Quaranta chili di posta non consegnata e tenuta a casa. La postina: "Avevo mal di schiena"
La vicenda è emersa grazie alle segnalazioni di alcuni cittadini, che avevano ricevuto avvisi di pagamento per bollette mai arrivate
Quaranta chili di posta non consegnata... perché? Aveva mal di schiena. E' finita nei guai una portalettere responsabile di una zona di Cassino, nel sud della provincia di Frosinone, in Lazio.
40 kg di lettere non consegnate per il mal di schiena
La corrispondenza più datata risale al 2014, una bolletta della luce. Fra le lettere accumulate ci sono anche le buste verdi relative agli Atti Giudiziari, risalenti al 2016. In totale, si parla di circa quaranta chili di lettere mai recapitate, stipate in modo disordinato sia nell’abitazione sia nel bagagliaio dell’auto di una portalettere responsabile di una zona in provincia di Frosinone.
La vicenda è emersa grazie alle segnalazioni di alcuni cittadini, che avevano ricevuto avvisi di pagamento per bollette mai arrivate. Tutte le denunce descrivevano un problema circoscritto alla stessa area. In seguito, la polizia del commissariato di Cassino ha deciso di intervenire.
La scoperta
Con la scusa di un controllo, gli agenti si sono presentati a casa della portalettere, trovando subito un pacco di lettere appoggiato su un mobile nell’ingresso. Alla richiesta di spiegazioni, la donna ha dichiarato di essere stata bloccata dal mal di schiena il giorno precedente, motivo per cui non aveva completato la consegna. Tuttavia, una perquisizione più approfondita ha portato alla luce migliaia di buste accatastate in una stanza, per un totale di quaranta chili di posta mai distribuita.
Secondo le indagini, la portalettere, terminato il turno, tornava a casa e lasciava le lettere non consegnate in una borsa della spesa. In caso di lamentele, recuperava solo le missive più recenti; altrimenti, la corrispondenza restava dimenticata.
La denuncia
Poste Italiane ha sporto denuncia, e il commissariato di Cassino ha segnalato il caso alla Procura della Repubblica. La donna ora è indagata per "sottrazione di corrispondenza" e si stanno verificando eventuali violazioni ulteriori, come l'apertura delle lettere, che configurerebbe anche il reato di "violazione della corrispondenza".
Al momento, gli investigatori escludono il furto di valori come assegni o carte di pagamento, poiché nessuna busta sembra essere stata aperta. Tuttavia, rimane da chiarire come un problema fisico possa giustificare il mancato svolgimento del lavoro per un periodo così lungo, sollevando ulteriori interrogativi sulla vicenda.
spero non venga....... licenziataaaaaaaaaaaaaa.