Rapporto Caritas 2023, Italia shock è allarme povertà
Sono oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti. Chi nasce povero, rimane povero e crescono le diseguaglianze con gli stanieri
Italia shock, ora è allarme povertà. Lo dice il Rapporto annuale della Caritas reso pubblico nella giornata di ieri.
I numeri di questo 2023 parlano da sé e impongono riflessioni serie e la messa in campo di azioni forse non più rinviabili, ma anzi urgenti e caratterizzate dalla concretezza.
Numeri shock, Italia allarme povertà
Secondo le stime del Rapporto (Rapporto 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia di Caritas), sono oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione: un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso.
"È un fenomeno ormai strutturale e non più residuale come era in passato", si legge nella relazione allegata al report dell'associazione.
Ma non solo. A rendere la situazione ancora più preoccupante, un altro dato: a rischio povertà ed esclusione sociale sono invece "14 milioni 304mila persone, il 24,4% della popolazione totale".
Situazione preoccupante, i dati dell'allarme
Il Rapporto dal titolo "Tutto da perdere" presentato in vista della Giornata mondiale dei Poveri di domenica 19 novembre appare eloquente nei numeri e nella portata del problema.
La presenza di oltre 2,1 milioni di famiglie povere è un dato che fa riflettere, tanto che i responsabili della Caritas hanno osservato:
"E' una sconfitta per chi ne è direttamente coinvolto, ma anche per l'intera società, che si trova a dover fare i conti con la perdita di capitale umano, sociale, relazionale che produce gravi e visibili impatti anche sul piano economico".
L'altro allarme: chi nasce povero, rimane povero
Ma un altro elemento inquietante e preoccupante è emerso dalla relazione.
L'Italia risulta essere il Paese in Europa in cui la trasmissione inter-generazionale delle condizioni di vita sfavorevoli si evidenzia come più intensa.
Ovvero, chi nasce povero molto probabilmente lo rimarrà anche da adulto, con preoccupazioni anche per chi non studia e non lavora.
Cosa dice la Costituzione e le differenze con gli stranieri
Tanto che sempre i referenti della Caritas hanno aggiunto:
"E' un'alterazione dei principi di uguaglianza su cui si fondano le nostre democrazie occidentali. Rispetto a questo punto perde anche la nostra Costituzione repubblicana, e in particolare l'articolo 3, che continua a restare inapplicato".
Secondo il Rapporto, sono poi evidenti le disuguaglianze tra italiani e stranieri residenti, differenze che si sono acuite proprio negli ultimi dodici mesi.