Futuro tecnologico (e inquietante)

Quali lavori verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale

Secondo un recente studio circa 300 milioni di lavoratori potrebbero essere rapidamente sostituiti dai robot

Quali lavori verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale
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Se ne parla tantissimo in questi giorni, e anche coloro che la stanno promuovendo (Elon Musk e il fondatore di ChatGPT Sam Altman) hanno lanciato un appello a "fare con calma". Ma mentre il Garante della Privacy blocca ChatGPT in Italia, emerge uno studio inquietante. Perché, inutile negarlo, probabilmente in tanti se lo sono chiesto: quali lavori verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale in futuro? In sostanza, il nostro posto è a rischio perché un domani potrebbe sostituirmi un robot?

I lavori che potrebbero essere sostituiti dall'intelligenza artificiale

Lo studio è stato prodotto da Goldman Sachs e si chiama The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth. Da un lato ci dice che la capacità di generare contenuti in modo automizzato senza l'intervento dell'uomo potrebbe portare a un aumento del PIL globale annuo del 7% nei prossimi 10 anni. Dall'altro però sostiene anche che circa 300 milioni di lavoratori potrebbero essere del tutto sostituiti dai robot.

Intelligenza artificiale e lavoro: pro e contro

Secondo lo studio - redatto da Joseph Briggs e Devesh Kodnani - circa due terzi dei lavori attuali sono esposti a un certo grado di automazione.  Ma questo non vuol dire che tutti debbano essere sostituiti in toto. Stando alle risultanze dello studio, infatti, la maggior parte dei lavoratori al mondo potrebbe essere "liberata" di circa la metà del proprio lavoro giornaliero: manterrebbe dunque il posto, con maggiore tempo libero a disposizione. Certo, se questo significasse anche una diminuzione dello stipendio potrebbe essere un problema non di poco conto...

Naturalmente al momento di ragiona soltanto su ipotesi. Perché non sappiamo ancora sino a che punto si spingerà la ricerca sull'intelligenza artificiale (anche se la strada sembra oramai segnata) e su quanto le aziende vorranno affidare la propria attività in toto - o quasi - alle macchine. Ma che dovremo convivere con questo approccio appare sempre più scontato.

Quali sono i lavori più a rischio con l'intelligenza artificiale

Secondo il report di Goldman Sachs i settori che potrebbero essere maggiormente colpiti dall'impatto dell'intelligenza artificiale sono quelli amministrativo, legale e finanziario. I mestieri più pratici - muratori, carpentieri, artigiani - invece dovrebbero temere di meno. Anche se non si può mai dire con i progressi della tecnologia...

In passato, peraltro, già altri studi avevano citato alcune professioni più a rischio. Vediamo quali sono:

  • Cassieri  Lo vediamo già in tutti i supermercati, dove i sistemi di self-checkout e di pagamento automatizzato hanno ridotto il numero di casse a disposizione dei clienti.
  • Operatori di telemarketing e servizio clienti Quante volte è capitato di parlare con il servizio clienti e trovarsi un robot che risponde in chat? Per esperienza, però, possiamo dire che non è la stessa cosa.
  • Impiegati di banca Anche gli operatori di banca potrebbero venire sostituiti dall'intelligenza artificiale, quantomeno per le operazioni di routine. D'altronde moltissimi istituti di credito già stanno chiudendo decine di filiali in tutta Italia...
  • Agenti di viaggio Un settore che ha già visto una certa crisi con la pandemia e che potrebbe essere messo ancora più a rischio dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale, in grado di creare itinerari personalizzati in base alle richieste del cliente.
  • Agenti immobiliari  Stesso discorso per gli agenti immobiliari.
  • Bibliotecari. Piattaforme digitali e  motori di ricerca avanzati già oggi rendono semplice l'accesso ai servizi delle biblioteche, e in futuro potrebbe esserci bisogno di meno personale umano.
  • Avvocati Sì, sembra strano ma è così. Analisi di documenti legai e fonti di diritto possono essere affidate a robot in grado di scandagliare documenti ad altissima velocità. Certo, poi farsi difendere in aula da un robot o da un Perry Mason è un'altra storia...
  • Giornalisti Già oggi alcuni algoritmi sono in grado di realizzare articoli (soprattutto online) basati su dati e perfettamente ottimizzati per essere letti in Rete. Il lavoro del giornalista, dunque, che già oggi è ampiamente preso di mira, potrebbe subire un altro duro colpo.
  • Segretari e assistenti I computer intelligenti stanno già ottimizzando la gestione delle attività amministrative, riducendo la domanda di segretari e assistenti amministrativi.
  • Addetti alla logistica e magazzinieri Già oggi molti magazzini sono automatizzati e le macchine si occupano dello spostamento e dello stoccaggio delle merci. E in futuro potrebbe esserlo ancora di più
  • Operai edili e di catena di montaggio. Stesso discorso anche per gli operai edili e per le catene di montaggio: già oggi le macchine stanno svolgendo parecchi dei loro compiti.

Intelligenza artificiale: cosa è l'effetto Terminator (e non stiamo esagerando?)

Proprio in questi giorni peraltro si è parlato molto dell'Intelligenza artificiale e dell'effetto Terminator. Due nomi di primo piano quali Sam Altman, fondatore di OpenAI (la startup creatrice di ChatGPT) e l’uomo più ricco del mondo, colui che sogna la colonizzazione di Marte, Elon Musk – in termini diversi – hanno espresso però la necessità di andarci con i piedi di piombo con l’intelligenza artificiale.

"Mano a mano che i nostri sistemi si avvicinano alla Agi stiamo diventando sempre più cauti nella creazione e diffusione di questi modelli”, ha spiegato Sam Altman, fondatore di OpenAI (la startup creatrice di ChatGPT). E ha aggiunto: “Le nostre decisioni richiederanno molta più cautela di quella che la società solitamente applica alle nuove tecnologie”.

Sam Altman

Altman, come Bill Gates o il suo ex socio Elon Musk, è infatti uno dei teorici del cosiddetto “scenario Terminator”, secondo cui sviluppare l’intelligenza artificiale potrebbe potenzialmente mettere in pericolo la stessa esistenza dell’essere umano, resa obsoleta (o peggio) da intelligenze artificiali dotate di coscienza, di capacità cognitive estremamente superiori alle nostre e che potrebbero potenzialmente perseguire in autonomia obiettivi contrari al benessere della nostra società.

Musk, invece, ha evocato addirittura il demonio (ma alle sue sparate siamo oramai abituati)

"Penso che dovremmo stare molto attenti all'intelligenza artificiale. Se dovessi indovinare qual è la nostra più grande minaccia esistenziale, probabilmente è quella. Quindi dobbiamo stare molto. Sempre più scienziati pensano che dovrebbe esserci una supervisione normativa forse a livello nazionale e internazionale, solo per assicurarsi che non facciamo qualcosa di molto sciocco. Con l'intelligenza artificiale stiamo evocando il demone".

Adesso Elon Musk e il fondatore di ChatGPT invocano "cautela" con l'intelligenza artificiale
Elon Musk

Insomma, prima producono tecnologia con cui arricchirsi, e poi ci dicono di starci attenti...

Intanto, sempre in settimana, il Garante in Italia ha bloccato ChatGPT perché non rispetterebbe i dettami della Legge sulla privacy. Proprio mentre l'Università cattolica di Milano ospitava Nao, il robot che parla e si comporta come un umano.

Il debutto di Nao
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