Alla faccia del made in italy

Quel pasticciaccio di "Open to meraviglia": dal dominio non acquistato al vino sloveno

Sta facendo discutere (e suscitando ilarità) la campagna voluta dal ministero del Turismo con la Venere influencer

Quel pasticciaccio di "Open to meraviglia": dal dominio non acquistato al vino sloveno
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Quel pasticciaccio brutto della “Venere influencer”. Ha il retrogusto di autogol quella che Daniela Santanché – a capo del ministero del Turismo – ha rimediato con la campagna Open to Meraviglia, il cui concept puntava a modernizzare un simbolo nostrano quale la sempre eterna Venere di botticelliana fattura, declinata in veste di influencer. Al di là del risultato – che ha scatenato perplessità e ironie – ci sono stati anche due inciampi notevoli. Il primo è stato un errore da principianti: ovvero non è stato acquistato il dominio…che ora è in possesso di un’agenzia che, invece, a quanto pare, sa come funziona il marketing. E il secondo riguarda una location scelta per le riprese che dovrebbero valorizzare il nostro Paese...in Slovenia. Alla faccia del ministero del Made in Italy e della proposta di mettere al bando i termini stranieri…

La Venere influencer imbarazza l’opinione pubblica

La Venere che mangia la pizza e si scatta selfie in perfetto stile influencer… Per essere la patria del Rinascimento e dell’ingegno, forse qualcosa di meno stereotipato e più gradevole alla vista si poteva partorire. E' di questo avviso il sindaco di Firenze Dario Nardella:

"La Venere di Botticelli è unica. È uno dei simboli della bellezza dell’Italia e testimonianza della grandezza del Rinascimento fiorentino. Usarla con una maglietta addosso mentre mangia una pizza per pubblicizzare l’Italia nel mondo credo sia una scelta infelice e ingiusta per la nostra cultura. Perché banalizzare così l’Italia? Perché ridicolizzare le nostre opere d’arte? Tutto questo riduce l’Italia al solito banale luogo comune e non porta un turismo consapevole e di qualità. Di questo passo arriveremo al David di Michelangelo con un mandolino in mano. Aggiungerebbe qualcosa al fascino del nostro Paese? Non credo. Anzi. Appare una rincorsa al turismo dei like. Ci sono tanti modi di promuovere nel mondo la nostra grande cultura. Questo è macchiettistico e banale. Possiamo fare di più. Ricordando le radici e la storia del nostro Paese"

Non si trattiene neppure il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che l’ha liquidata con uno sprezzante ‘è roba da Ferragni’; fortunatamente lui stesso fa parte della squadra di Governo che ha proposto il progetto, sennò chissà quali strali sarebbero arrivati.

Venere influencer

Sul web video si è attirato molte critiche, risate ed ironie. E le grane non sono ancora finite.

Bella l’Italia… ma vuoi mettere la Slovenia?

Il governo Meloni, di cui Santanché è fiera rappresentate al Turismo, fa della difesa dell’italianità tout court una vera e propria bandiera. Suona quindi vagamente parossistico (ad essere cortesi) scoprire che, in uno stralcio del video della campagna Open to meraviglia -  in cui si vede un gruppo di amici che brinda in onore del Belpaese – la location è slovena (terra meravigliosa, intendiamoci). Come riportato da Selvaggia Lucarelli, Massimiliano Milic della casa di produzione Terroir films ha spiegato che le scene in realtà sono state girate in una cantina in Slovenia. E anche il vino, che è uno dei prodotti per cui l'Italia è amata e conosciuta ovunque, è sloveno...

La nota giornalista del Fatto sui social riferisce di aver verificato come effettivamente il video sia recuperabile sulla piattaforma straniera Artgrid. E a girare la clip è stato un regista olandese di nome Hans Peter Scheep. Alla faccia del made in Italy. Perché effettivamente in Italia due posticini carini per fare due riprese era difficile rimediarli…

Centinaia di meme e commenti satirici hanno preso di mira la Venere influencer. E anche in questo caso c’è chi commenta scrivendo: “Open to Slovenia”.

Location slovena

E non si sono nemmeno comprati il dominio

A terminare quello che sembra un capolavoro, ma di approssimazione, scopriamo che il dominio ‘opentomeraviglia.it’ destinato a ospitare tutti i contenuti relativi appunto alla campagna che vede la Venere in una inedita versione social non è stato registrato. Si tratta oggettivamente di un errore da principianti per chi fa campagne a livello professionale. E chi invece questo lavoro lo sa fare, ha subito fatto un check, scovato la falla, e utilizzato la lacuna a proprio vantaggio. Cliccando su www.opentomeraviglia.it non ci si trova davanti alle bellezze dello Stivale, ma piuttosto al sito di un’agenzia di marketing toscana.

L’operazione, e la svista, erano stato annunciate sui social; un utente ha spiegato di aver comprato il dominio in questione, ancora libero, al prezzo di un centesimo di euro. In maniera goliardica aveva poi annunciato di restare in attesa di un contatto da parte della ministra Santanché, indirizzando nel frattempo il canale verso l’universo a luci rosse. Una provocazione, come detto si viene indirizzati a un’agenzia di marketing che ha sede a pochi chilometri da Firenze. Il messaggio sulla attuale pagina iniziale è inequivocabile: con sullo sfondo il ritratto della Nascita di Venere, compare la salomonica scritta: “

"Tranquilli, ci abbiamo pensato noi. Il marketing è una cosa seria. Per noi ogni storia nasce da analisi e strategia”.

A proposito, questa campagna ci è costata circa nove milioni di euro.

Santanché: “Mi sono fatta una risata”

La risposta della ministra del Turismo è stata:

“Riguardo ai meme che circolano in rete mi sono fatta una risata. Ho scelto consapevolmente la Venere di Botticelli, un'icona conosciuta in tutto il mondo e simbolo della nostra italianità. È evidente che non la potevamo proporre nella campagna così com'è dipinta, perché uno degli obiettivi di questa campagna internazionale è quello di avvicinare i giovani, abbiamo quindi utilizzato strumenti e linguaggi a loro vicini''.

E sul pasticcio del dominio, Santanché ha twittato:

“Brutta l’ignoranza ma la malafede ancora di più italiaopentomeraviglia è il claim della campagna non un sito. Il nostro sito è http://italia.it (presente infatti su tutti i manifesti che saranno affissi all’estero) ed il suo volto è #venereitalia23”.

 

Non è dato sapere se si tratti di una pezza postuma dopo lo scandalo… Di certo la precisazione arriva dopo giorni dall'affaire del dominio; ci si chiede dunque, se si è trattato soltanto di un malinteso, come mai non chiarirlo subito.

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