la convivenza col virus

Anche i positivi potranno uscire di casa: vicino lo stop a quarantena e isolamento

Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa potremo presto arrivare a questa situazione.

Anche i positivi potranno uscire di casa: vicino lo stop a quarantena e isolamento
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Che con il Covid dovremo imparare a convivere lo sappiamo oramai da un pezzo. E anche un recente studio inglese che certifica che Omicron non lascia tracce anticorpali nell'uomo non fa che confermare questa tesi. E pensare di procedere a colpi di quarantene e isolamenti non è pensabile. Lo sa anche il Governo, tanto che il sottosegretario alla Salute Andrea Costa si è lasciato andare a una previsione:

"L'obiettivo è la convivenza con il virus e se parliamo di convivenza non possiamo che rimuovere anche l'isolamento per i positivi. Confido che nelle prossime settimane   si arrivi anche a questa scelta che sarebbe un ulteriore passo verso la normalità. Credo che ci siano i giorni contati anche per questo tipo di provvedimento".

Anche i positivi potranno uscire di casa

Piano però a esultare. Primo perché di una revoca delle quarantene per i positivi se ne parla da tempo, senza poi arrivare a un passo concreto. Già a febbraio, sull'onda di quanto stava programmando di fare la Gran Bretagna, il sottosegretario Pierpaolo Sileri aveva dato qualche speranza in merito, senza che poi si concretizzassero:

"Io credo che anche noi, come il Regno Unito, arriveremo alla revoca dell'obbligo di isolamento dei positivi, ma inizialmente solo di quelli asintomatici, che però dovrebbero mantenere l'uso della mascherina. Credo che per gli asintomatici ci si arriverà quando sarà dimostrata la sicurezza e gli ospedali saranno molto più vuoti di adesso, già lentamente si stanno svuotando le terapie intensive. Si farà per gradi, prima rendi liberi gli asintomatici, poi i paucisintomatici, e così via".

Esperti divisi

Le parole di Costa, però, dividono (come sempre oramai) gli esperti. Matteo Bassetti,  direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, si conferma uno dei più "aperturisti":

"E' un passaggio fondamentale per ritorno alla completa normalità e convivenza con il virus che è molto diverso a quello del 2020 e 2021, quando mettevamo in isolamento le persone positive perché non erano vaccinate e rappresentavano un pericolo per gli altri. Oggi la situazione è cambiata. Se si farà questo passaggio, spero il prima possibile, sarà quello decisivo per la vera convivenza con il Covid. Le persone  dovrebbero aver imparato che, se ci sono i sintomi di una infezione respiratoria, devono tutelarsi: o stando casa o indossando la mascherina".

Opinione condivisa da  Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma.

"Penso sia una decisione che può essere presa, ciò tenuto anche conto che la malattia, allo stato attuale e non nella forma grave, è simile ad altre malattie respiratorie. Bisogna insomma convivere col virus. Ciò ovviamente  non significa però non tenere gli occhi aperti e non tornare sui propri passi se necessario".

Più cauto Massimo Galli, ex direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano:

"Dai numeri della pandemia che vediamo in questi giorni, non possiamo escludere che il virus stia portando a una nuova ondata: speriamo un'ondina, non un cavallone. In questo quadro, prima di togliere ulteriori misure di contenimento manterrei un profilo basso. Perché nel momento in cui eliminiamo un altro strumento di controllo, possiamo avere qualche brutta sorpresa e non in autunno, ma già in piena estate".

Fabrizio Pregliasco, invece, fa affidamento sulle persone:

"Se in passato andavamo a lavorare con l'influenza, io credo che nel futuro una persona che andrà in ufficio con influenza, infezioni respiratorie o Covid verrà comunque guardata male. Spero nel senso di responsabilità dei singoli".

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