Pronto soccorso pieno: bimbo con la febbre e mamma lasciati ad aspettare al freddo nel garage dell'ospedale
E' accaduto ad Adria (Rovigo): la sala d'attesa era piena e la donna e il bimbo sono stati lasciati in mezzo alle ambulanze.
Un'immagine incredibile, che dà la dimensione del periodo che stiamo vivendo, ma anche della sensibilità che alle volte ci vorrebbe e che viene invece a mancare. Ad Adria, in provincia di Rovigo, un bambino con la febbre e la sua mamma sono stati lasciati ad aspettare al freddo nel garage dell'ospedale perché la sala d'attesa del Pronto soccorso era piena. La foto è diventata virale e ha scatenato indignazione in tutta Italia.
Pronto soccorso pieno: mamma e bimbo malato lasciati in attesa in garage
Basterebbe la fotografia per dare il senso di quanto accaduto all'ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria, in provincia di Rovigo. Una mamma con il proprio piccolo in braccio, malato, che aspetta nel garage dell'ospedale, accanto alle ambulanze. A scaldarla un piccolo generatore di calore. Una situazione paradossale. Tutto perché la sala d'attesa del nosocomio veneto era piena e mamma e bimbo erano in attesa dell'esito del tampone Covid.
La denuncia
A denunciare l'accaduto è stato il marito della donna, seguito anche dal sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli:
"Ieri sera sono stato contattato da una famiglia che si è recata al Pronto Soccorso di Adria e ha dovuto attendere l'accettazione all'esterno, al freddo, con il bimbo piccolo che stava male. Questa mattina ho scritto alla direzione dell'Ulss5, perché se esistono delle regole, esiste anche il buon senso e quest'ultimo può anche cambiare le regole, perché queste situazioni non succedano più, a nessuno".
"Detto questo mi preme anche fare una considerazione, sulla nostra sanità pubblica, da Adria a Rovigo per arrivare a Padova, come molti anch'io e la mia famiglia abbiamo avuto bisogno di cure anche importanti ed ho sempre riscontrato una grande professionalità e disponibilità nel personale, in questi anni messo a dura prova, certo che si può e si deve migliorare, ma credo che rispetto a tante altre parti d'Italia possiamo davvero sentirci riconoscenti e fortunati, questo di rado lo affermiamo e a mio avviso è giusto ricordarlo".
E a giudicare dai commenti sotto il post su Facebook del primo cittadino, non si tratterebbe di un caso unico. Sono infatti numerosi gli utenti che hanno raccontato esperienze simili (anche in altri ospedali).
Ma è possibile una cosa del genere?
Ma è possibile una cosa del genere, viene da chiedersi. Evidentemente sì. Complici il "mix" tra Covid, influenza e mali di stagione che sta letteralmente mettendo in ginocchio gli ospedali e una troppo rigida interpretazione delle regole, come ha spiegato la stessa Ulss - che ha anche aperto un'indagine interna per capire cosa sia accaduto - in una nota emessa una volta emersa la vicenda.
"Purtroppo, questo rappresenta il risultato di una troppo rigida interpretazione delle norme senza tenere conto dei conseguenti effetti sui cittadini".