come proteggersi

Primo morto per West Nile in Lombardia. Almeno 20 vittime in tutta Italia

L'anziano, un novantenne con patologie pregresse, è deceduto all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, nel Milanese

Primo morto per West Nile in Lombardia. Almeno 20 vittime in tutta Italia
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Un anziano di 90 anni di Paderno Dugnano, con patologie pregresse, è deceduto all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, nel Milanese, dove era ricoverato dal 5 agosto 2025, a causa del virus West Nile. È la prima vittima in Lombardia dell’estate 2025.

Sono una ventina i decessi imputabili al virus, a livello nazionale.

Primo morto per West Nile in Lombardia

In Lombardia, dall’inizio dell’anno, sono stati confermati 13 casi di infezione da virus West Nile, di cui nove classificati come autoctoni, cioè contratti all’interno del territorio regionale. A comunicarlo è stata la Direzione Generale Welfare, che sottolinea come la situazione epidemiologica sia, al momento, in linea con gli andamenti degli anni precedenti.

Tra i casi registrati, oltre al 90enne deceduto, cinque persone hanno sviluppato la forma più grave della malattia con sintomi neurologici, quattro hanno avuto sintomi lievi senza complicazioni neurologiche e tre sono risultate asintomatiche, identificate grazie agli screening sui donatori di sangue.

Il caso più recente, proprio delle ultime ore, è legato a un ottantenne del Basso Mantovano che dopo la puntura di una zanzara, ha iniziato a manifestare alcuni sintomi neurologici. Rivoltosi ai medici, è stato deciso il ricovero in ospedale.

Il nuovo bollettino, diffuso ieri dalla Regione, mostra un incremento significativo rispetto alla scorsa settimana: da 3 a 12 le infezioni confermate in pochi giorni. Il quadro, spiegano dal Welfare, ricorda più l’andamento del 2024 — con 9 infezioni a metà agosto e un bilancio finale di 41 casi e tre decessi — che quello del 2023, anno in cui il virus fu molto più aggressivo: già a inizio agosto si contavano 18 casi, saliti a circa 30 pochi giorni dopo, con un totale di 115 contagi e 13 morti.

Storicamente, i mesi di agosto e settembre sono i più critici per la diffusione del West Nile, in coincidenza con la massima attività del suo vettore principale, la zanzara comune Culex. Il serbatoio naturale del virus è rappresentato dagli uccelli selvatici, mentre esseri umani e cavalli sono “ospiti a fondo cieco”, ossia non trasmettono ulteriormente l’infezione ma fungono da “sentinelle” quando sviluppano sintomi.

Come avviene la sorveglianza

La sorveglianza del West Nile — e del suo “parente” Usutu, un virus simile ma più dannoso per gli uccelli e meno pericoloso per l’uomo — è regolata dal Piano Nazionale Arbovirosi 2022-2025. In Lombardia il coordinamento spetta alla Direzione Regionale Welfare, con il supporto delle otto ATS e dei laboratori di riferimento dell’ospedale Sacco di Milano e del Policlinico San Matteo di Pavia. Il monitoraggio si basa su controlli su zanzare, uccelli selvatici e cavalli, oltre che su test per sangue e organi donati. I dati vengono aggiornati settimanalmente sul sito regionale, sebbene non in tempo reale.

Il sistema di sorveglianza prevede che, quando il virus viene rilevato in una provincia, scattino automaticamente protocolli di prevenzione nelle donazioni e nelle attività sanitarie.

"Continueremo a monitorare attentamente la situazione e ad adottare le misure necessarie per tutelare la salute dei cittadini — affermano dal Welfare regionale —. Invitiamo la popolazione a seguire le indicazioni di prevenzione, soprattutto per proteggersi dalle punture di zanzare".

Il quadro nazionale

In Italia, dall’inizio del 2025, sono stati segnalati oltre 170 casi di infezione, con almeno 20 vittime.

Nella maggior parte dei casi l’infezione non provoca sintomi. Circa il 20% delle persone infette sviluppa forme lievi, con febbre, mal di testa, nausea, vomito, ingrossamento dei linfonodi o eruzioni cutanee. Nei bambini la malattia si manifesta spesso con febbre moderata; nei giovani con febbre più alta, occhi arrossati, mal di testa e dolori muscolari; negli anziani o nei soggetti fragili, invece, può assumere forme più gravi.

Le complicazioni neurologiche — come febbre alta, forte mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi visivi, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma — si verificano in meno dell’1% dei casi (circa 1 su 150). In alcuni pazienti possono lasciare danni permanenti.

Al momento non esiste un vaccino contro la febbre West Nile. La prevenzione si basa quindi sulla protezione personale dalle punture di zanzare, soprattutto nelle ore serali e notturne.

Come proteggersi

Le autorità sanitarie raccomandano alcune misure semplici ma efficaci:

  • Applicare repellenti cutanei sulle parti di pelle esposte.
  • Indossare abiti chiari e coprenti, come pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe.
  • Evitare profumi intensi che possano attirare le zanzare.
  • Installare zanzariere a porte e finestre o sostare in ambienti climatizzati.
  • Eliminare ristagni d’acqua, svuotando sottovasi e contenitori, e coprire vasche per animali e piscine gonfiabili.