Robert Francis Prevost è il nuovo Papa: Leone XIV è il 267esimo Pontefice nella storia della Chiesa
Le sue prime parole: "Questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata, disarmante, umile e perseverante"

Habemus Papam. Alle 18.08 di giovedì 8 maggio 2025 la fumata bianca in piazza San Pietro ha decretato l'elezione del 267° Pontefice. Si tratta di Robert Francis Prevost, 69 anni, nato a Chicago, negli Stati Uniti.
Agostiniano (è stato priore degli Agostiniani) e missionario in Perù (parla perfettamente lo spagnolo, lì conobbe Papa Francesco durante uno dei suoi viaggi), laureato in diritto canonico. Americano, ma con famiglia di origini spagnole, francesi e italiane, e porporato romano a tutti gli effetti, da quando, nel 2022, Bergoglio lo ha nominato a capo del potente Dicastero dei Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l'America latina.

Robert Francis Prevost è il nuovo Papa
Il nuovo Papa, dopo le procedure di rito è stato annunciato alla folla radunatasi in piazza San Pietro (circa 50.000 persone festanti, provenienti da tutto il mondo) dal protodiacono Dominique Mamberti:
"Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Robertum Franciscum, Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Prevost, qui sibi nomen imposuit Leone Decimum Quartum".

Un Papa americano, insomma. Il fatto che il nuovo Papa sia arrivato solo alla quarta votazione confermava il fatto che fosse uno dei "favoriti".
E Prevost era assolutamente nella rosa dei venti più favoriti, ricordiamola:
- Pietro Parolin (Italia)
- Matteo Maria Zuppi (Italia)
- Pierbattista Pizzaballa (Italia)
- Luis Antonio Tagle (Filippine)
- Jean-Marc Aveline (Francia)
- José Tolentino de Mendonça (Portogallo)
- Robert Sarah, 79 anni, originario della Guinea
- Christoph Schönborn, 80 anni, arcivescovo di Vienna
- Robert Francis Prevost, 69 anni, nato a Chicago
- Marc Ouellet, 80 anni, canadese
- Peter Turkson, ghanese
- Lazzaro You Heung-sik, sud coreano
- Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa
- Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli
- Péter Erdő, Primate d'Ungheria
- Mario Grech, Malta
- Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma
- Joseph William Tobin, Arcivescovo di Newark nel New Jersey
Anche Josef Ratziger fu eletto alla quarta ed era in assoluto il favorito: in genere è dal terzo giorno che, non convergendo i cardinali su una figura forte, emergono gli outsider (come fu per Karol Wojtyła).

Le prime parole del nuovo Papa
Le prime parole del nuovo vescovo di Roma sono state:
"La pace sia con tutti voi. Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio, anche io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore e raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone ovunque siano a tutti i popoli a tutta la terra la pace sia con voi".
Questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata, disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio che ci ama tutti incondizionatamente, ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma. il papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo intero.
Quella mattina del giorno di Pasqua! Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione, Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio, pertanto senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti, siamo discepoli di Cristo, Cristo ci precede, il mondo ha bisogno della sua luce, l'umanità necessità di lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore.
Aiutateci anche voi gli uni gli altri a costruire i ponti con il dialogo, con l'incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace: grazie a Papa Francesco. Voglio ringraziare anche tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere successore di Pietro e camminare insieme a voi come chiesa unita, cercando sempre la pace e la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne, fedeli a Gesù Cristo senza paura per proclamare il Vangelo per essere missionari.
Sono un figlio di Sant'Agostino, agostiniano, che ha detto: con voi sono cristiano e per voi vescovo. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria alla quale dio ci ha preparato. Alla Chiesa di Roma un saluto speciale. Dobbiamo cercare insieme come essere una chiesa missionaria, una chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte a tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità presenza dialogo e amore.
Un palabra un saludo in modo particular a mi diocecis en el Perù!
A tutti voi fratelli e sorelle di Roma, d'Italia, di tutto il Mondo, vogliamo essere una chiesa sinodale, una chiesa che cammina, una chiesa che cerca sempre la pace, la carità, di essere vicina a coloro che soffrono. Oggi il giorno della supplica alla madonna di Pompei, nostra madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore. Allora vorrei pregare insieme a voi per questa nuova missione, per tutta la chiesa, per la pace nel mondo e chiediamo questa grazia speciale di Maria".
Poi la benedizione urbi et orbi.

Chi è Leone XIV
Robert Francis Prevost, 69 anni, nato a Chicago, rappresenta una novità, visto che l'idea di un papa americano è stata a lungo un tabù, dato il potere geopolitico già esercitato dagli Stati Uniti.
Ma forse proprio la centralità Usa incarnata (nel bene o nel male) da Donald Trump ha inciso nella votazione: che un Papa a stelle strisce riesca a tenere a freno il tycoon?
Di certo era fra i cardinali americani papabili il "meno americano". Nel senso che rappresenta l'America tutta, compresa quella latina, col suo ruolo da missionario.
"Congratulazioni, è un grande onore realizzare che è il primo Papa americano, è un grande onore per il nostro Paese, non vedo l'ora di incontrarlo", Questo il primo messaggio di Donald Trump.
In un'intervista Prevost confidava:
"Ho studiato in una scuola parrocchiale, poi in un seminario agostiniano. Ma solo dopo l'Università ho deciso di entrare in Noviziato. Come figlio di Sant'Agostino, per me anche prima di decidere di farmi prete era importante la conoscenza, degli altri e di me stesso. Poi la spinta ad essere missionario: sono partito per il Perù subito dopo aver studiato diritto canonico a Roma".
"Ho avuto anche dei dubbi, sul fatto di sposarmi e avere una famiglia: mio padre mi parlava dell'importanza dell'intimità fra lui e mia mamma, ma alo stesso modo, in una vocazione al sacerdozio, la vicinanza con Cristo"
"Troppe volte abbiamo lasciato diventare istituzione, la Chiesa. Ci sono dimensioni istituzionali, certo, ma quello non è il cuore della Chiesa".


daniele.pirola@netweek.it