C’è una linea sottile tra dolore e sofferenza, un confine invisibile che segna la differenza tra ciò che accade e come scegliamo di viverlo.
Quando il dolore insegna e la sofferenza trattiene
Il dolore è un fatto che arriva quando la vita ci colpisce con una perdita, una fine, una delusione ed è parte della condizione umana, un messaggero che ci segnala che qualcosa dentro di noi ha bisogno di cura, presenza e ascolto.
La sofferenza, invece, nasce quando il dolore si trasforma in storia, quando la mente rifiuta ciò che è accaduto e inizia a raccontarsi:
“Perché proprio a me?”, “Non ce la farò mai”.
In quel momento il dolore diventa prigionia. La libertà sta nel riconoscere che il dolore è inevitabile, ma la sofferenza è una scelta. Possiamo imparare a stare, a respirare dentro il dolore senza combatterlo, osservandolo e trasformandolo perché dire “Sto provando dolore” è diverso dal dire “Sono distrutto”.
Da qui nasce l’importanza del linguaggio che crea realtà, restituisce potere e apre alla consapevolezza. Ogni dolore contiene una lezione nascosta, una possibilità di crescita, un invito silenzioso a conoscerci meglio.
La compassione verso sè stessi non è debolezza, ma forza pura ed è la capacità di offrirsi la stessa gentilezza che daremmo a un amico ferito. Non possiamo scegliere di non provare dolore, ma possiamo scegliere come attraversarlo e questa scelta, se fatta con consapevolezza e presenza, diventa la porta attraverso cui la vita torna a insegnarci a vivere.
Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach e cura una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (più di 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria) oltre al nostro quotidiano online nazionale.