Si parte

Quando bisogna fare la terza dose: come calcolarlo

Secondo l'Aifa, in soggetti non fragili, il tempo che deve trascorrere tra seconda e terza dose è di almeno sei mesi.

Pubblicato:
Aggiornato:

Si parte. La campagna vaccinale entra nella sua terza fase da lunedì 20 settembre 2021. Il generale Figliuolo ha scelto il Veneto di Luca Zaia per presenziare simbolicamente all'avvio delle vaccinazioni, ma la nuova tranche di somministrazioni (solo con Pfizer e Moderna) partirà in tutte le regioni.


Via alla campagna: a chi e quando la terza dose

PRIMO STEP. Per ora saranno coinvolti solo adulti e adolescenti fragili, cioè in condizione di immunosoppressione clinicamente rilevante: trapiantati e soggetti con immunocompromissione assimilabile, come quelli sottoposti a terapie immunosoppressive, malati oncologici ed ematologici o affetti da malattie autoimmuni.

Per tutti questi, quando? Almeno dopo 28 giorni dall'ultima somministrazione.

SECONDO STEP. Poi toccherà agli operatori sanitari, agli ospiti delle Rsa e agli over 80.

Quando? Secondo l'Aifa il tempo che deve trascorrere tra seconda e terza dose è di almeno sei mesi.

TERZO STEP. E per tutti gli altri? Per ora bocce ancora ferme: l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto a tutti gli Stati di non procedere prima di dicembre con i booster per la popolazione sana.

In Israele sono già partiti, considerando un decadimento della risposta anticorpale già dopo sei mesi dalla seconda dose, ma non tutta la comunità scientifica è concorde sull'opportunità di vaccinare a tappeto con la terza dose: probabilmente si attenderà un parere formale dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco.

In ogni caso, anche per i sani, la terza dose arriverà dopo almeno sei mesi dalla seconda.

Intanto, ad essere vaccinato con due dosi è ormai il 74% degli italiani, poco più di 40 milioni.

L'immunologo Silvestri: "In futuro vaccini personalizzati"

"La terza dose sarà ben presto necessaria. Dopo 8-10 mesi torna il rischio di infettarsi con conseguenze serie".

A dichiararlo è stato l'immunologo Guido Silvestri, scienziato italiano che da 30 anni lavora sui vaccini negli Usa come direttore del laboratorio di immunologia della Emory University e capo del dipartimento di patologia della scuola di medicina di questo ateneo di Atlanta.

"Tra alcuni mesi, dipende dal giudizio delle autorità sanitarie, avremo a disposizione vaccini già sviluppati da Pfizer, e poi di Moderna, efficaci anche contro la variante Delta e la Beta, quella inglese. Ma, nel frattempo, anche ripetere l'immunizzazione già fatta offrirà un'ottima copertura".

Il virologo italiano, inoltre, riguardo ai grandi passi avanti fatti con la tecnologia a mRNA, ha dichiarato:

"Debellare la pandemia è essenziale ma credo che, guardando avanti, dobbiamo renderci conto che con la tecnologia a RNA messaggero è stato fatto un progresso enorme che tra qualche anno ci consentirà di realizzare facilmente vaccini polivalenti contro molte altre malattie infettive. Possiamo iniziare a pensare a vaccini personalizzati o tarati sulle patologie di specifiche aree geografiche, che metteranno al riparo da molte malattie con una sola iniezione. Un progresso straordinario: come passare da una chirurgia con la scure al bisturi, o al laser. Ecco, il riconoscimento di questi successi della scienza rischia di essere oscurato dalle crescenti resistenze e dall'animosità nata intorno alla pandemia".

Seguici sui nostri canali