Quarantene a scuola verso la riduzione. Ma intanto ognuno fa un po' quello che gli pare
C'è chi lascia a casa tutti, chi solo il positivo e chi solo i contatti stretti. Si va verso una riduzione a 5 giorni.
La scuola è iniziata in tutta Italia già da un po', ma la gestione delle quarantene rimane nebulosa. Senza una linea comune, ogni Regione sta procedendo per conto proprio. Nella maggior parte dei casi viene messa in quarantena tutta la classe e viene fatto il tampone dopo sette giorni ai vaccinati, dieci ai non vaccinati. Ma c'è anche chi agisce diversamente.
Quarantene a scuola, una babele in cui districarsi
In Veneto, ad esempio, rimane a casa solo il contagiato, mentre l'Emilia Romagna considera un contatto stretto solo i vicini di banco dell'alunno positivo. Gli altri compagni di classe fanno il tampone: se è negativo tornano in aula. Un modello di "bolla" alla tedesca, simile a quello che viene utilizzato sugli aerei, dove in caso di positività di un passeggero finisce in quarantena chi è seduto nelle due file prima e in quelle dopo. Una situazione che anche il Lazio vorrebbe sperimentare, anche se non mancano le perplessità. A differenza di un aereo l'aula scolastica è un luogo "mobile", dove gli alunni girano ed entrano più volte in contatto tra loro durante la giornata. E rispetto alle scuole tedesche le nostre hanno sistemi di aerazione di minore potenza.
Il Governo però valuta questa possibilità a livello nazionale. E ad ogni modo pensa anche ad altre misure. Lo ha fatto capire il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
“Siamo nell'ambito delle scelte che la politica deve fare sulla base anche delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico. Però una riflessione la dobbiamo fare perché l’obiettivo che abbiamo raggiunto è stato iniziare l’anno scolastico in presenza, ma adesso l’obiettivo più grande è proseguire in presenza”.
Lunedì il Cts decide
In agenda per domani, lunedì 27 settembre 2021, c'è infatti una decisione. La possibilità è quella di ridurre le quarantene a soltanto cinque giorni uniformando il periodo a casa per tutti (al garante della privacy, infatti, non piace la distinzione tra vaccinati e non vaccinati di cui abbiamo detto sopra) e di lasciare a casa solo i contatti stretti del positivo.
Quest'ultima opzione, però, creerebbe non pochi problemi alla gestione dell'attività scolastica, con i professori che si ritroverebbero con una parte di classe in presenza e un gruppetto (o più gruppetti) di studenti collegati da casa. Anche su questo ci sarà poi da entrare nel merito, ma intanto si lavorerà sui primi provvedimenti.