Il 19 novembre 2025, a Roma, Save the Children presenterà la XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio), un’importante pubblicazione annuale che fa il punto sulle condizioni di vita e benessere dei minori in Italia.
Quest’anno, il titolo dell’Atlante è “Senza Filtri”, un chiaro riferimento a quella generazione di adolescenti che naviga in un mondo sempre più digitale, tra opportunità e rischi legati all’iperconnessione e al rischio di isolamento.
La fotografia che emerge è complessa e sfaccettata, ma ci dice chiaramente che gli adolescenti italiani, pur immersi in una dimensione onlife, si trovano a lottare contro disuguaglianze sociali, povertà e sfide psicologiche sempre più gravi.
Un’Italia che cambia: la popolazione adolescenziale in calo
I dati riportati nell’Atlante offrono una visione preoccupante, ma anche utile per comprendere la realtà che vivono oggi i giovani italiani. La popolazione adolescenziale italiana (13-19 anni) è di poco più di 4 milioni, pari al 6,86% della popolazione totale. Un dato in calo rispetto al 1983, quando il numero di adolescenti era di 6,5 milioni (11,6% della popolazione). Oggi, gli adolescenti sono sempre più una “minoranza” in una società che cambia rapidamente.

Povertà e disuguaglianze: l’adolescenza a rischio
Un fenomeno che colpisce in particolare i ragazzi e le ragazze delle famiglie più vulnerabili, è il rischio di povertà. Circa un adolescente su quattro tra gli 11 e i 15 anni è a rischio di povertà o esclusione sociale. La situazione varia molto a seconda delle regioni: al Nord, il rischio riguarda il 15,2% degli adolescenti, mentre al Sud e nelle Isole il dato sale a 41,9%.
La povertà non si manifesta solo in termini economici, ma anche sotto forma di povertà alimentare ed energetica: il 5,2% dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni è in povertà alimentare, mentre l’8,2% di quelli sotto i 16 anni vive in povertà energetica. Un altro dato inquietante riguarda le condizioni abitative: il 43% delle famiglie con figli tra gli 11 e i 15 anni vive in case sovraffollate.
Tecnologia e Intelligenza Artificiale: il nuovo alleato
Un altro aspetto fondamentale evidenziato dall’Atlante è la crescente utilizzazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) da parte degli adolescenti italiani. La tecnologia è ormai una compagna quotidiana per più del 92% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni, ben oltre la metà degli adulti (46,7%).
Strumenti come chatbot (ad esempio, ChatGPT, Claude, Dixit), assistenti vocali e traduttori automatici sono usati non solo per studio e ricerca di informazioni, ma anche come supporto emotivo. La disponibilità costante e la non-giudicante natura dell’IA sono apprezzate da molti adolescenti, che talvolta preferiscono confrontarsi con una macchina piuttosto che con un’altra persona. Il 41,8% dei giovani ha infatti usato l’IA per cercare aiuto quando si sentiva triste, solo o ansioso, e oltre il 42% ha cercato consigli su scelte importanti da fare.

Benessere psicologico: un divario preoccupante
Nonostante l’uso crescente dell’IA, i dati relativi al benessere psicologico degli adolescenti sono tutt’altro che positivi. Meno della metà dei ragazzi e delle ragazze (49,6%) dichiara di godere di un buon equilibrio psicologico, con un divario di genere molto marcato: solo il 34% delle ragazze dichiara di sentirsi psicologicamente a posto, rispetto al 66% dei ragazzi.
Inoltre, quasi uno su dieci si è isolato volontariamente a causa di problemi psicologici e il 12% ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione.
Questi dati rivelano una condizione di crescente fragilità emotiva, che potrebbe sfociare in comportamenti problematici, come il binge drinking (31%) o la percezione di sé distorta. Quasi due adolescenti su cinque si definiscono “troppo grassi”, pur non avendo un peso effettivamente superiore alla media.
Iperconnessione e cyberbullismo: l’adolescenza digitale
L’iperconnessione è un altro tema centrale nell’Atlante, con il 13% degli adolescenti che presenta segni di uso problematico di internet, come il “phubbing” (controllare il cellulare anche in presenza di amici o familiari), che riguarda il 38% dei ragazzi.
Un altro dato allarmante riguarda il fenomeno del cyberbullismo: quasi il 47% degli adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha subito atti di bullismo online, con un aumento di ben 16 punti percentuali rispetto al 2018. Il rischio è maggiore per gli adolescenti stranieri, con il 26,8% dei ragazzi stranieri vittima di cyberbullismo ripetuto, contro il 20,4% dei coetanei italiani.

Le relazioni intime e sessuali degli adolescenti si stanno sempre più spostando online: il 30% dei ragazzi e delle ragazze ha praticato il ghosting (interrompere improvvisamente una relazione senza spiegazioni), mentre il 37% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni visita siti pornografici, con una netta differenza di genere: il 54,5% dei ragazzi contro il 19,1% delle ragazze.
Save the Children: un’opportunità per il futuro
Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children, ha commentato i dati dell’Atlante sottolineando che l’adolescenza di oggi è un periodo di forti contraddizioni. Se da una parte c’è una generazione che cerca spazi di protagonismo e di crescita personale, dall’altra ci sono rischi concreti di esclusione sociale, difficoltà psicologiche e vulnerabilità.
Milano ha inoltre evidenziato l’importanza di interventi mirati:
“L’Atlante fotografa le tante, diverse adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo”.
Save the Children, con i suoi 27 Punti Luce in 15 regioni italiane, è impegnata da anni a contrastare la povertà educativa e a offrire opportunità formative gratuite ai minori, creando spazi sicuri dove i giovani possano crescere, formarsi e svilupparsi in modo sano e inclusivo.
Con questa edizione dell’Atlante, Save the Children continua a denunciare le gravi disuguaglianze sociali che colpiscono i giovani italiani, ma allo stesso tempo lancia un messaggio di speranza: è fondamentale investire nel benessere psicologico, nella socializzazione sana, e nell’educazione digitale per costruire un futuro migliore per le generazioni di oggi.