UN'ITALIA CHE SI MUOVE

Rapporto Italiani nel Mondo 2025, non più solo fuga di cervelli: partono anche famiglie, diplomati e lavoratori

Il Rapporto sottolinea come la spinta migratoria sia ancora legata a fragilità strutturali del Paese ma anche a curiosità e progettualità

Rapporto Italiani nel Mondo 2025, non più solo fuga di cervelli: partono anche famiglie, diplomati e lavoratori

È stata presentata oggi – martedì 11 novembre 2025 – a Roma la XX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) della Fondazione Migrantes, che fotografa vent’anni di mobilità italiana. Non più solo “emigrazione” o “fuga di cervelli”, ma una realtà fatta di percorsi diversi e scelte consapevoli: un’Italia che si muove, cambia, ritorna.

Dal 2006 a oggi, secondo i dati del Rapporto, 1,6 milioni di cittadini italiani sono partiti all’estero, mentre 826 mila sono rientrati, con un saldo negativo di oltre 817 mila persone. Un fenomeno che riguarda in particolare tre aree: Lombardia, Nordest e Mezzogiorno, le cosiddette “tre Italie della mobilità”.

L’”Italia fuori dall’Italia”: una ventunesima regione

Al 1° gennaio 2025 risultano iscritti all’Anagrafe per gli italiani all’estero (AIRE) 6,4 milioni di cittadini, pari a quasi uno su nove. Un numero che trasforma l’“Italia fuori dell’Italia” in una vera e propria ventunesima regione, con comunità radicate e interconnesse in tutto il mondo.

Quali sono le mete di destinazioni preferite degli italiani

L’Europa resta il principale polo di attrazione (76% degli espatri), con Regno Unito, Germania, Spagna e Svizzera in testa. Ma la mobilità si fa sempre più circolare: si parte, si ritorna, si riparte. Cresce anche la presenza femminile (+115,9% in vent’anni) e quella degli over 50, spesso genitori o nonni che si riuniscono ai familiari all’estero.

Le fragilità del nostro Paese

Il Rapporto sottolinea come la spinta migratoria sia ancora legata a fragilità strutturali del Paese – lavoro precario, disuguaglianze territoriali, scarsa valorizzazione del merito – ma al tempo stesso anche a curiosità, progettualità e desiderio di riconoscimento.

L’edizione 2025, intitolata “Oltre la fuga: talenti, cervelli o braccia?”, raccoglie 22 saggi che attraversano i cinque continenti e invitano a superare la narrazione tragica della “fuga di cervelli”. Non partono solo ricercatori o laureati: la maggioranza sono diplomati, spinti da motivazioni economiche e sociali, ma anche da una ricerca di dignità e mobilità personale.

Il grande bluff – si legge nel Rapporto – non è tra cervelli o braccia, ma nel non riconoscere che tutti sono talenti“. L’appello è chiaro: non basta trattenere o rimpiangere chi parte, ma bisogna coinvolgere questi italiani nella costruzione di nuove visioni collettive.

L’esodo interno: l’Italia che si svuota

Il Rapporto dedica ampio spazio anche alla mobilità interna, che continua a svuotare il Sud e le aree interne del Paese. Tra il 2014 e il 2024, oltre un milione di persone si sono trasferite dal Mezzogiorno al Centro-Nord, con un saldo negativo di più di 500 mila individui.

Da dove partono maggiormente gli italiani

I protagonisti di questa “erosione invisibile” sono soprattutto giovani tra i 20 e i 34 anni, ma anche adulti in età lavorativa. Le conseguenze sono pesanti: perdita di popolazione, chiusura di scuole e servizi, impoverimento sociale. Il RIM parla di un’Italia a velocità diverse, in cui le disuguaglianze territoriali alimentano un circolo vizioso di esodo interno e successivo espatrio.

La XX edizione del RIM invita infine a superare la contrapposizione tra emigrazione” e “immigrazione”, proponendo una visione unitaria della mobilità umana legata all’Italia. Oggi, infatti, anche molti nuovi italiani – figli di immigrati o naturalizzati – sono protagonisti di spostamenti verso altri Paesi europei, contribuendo a ridefinire il volto della presenza italiana nel mondo.