Primo giorno di scuola, Mattarella: "La vita è molto più ricca dello smartphone. E dà una "strigliata" anche ai genitori
Teatro dell'evento il Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ha inaugurato il nuovo anno scolastico al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari.
L’evento è stato animato da delegazioni di studenti provenienti da tutto il Paese e da personalità del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, della divulgazione scientifica, della cultura.
Durante la manifestazione si sono esibiti alcuni Istituti che si sono distinti in attività creative e di approfondimento culturale nell’ultimo anno scolastico. Ha concluso la cerimonia l’intervento di Mattarella.
Molti i temi trattati dal Presidente della Repubblica nel suo discorso ai giovani studenti, in cui rammenta:
"L’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica".
Inaugurazione del nuovo anno scolastico, Mattarella: "La scuola è movimento"
"La scuola è movimento. Non si ferma. È una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. È palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze indispensabili che trasmette a chi la frequenta. Per i valori preziosi che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto. Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, come è necessario in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso".
Il Presidente invita inoltre i giovani a non temere il futuro:
"Il futuro non deve incutere paura. I nuovi orizzonti sono essi stessi frutto dell’ingegno e dell’opera umana. Il nodo della questione – poc’anzi qualcuno ce lo ha rammentato - non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l’uso - benefico o fraudolento - che se ne intende fare. I processi di conoscenza e di nuove opportunità non si arrestano, ma bisogna governarli e orientarli al bene comune. I giovani sono più avanti nella conoscenza digitale. Ne hanno fatto strumento di vita quotidiana. Tante volte nonni e genitori chiedono loro aiuto e consiglio e quelli che non lo fanno scoprirebbero un mondo prezioso se iniziassero".
Ma avverte:
"Lo smartphone, ragazzi, è uno strumento che aiuta, prezioso nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, più ricca, più emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità dell’attenzione e delle relazioni della vita".
No al bullismo
Mattarella invita a combattere radicalmente la deriva del bullismo:
"Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e anzitutto a prevenire, incidendo sulle cause profonde - frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro - che provocano momenti così gravi e inaccettabili. Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili. Vi è oggi disagio tra i giovani, tra i giovanissimi. È un disagio che si mescola e si sovrappone alle loro straordinarie qualità e a grandi generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare e a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche soltanto parlarne".
E ancora:
"L’abbandono scolastico è una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di tanti insegnanti. In taluni contesti sociali la scuola è l’unica vera speranza di riscatto. Marginalità e violenze creano barriere all’inclusione, ma sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alla problematicità di alcuni territori".
Una "strigliata" ai genitori troppo ingerenti
"La scuola - si suol dire - è per tutta la vita, volendo sottolineare l’importanza del momento formativo di cittadini consapevoli".
Il Presidente non dimentica, infine, di "richiamare" al buonsenso i genitori eccessivamente ingerenti:
"I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte, ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole. Senso che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti".
Per poi chiosare:
"Il centro, il cuore, la ragione della scuola siete voi. Bambine, bambini, ragazze e ragazzi. Vi auguro un anno di crescita, di amicizia, di grande soddisfazione, di gioia, di incontro con gli altri. La scuola accende la nostra speranza".