Rispunta in Veneto il Toscana virus (scoperto già negli anni Settanta) e provoca un caso di meningite
Una 65enne è stata punta da un pappatacio, insetto di piccole dimensioni simile alla zanzara
Primo caso di Toscana virus in provincia di Padova: a contrarlo una donna over 65 residente nell'area del Colli che è stata punta da un pappatacio, sviluppando una meningite. Scopriamo meglio questa arbovirosi endemica (ovvero una malattia causata da virus trasmessi da vettori artropodi come zanzare, zecche e flebotomi, tramite morso/puntura) poco conosciuta e come tenersi al riparo.
Toscana virus: primo contagio nel Padovano
E' stata punta da un pappatacio, insetto di piccole dimensioni simile alla zanzara, che le ha passato il Toscana virus, a seguito di ciò ha sviluppato una meningite.
E' la storia di una 65enne residente nell'area dei Colli Euganei, che ha contratto il Toscana virus. La paziente è uscita dalla terapia intensiva ed è ora ricoverata in neurologia all'ospedale di Monselice, fortunatamente in fase di miglioramento.
Un virus ancora poco conosciuto
Come spiega Prima Padova, il Toscana virus è un virus ancora poco conosciuto che deve il suo nome al luogo in cui è stato isolato per la prima volta, ossia la regione Toscana.
Nelle forme più gravi, il TOSV può provocare malattie neuro-invasive nell’uomo. Oltre alla meningite e meningo-encefalite, descritte storicamente, sono state anche descritte neuropatie periferiche (ad esempio, la sindrome di Guillain-Barré, le poliradiculomielopatie) e dei nervi cranici (sordità e paralisi facciale). Sebbene la malattia possa essere grave, il riscontro di sequele a lungo termine o di decessi è molto raro.
Pur essendo una delle cause preminenti di meningiti/meningo-encefaliti estive nei Paesi del Mediterraneo e una malattia emergente e ancora poco studiata rispetto ad altri (ad esempio, il virus West Nile, Chikungunya, Dengue) ed è associato a una produzione scientifica molto più limitata.
Storia e monitoraggio
Il TOSV è stato isolato per la prima volta nell'Italia centrale (Toscana) nel 1971; in seguito, l'infezione da TOSV è stata segnalata in viaggiatori di ritorno provenienti dall’Italia e da altri Paesi del Mediterraneo. Negli ultimi due decenni, la circolazione di TOSV è stata rilevata soprattutto nel bacino del Mediterraneo.
In Italia, la segnalazione delle infezioni da TOSV nell’uomo è stata prevista per la prima volta, nel 2016, in una Circolare del Ministero della Salute tra gli “altri arbovirus per i quali si raccomanda la segnalazione in caso di diagnosi”. La sorveglianza dei casi umani di infezione da TOSV raccoglie dal 2016 informazioni riguardanti i dati anagrafici, la presentazione clinica, il ricovero, il luogo di più probabile esposizione e gli esami di laboratorio realizzati sui campioni prelevati.
L’andamento delle segnalazioni è caratterizzato da una forte stagionalità, con la maggior parte dei casi segnalati ogni anno tra i mesi di giugno e settembre, che coincide con il periodo di maggiore attività dei flebotomi
la maggior parte delle segnalazioni nel periodo di studio siano pervenute dalla Regione Emilia-Romagna, seguita dalla Toscana. Le Regioni che hanno riportato almeno un caso di meningite, meningo-encefalite o encefalite da TOSV nel periodo 2016-2021 sono nove: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto. Le Province interessate da almeno un caso si trovano prevalentemente nelle Regioni del Centro-Nord del Paese.
Prevenzione
Fondamentale la prevenzione. Alcuni consigli per evitare le fastidiose punture dei pappataci e la potenziale contrazione di malattie infettive da essi trasmesse:
- Arieggiare e illuminare tutte le stanze, in particolare in estate. I pappataci, infatti, amano i luoghi caldi, bui e umidi, pertanto, luce e aria fresca sono elementi di forte disturbo per questi insetti.
- Installare zanzariere con una trama molto fitta. I pappataci sono molto più piccoli delle zanzare o di altri insetti volanti, perciò, sono in grado di oltrepassare le maglie delle comuni zanzariere.
- Utilizzare appositi repellenti (disponibili in spray, salviette, stick, ecc.).
- Riparare eventuali crepe o fessure sui muri che possono rappresentare un nascondiglio diurno ideale per i pappataci.