le parole durissime di mosca

Putin minaccia l'Italia. E su Guerini: "Ci chiese aiuto per il Covid, ora è un falco anti-russo". Ma la Russia può chiuderci il gas?

Il Cremlino, però, non può rinunciare agli introiti che derivano dalla cessione del gas al nostro Paese (e all'Europa).

Putin minaccia l'Italia. E su Guerini: "Ci chiese aiuto per il Covid, ora è un falco anti-russo". Ma la Russia  può chiuderci il gas?
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Una minaccia diretta espressamente all'Italia. E non da un soggetto qualsiasi. La Russia, dopo aver attaccato genericamente l'Europa e il "grande nemico" americano, se la prende direttamente con il nostro Paese attraverso le parole di Alexei Paramonov, direttore del Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. E nel mirino finisce il ministro Lorenzo Guerini, definito un "falco anti-russo".

La Russia minaccia l'Italia

Le parole di Paramonov suonano come un avvertimento:

"Non vorremmo che la logica anti-russa del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire trovasse seguaci in Italia", ha detto ricordando le parole del ministro transalpino, che aveva parlato del lancio di una "guerra economica e finanziaria totale" nei confronti di Mosca.

Il tema è ovviamente quello delle sanzioni. E alla base della decisione del Cremlino di puntare direttamente l'Italia c'è la consapevole dipendenza del nostro Paese dal gas russo.

"Mosca non ha mai utilizzato l'esportazione di risorse energetiche come strumento di pressione politica. Le aziende energetiche russe hanno sempre adempiuto pienamente ai loro obblighi. E continuano a farlo. Data la significativa dipendenza di Roma dagli idrocarburi russi, che raggiunge il 40-45%, il rifiuto di meccanismi affidabili per il trasporto delle risorse energetiche che sono stati sviluppati in molti decenni avrebbe conseguenze estremamente negative per l'economia italiana e per tutti gli italiani".

Guerini nel mirino

Mosca ha citato  l'assistenza significativa ricevuta dalla Russia durante la pandemia Covid (ci furono inviati materiali e anche alcuni medici vennero a sostenere il nostro personale sanitario, anche se in realtà erano più scienziati militari e civili, inviati per scoprire le caratteristiche del virus), ricordando che   "la richiesta è stata inviata anche dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ora è uno dei principali 'falchi' e ispiratori della campagna anti-russa nel governo italiano. È deprimente che ora, sullo sfondo dell'isteria anti-russa, le autorità italiane si siano dimenticate da un giorno all'altro di tutto - dei trattati e degli accordi bilaterali esistenti, della natura speciale dei nostri legami - e si siano unite alla frenetica campagna russofoba".

La solidarietà al  ministro

Immediate le reazioni di solidarietà nei confronti del ministro Guerini, che per primo ha replicato:

"Non diamo peso alla propaganda. Incoraggiamo ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino".

Solidarietà è arrivata direttamente anche dal premier Mario Draghi:

"Il paragone tra l'invasione dell'Ucraina e la crisi pandemica in Italia è particolarmente odioso e inaccettabile. Il ministro Guerini e le forze armate sono in prima linea per difendere la sicurezza e la libertà degli italiani. A loro va il più sentito  ringraziamento del governo e mio personale".

E anche la Farnesina ha preso subito posizione invitando Mosca "ad agire per la cessazione immediata dell'illegale e brutale aggressione in Ucraina".

Ma Putin può davvero chiudere i rubinetti?

Il dibattito si è subito acceso. E la domanda - inquietante - rimbalza da qualche ora: Putin può davvero chiudere i rubinetti del gas all'Italia? Posto che non c'è una risposta precisa, perché in una situazione come quella che stiamo vivendo tutto può succedere, sembra assai improbabile che Mosca prenda una decisione così importante. Anche perché se da un lato è vero che noi siamo molto dipendenti dal gas russo, dall'altro è altrettanto vero (e Putin questo lo sa) che non è così semplice per la Russia rinunciare agli introiti che la vendita del gas all'Italia e all'Europa, con i quali sta finanziando la campagna in Ucraina.

Parliamo di milioni di euro al giorno  e appare assai improbabile che Mosca voglia privarsene proprio ora.

 

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