Quanti ricordi...

Quarant'anni dopo la nevicata del 1985: le foto di quel giorno indimenticabile. Oggi 3 gradi in più e splende il sole

Il Nord si svegliò sotto una coltre di neve: Milano e la produttiva Brianza paralizzati. L'esercito spalava le strade coi carri armati

Quarant'anni dopo la nevicata del 1985: le foto di quel giorno indimenticabile. Oggi 3 gradi in più e splende il sole
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Per chi vive al Nord, basta dire "nevicata dell'85". Per tutti gli altri, stiamo facendo riferimento a quella che è stata soprannominata la "nevicata del secolo", che si è abbattuta (con estrema gioia dei bambini di allora, oggi adulti con più di qualche capello bianco)  su gran parte dell'Italiacentro-settentrionale, tra il 13 e il 16 gennaio 1985. Ovvero proprio in questi giorni, ma esattamente 40 anni fa. L'eccezionalità del fenomeno provocò caos e problemi in tutto il Nord Italia, impreparato a una simile situazione.

Oggi in Lombardia, fra le regioni più colpite dalla coltre di neve che si abbatté sul Paese, splende il sole e le temperature difficilmente scendono sotto lo zero. Gli esperti confermano che, in questi ultimi 40 anni, c'è stato un riscaldamento generale di circa tre gradi.

Infatti i ragazzi sono tutti a scuola e non, come in quel lontano gennaio 1985, quasi increduli padroni delle strade bianche, deserte e paralizzate, a bordo di slittini, spesso improvvisati.

40 anni fa, la nevicata che paralizzò il Nord Italia

In una sola nevicata, che durò oltre 72 ore, caddero tra i 70 e i 90 cm di neve. Il totale dei centimetri di depositatisi raggiunse livelli record: 20 centimetri a Genova, 30 a Venezia, 40 a Padova e Treviso, 50 a Udine e Vicenza, 60 a Biella, 80 a Bologna, 90 a Brescia e Torino, 110 a Como, 122 a Varese, 125 a Belluno fino a 160 cm in Valganna a nord di Varese. Da 130 a 150 cm a Trento. A Milano, dopo 4 giorni e 3 notti di nevicata, il manto nevoso arrivava fino a 90 cm.

Le strade divennero territorio di bambini, a casa da scuola, e giovani che non persero l'occasione per utilizzare gli sci. In Lombardia le scuole restarono chiuse per una settimana, tranne a Milano, dove furono riaperte prima. L'esercito intervenne per le principali arterie del centro, ma le vie minori non poterono essere sgomberate costringendo gli studenti.

 

Carro Armato per spazzare la neve a Milano

L'evento è tuttora impresso nei ricordi di coloro che lo vissero. I brianzoli Bluvertigo, capitanati da un allora giovanissimo Morgan, dedicarono alla nevicata il loro terzo disco: "Zero - ovvero la famosa nevicata dell'85", pubblicato nel 1999.

In Brianza

A ripercorrere quelle giornate particolari, in Brianza, i colleghi di Prima Merate.

Era il 13 gennaio del 1985 quando iniziò a nevicare. Non smise, giorno e notte, fino al 17 gennaio. Fu un fatto straordinario, che tutti si ricordano a distanza di così tanto tempo. In una sola nevicata, che durò oltre 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve.

Scorrendo le cronache dell'epoca del Giornale di Merate, che uscì regolarmente in edicola il martedì nonostante mille difficoltà dovute appunto al maltempo, si scopre che prima della grande nevicata in tutto il territorio si verificarono temperature siberiana sin dopo l'Epifania. Con picchi negativi fino a -10° C.

L'episodio più clamoroso è stato senza dubbio quello del crollo del tetto della palestra di Lomagna. Dove si stava giocando una partita di pallavolo. Pochi minuti dopo il termine del match, la copertura dell'edificio cedette di schianto sotto il peso della neve. Si temette la tragedia. Ma all'arrivo dei numerosi mezzi dei Vigili del Fuoco si scoprì che i ragazzi se n'erano andati. Si parlò di tragedia sfiorata, soltanto per pochissimi minuti.

Palestra crollata, Lomagna

Aziende in ginocchio, ma la produzione non si fermò

Tantissime le aziende messe in ginocchio da quella storica nevicata.  Alla storica Galimberti di Osnago la neve filtrò dal tetto e rovinò tessuti pregiati per 250 milioni di lire. Tuttavia, nonostante danni calcolati complessivamente in dieci miliardi di lire - un'enormità, per l'epoca - la produzione non si fermò.

"La maggior parte delle fabbriche non ha interrotto le attività grazie all'abnegazione dei lavoratori, altrimenti parleremmo di una vera e propria catastrofe" scrivevano le cronache del Giornale di Merate.

Pompe di benzina fuori uso

Fuori uso, a causa della nevicata, anche le pompe di benzina. In tutta la Brianza furono scarsissimi gli approvvigionamenti di carburante. Centinaia gli alberi caduti in tutto il territorio lecchese. Pochi, pochissimi, fortunatamente, i feriti.

Il divertimento

Ma la grande nevicata non su fu solo danni. Dal 13 al 17 gennaio 1985, ma in realtà anche nei giorni successivi, in tanti erano pure riusciti a divertirsi.

Sfogliando le cronache dell'epoca del Giornale di Merate spuntano molte foto di mega battaglie di palle di neve, carrozze con cavalli con uno scenario fiabesco a far loro da contorno, addirittura qualche buontempone che si era messo gli sci ai piedi per andare a far la spesa.

Brianzolo sugli sci

Istantanee che fanno sorridere. E che mettono anche un po' di nostalgia.

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Una ragazza pattina in Brianza

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Ragazzi giocano a palle di neve

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Bimbo sullo slittino

 

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Carretto per le strade

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Giochi per strada

Nevicata del 1985: le foto storiche

Dagli archivi dei settimanali locali del gruppo Netweek, alcune foto storiche dell'epoca:

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Foto 1 di 7

Seregno (Monza)

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Foto 2 di 7

Monza

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Foto 3 di 7

Schio

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Foto 4 di 7

Pianborno (Brescia)

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Foto 5 di 7

Vercelli

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Foto 6 di 7
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Foto 7 di 7

Brescia

In 40 anni tre gradi in più

Oggi, 13 gennaio 2025, esattamente 40 anni dopo quella storica nevicata, al Nord splende il sole. Durante l'arco della giornata difficilmente le temperature scendono sotto lo zero. Della neve nessuna traccia.

"Negli ultimi 30-40 anni le nostre stazioni meteorologiche presenti in Lombardia hanno rilevato un aumento di mezzo grado ogni dieci anni nelle stagioni invernali – Spiega Matteo Zanetti, meteorologo di Arpa Lombardia, al Giorno  –. Le irruzioni siberiane di aria gelida sono meno frequenti. Condizioni come quelle del 1985 diventano meno probabili. Non possiamo escluderle, però, perché rientrano perfettamente nelle caratteristiche del nostro clima. Negli ultimi 40 anni fa più caldo, con 0,8 gradi in più per decennio: c’è una tendenza al riscaldamento, che nella fascia alpina e prealpina della regione è ancora più accentuata di quanto non si registri in pianura. Gli ultimi tre anni, inoltre, sono stati più miti, anche se ancora non possiamo parlare di accelerazione del cambiamento climatico in quanto il periodo è troppo breve".

Insomma, il rischio concreto di svegliarsi con un muro di neve davanti alla porta, pare poco realistico. Con rassegnazione dei bimbi: che sono tutti, regolarmente, a scuola.

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