Rugbista Traorè, banana marcia come regalo di Natale dai compagni di squadra: "Caso chiuso, sono arrivate le scuse di tutti"
Dopo lo sconforto, il chiarimento: "Adesso ciò che conta è aver capito l’errore e chiesto scusa".
Il confine tra sarcasmo e cattiveria è molto sottile, e per non oltrepassarlo ci vogliono arguzia e intelligenza. In caso contrario - come dimostra la storia capitata a Cherif Traorè, rugbista della nostra nazionale di origini guineiane - si scivola nella cafonaggine. Lo sportivo, durante una cena natalizia con la sua squadra, ha ricevuto in dono, in forma anonima, una banana marcia. Con tanto di risate boccaccesche dei compagni non appena ha scartato il "dono".
A distanza di qualche ora però, il caso della banana marcia come regalo di Natale sarebbe rientrato ed è stato lo stesso Traorè a chiudere la vicenda:
"Adesso ciò che conta è aver capito l’errore e chiesto scusa. Siamo una famiglia e come tale andremo avanti, insieme, sempre".
Una banana marcia in dono per Natale al compagno di squadra di colore
E' usanza, durante le cene di Natale, affidarsi al "Babbo Natale segreto": che consiste nello scambiarsi dei regali senza sapere il mittente di ognuno di essi. Qualcuno deve aver preso l'anonimato come assist perfetto. Cherif Traorè, pilone del Benetton e della Nazionale italiana di rugby, ha denunciato il regalo che gli è stato riservato su Instagram. A lasciare l'amaro in bocca al giocatore è stata anche l'ilarità con la quale i compagni di squadra hanno reagito vedendo il frutto andato a male.
Sta arrivando Natale e come da tradizione in squadra è il momento del Secret Santa. Un momento conviviale e scherzoso. Un momento dove ti puoi permettere di fare regali anonimi ai tuoi compagni, di quelli anche pungenti, ironici. Ieri, quando è stato il mio turno, all’interno del mio regalo ho trovato una banana. Una banana marcia, dentro un sacchetto dell’umido. Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male e vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale. Sono abituato o meglio, mi sono dovuto abituare, a dover fare buon viso a cattivo gioco ogni volta che sento battute a sfondo razzista per cercare comunque di non inimicarmi le persone vicine. Ieri è stato diverso però. Fortunatamente, alcuni compagni, soprattutto stranieri, hanno cercato di supportarmi. Fuori dall’Italia un gesto come questo è condannato gravemente anche all’interno di piccole realtà, e questa volta voglio dire la mia. Non ho dormito tutta la notte. A questo Secret Santa erano presenti anche ragazzi giovani, di origini diverse. Ho deciso di non stare in silenzio questa volta per fare in modo che episodi come questo non succedano più per evitare che altre persone si ritrovino in futuro nella mia situazione attuale. E sperando che il mittente impari una lezione…
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Di lanci di banane e cori razzisti, rivolti a giocatori di colore, il mondo del calcio ci aveva già abituato. Questo aneddoto conferma il fatto che il problema del razzismo permea (ancora) tutti gli sport. In attesa di un cambio di mentalità bene che se ne parli, e che determinate tendenze non vengano normalizzate.
La nota della società
Sulla questione è intervenuta anche la Benetton, con un comunicato:
"In riferimento al post comparso questa mattina sui profili social del giocatore biancoverde Cherif Traore, il Benetton Rugby tiene a ribadire di aver sempre condannato con la massima fermezza ogni espressione di razzismo e/o forma di discriminazione. Non fanno parte della nostra cultura e non rappresentano la nostra identità ed i nostri valori. Lo abbiamo sempre dimostrato con i fatti, non solo con le parole, e continueremo a sostenerlo con forza.
Comportamenti simili non hanno nulla che vedere con lo sport e davanti ad episodi del genere Benetton Rugby sarà sempre dalla parte del rispetto delle persone, della loro cultura, della loro etnia, della loro fede e della loro dignità".
Caso rientrato: "Hanno tutti chiesto scusa"
A distanza di qualche ora, come raccontato da Prima Treviso, il caso della banana marcia come regalo di Natale è rientrato. Lo stesso Cherif Traoré, in un video pubblicato sulla pagina Facebook della Benetton Treviso, ha chiuso la vicenda:
"Quante volte capita di offendere o commettere un errore nei confronti di un componente della propria famiglia, purtroppo tante. Bene amici ed amiche, questa volta è successo all’interno della nostra. Adesso ciò che conta è aver capito l’errore e chiesto scusa. Siamo una famiglia e come tale andremo avanti, insieme, sempre".
Dopo il marasma emerso dalla denuncia di Traoré, è avvenuta una riunione con staff, società e compagni:
"Ci siamo chiariti - ha spiegato nel video Traorè - Il mio compagno che mi ha fatto lo scherzo ha capito di aver sbagliato, non l'ha fatto per cattiveria e mi ha chiesto scusa. Io le ho accettate per cui ora andiamo avanti insieme, uniti come una famiglia".
Le parole del sindaco di Treviso
Sulla vicenda è intervenuto poi anche il sindaco di Treviso Mario Conte:
“Treviso condanna con forza ogni forma e ogni atto di razzismo. Dispiace per quello che è successo al giocatore Cherif Traorè: un episodio a dir poco spiacevole, dal quale tutti noi prendiamo le distanze e che non rappresenta in alcun modo i trevigiani, lo sport e, in particolare, il rugby e la squadra del Benetton, da sempre esempio di rispetto e di sani principi”.