Firmato un protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e NAS dei carabinieri per monitorare quanto accade nelle strutture pubbliche e private. Fontana: “Nonostante l’incremento delle prestazioni, le liste d’attesa restano lunghe. Serve un organismo terzo che individui i motivi di questa situazione anomala”.
Liste d’attesa: protocollo tra Regione e Nas
Al via una collaborazione inedita in Lombardia per contrastare uno dei nodi più critici della sanità pubblica: le liste d’attesa nella sanità. Il presidente della Regione Attilio Fontana ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa con i Carabinieri del NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) per monitorare e controllare i tempi di accesso a visite, esami e ricoveri.

Capire cosa non funziona
Il governatore ha sottolineato che, nonostante l’aumento costante dell’offerta di prestazioni sanitarie, le liste d’attesa continuano a crescere.
“Stiamo facendo uno sforzo disumano -ha dichiarato Fontana- ma i risultati non sono quelli attesi. Occorre capire se il problema risiede in una cittadinanza più malata, in richieste inappropriate o in una cattiva gestione delle prenotazioni”.

Prima regione in Italia
L’iniziativa rende la Lombardia la prima regione italiana a stipulare un’intesa del genere con l’Arma dei Carabinieri.
“Abbiamo bisogno di un soggetto terzo che analizzi con oggettività cosa sta succedendo e ci aiuti a individuare gli errori, ovunque si trovino”, ha spiegato il presidente.
Monitoraggi e controlli sul territorio
Il protocollo prevede un’azione congiunta tra Regione, ATS e NAS per ispezioni e verifiche sul rispetto dei tempi d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche e private. Saranno controllate le agende di prenotazione, la congruità delle prescrizioni, le attività libero-professionali (ALPI) e l’uso dei ricettari rossi. Sono inoltre previsti corsi di formazione per il personale sanitario sul tema dei controlli.
“La sinergia con i NAS ci permette di rafforzare la rete dei controlli -ha affermato l’assessore al Welfare Guido Bertolaso– in modo da rendere più efficiente il sistema e aumentare la fiducia dei cittadini nella sanità pubblica.”

Secondo il Tenente Colonnello Salvatore Pignatelli, “i controlli congiunti forniranno elementi approfonditi per affrontare i problemi con maggiore efficacia”.
Il Generale di Brigata Raffaele Covetti ha ricordato che si tratta di un’iniziativa pionieristica nel rispetto delle competenze istituzionali.
Fontana e Bertolaso hanno insistito sulla volontà di trasparenza:
“Non abbiamo nulla da nascondere. Questo è un gioco di squadra per individuare soluzioni e migliorare il servizio, senza scaricare la colpa su nessuno”.

Le critiche
Ma le polemiche non sono certo mancate. Il Partito Democratico, con Pierfrancesco Majorino e Carlo Borghetti, ha parlato di “ammissione di impotenza” da parte della Giunta Fontana: “Chiamare i carabinieri dimostra che non sanno più che pesci pigliare. È un’accusa implicita anche al personale sanitario, che non può essere ritenuto responsabile di scelte politiche sbagliate”.
Critico anche il Movimento 5 Stelle. Il capogruppo Nicola Di Marco ha definito la situazione “una farsa”: “Dopo anni di promesse mancate, ora si cerca di dare la colpa ai cittadini o ai medici. Se si vuole davvero risolvere il problema, si implementi l’agenda unica regionale e si rafforzi la sanità territoriale”.