeranno domani 20 giugno 2024, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti a Fonteblanda.
"Un Angelo è voltato in cielo. Il nostro Angelo. Sei mesi fa Giovanni Maria ci aveva dato la gioia di diventare per la seconda volta genitori, oggi ci ha lasciato, dopo venti giorni di sofferenza, in cui gli abbiamo dato il nostro amore e lui ci ha donato il suo. Il dolore è devastante e non sarà facile far capire a Biancamaria perché il suo fratellino non c’è più e perché siamo stati tutti chiamati a questa prova di grande sofferenza. In questi giorni difficili ci siamo spesso domandati perché proprio noi e se sia giusto che il nostro bambino abbia dovuto soffrire così tanto. Non abbiamo purtroppo una risposta, se non la rassegnazione ad un evento in cui tutti i sanitari hanno tentato di fare il meglio per lui ed in cui parenti, amici e conoscenti ci sono stati vicini. Sarà una prova dura da superare, ma dobbiamo riuscirci, per noi, per Biancamaria e nel ricordo di Giovanni Maria che sarà e resterà sempre con noi. La sua presenza non svanirà e resterà per sempre il nostro bambino, il nostro angelo nel cielo! Da oggi una stella in più brillerà nel firmamento celeste e se esiste un Paradiso dei bambini lui sarà lì ad aspettarci, perché un giorno ci rincontreremo. Non so se in quel Paradiso si crescerà così come nel nostro mondo, ma siamo sicuri che se ciò dovesse avvenire quel giorno lo riconosceremo, perché il legame forte che esiste tra un figlio e un genitore non può essere spezzato da nessun evento e lo stringeremo forte a noi come abbiamo fatto nel nostro ultimo giorno insieme".
In Toscana insomma è allarme per il sospetto di un focolaio di meningite, così come in Molise, dove in due mesi, fra aprile e maggio, si sono registrati ben tre casi.