Sentenza fa giurisprudenza

Prende 84mila euro di mance all'hotel: ora dovrà pagarci le tasse

Il caso del concierge di un hotel di lusso della Costa Smeralda è rimbalzato ovunque.

Prende 84mila euro di mance all'hotel: ora dovrà pagarci le tasse
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Le mance sono reddito da lavoro e  dunque come tali vanno tassate. Una sentenza che - come si suol dire in questi casi - è destinata a fare giurisprudenza quella emessa dalla Corte di Cassazione nel caso di un concierge di un hotel della Costa Smeralda che   aveva guadagnato quasi 84mila euro grazie alle elargizioni dei clienti.

Mance per 84mila euro al concierge: vanno tassate

La sentenza è stata depositata giovedì 30 settembre. Sino a quel momento la circolare 3/2008 dell'Agenzia delle Entrate regolamentava le mance come donazioni di entità limitata (e d'altronde, salvo rarissimi casi, si tratta di pochi euro, la maggior parte delle volte spiccioli), e dunque non soggette a tassazione. Peccato che nell'estate del 2007 la stessa Agenzia delle Entrate ha fatto i conti con gli extra incassati da un capo ricevimento di un lussuoso hotel della Costa Smeralda, evidentemente molto bravo nel saperci fare coi clienti, tanto da accumulare quasi 84mila euro di mance. Soldi che - legittimamente - erano finiti sul suo conto corrente.

Ma per il Fisco si trattava di reddito da lavoro dipendente (perché in effetti se il concierge fosse stato in spiaggia in quel momento non avrebbe potuto ricevere quel denaro) non dichiarato, e pertanto aveva presentato ricorso.

La decisione della Cassazione: sono reddito

Ne è nata una battaglia legale che a colpi di ricorsi e controricorsi si è conclusa con la sentenza della Suprema Corte che ha dato ragione all'Agenzia delle Entrate. La Commissione tributaria regionale, a cui si era rivolto il contribuente, aveva infatti dato ragione al lavoratore, sostenendo che le mance non potessero essere considerate tassabili perché  arrivate direttamente dai clienti, senza l’interazione con il datore di lavoro.

Di diverso avviso però la Cassazione, secondo cui "le erogazioni liberali percepite dal lavoratore dipendente, in relazione alla propria attività lavorativa, tra cui le cosiddette mance, rientrano nell’ambito della nozione onnicomprensiva di reddito e sono pertanto soggette a tassazione".

A far pendere la bilancia dalla parte del Fisco anche il pensiero secondo qui le elargizioni dei clienti  anche quando non sono ricevute direttamente dal datore di lavoro, hanno origine dal rapporto subordinato e costituiscono un’entrata  "sulla cui percezione il dipendente  può fare, per sua comune esperienza, ragionevole, se non certo affidamento".

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