Quando si può tornare a fare sport dopo il Covid
La Federazione dei medici sportivi ha sottoposto al Cts un nuovo protocollo, che punta ad accorciare i tempi.
La quarta ondata oramai ha raggiunto numeri importantissimi e coinvolto anche giovani e giovanissimi. Basta vedere la situazione delle scuole o farsi un giro fuori dalle farmacie, dove decine di ragazzini (accompagnati da mamme e papà) attendono i tamponi. Molti di questi - per non dire quasi tutti - praticano sport, a livelli diversi. E tra protocolli e regole vari, non è ancora chiarissimo quando si può tornare a fare sport dopo il Covid.
Quando si può tornare a fare sport dopo il Covid?
Molti forse se ne sono scordati ma il Ministero della Salute un anno fa aveva emesso una circolare ad hoc che disciplinava il ritorno in campo di atleti non professionisti, che una volta guariti dal Covid avrebbero dovuto attendere 30 giorni per poi sottoporsi a nuova visita di idoneità sportiva.
LEGGI LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLA SALUTE
La proposta della Fmsi
Nei giorni scorsi, però, la Federazione Medico Sportiva Italiana, in qualità di Federazione medica del Coni e unica Società Scientifica riconosciuta per la Medicina dello Sport dal Ministero della Salute, ha elaborato il nuovo protocollo “Return To Play” per la ripresa dell’attività sportiva per gli atleti risultati positivi e guariti dal Covid-19 allegato. Con questo, redatto anche in base alle ultime evidenze scientifiche, i tempi si riducono drasticamente: 7 giorni per gli atleti under 40 e 14 per gli ultraquarantenni.
Il protocollo - che tiene conto della situazione nazionale e della campagna vaccinale avanzata anche nella fascia 12-18 anni - è stato aggiornato in base alle più recenti evidenze medico-scientifiche che dimostrano come le complicanze cardiache (in particolare, la mio-pericardite) siano rare nei giovani atleti e si risolvano in genere favorevolmente in tempi relativamente brevi, anche in considerazione del fatto che gli atleti sono soggetti sani, essendo stati sottoposti periodicamente a screening per idoneità agonistica ai sensi della legislazione italiana.
L’obiettivo è favorire la ripresa dell’attività sportiva n condizioni di sicurezza per l’atleta, senza ulteriore aggravio del Sistema Sanitario Nazionale - già molto impegnato nella gestione dell’emergenza pandemica - e limitando gli esami diagnostici necessari e, di conseguenza, i costi a carico delle famiglie.
Sono stati, perciò, identificati i soli approfondimenti diagnostici essenziali, circoscritti in relazione all’età, alla presenza o meno di patologie individuate come fattori di rischio, allo status vaccinale, oltreché allo stadio clinico della malattia, nel massimo rispetto della tutela della salute degli atleti.
Cosa succede?
La proposta però rimane al momento ancora tale e dovrà essere validata dal Comitato tecnico scientifico. Fmsi ha pubblicato una nota sull'argomento per chiarire a tutti la situazione:
"Con riferimento al nuovo protocollo "Return To Play" per la ripresa dell'attività sportiva agonistica per gli atleti risultati positivi e guariti dal Covid-19, redatto dalla FMSI e in merito al quale il Presidente Federale, Maurizio Casasco, si è personalmente attivato con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, e con la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero medesimo, con i quali è in costante contatto, affinché il documento possa essere velocemente verificato dal CTS e, poi, approvato con debita circolare ministeriale, si precisa che il documento FMSI non ha valore legale.
Pertanto, nelle more dell'approvazione dello stesso da parte degli Organi competenti, che il Presidente confida possa avvenire a brevissimo, si è tenuti al rispetto della normativa nazionale disciplinante l'idoneità all'attività sportiva agonistica e della Circolare della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute prot. n. 1269 del 13/01/2021 recante "Idoneità all'attività sportiva agonistica in atleti non professionisti Covid-19 positivi guariti e in atleti con sintomi suggestivi per Covid-19 in assenza di diagnosi da SARS-CoV-2".
Ne consegue che chiunque applicasse oggi il nuovo protocollo "Return To Play" opererebbe in condizioni di illiceità.
Invitiamo tutti ad attenerVi alle predette indicazioni, anche per non vanificare il lavoro financo condotto dalla FMSI".