Il caso

Positiva al Covid dopo la prima dose di vaccino: ora è guarita, ma senza Green Pass

Chi si ammala di Covid dopo la prima dose riceve un Green Pass valido 6 mesi. Questa insegnante di Settimo Torinese, il primo giorno di scuola, è stata respinta perché la sua certificazione è già scaduta.

Positiva al Covid dopo la prima dose di vaccino: ora è guarita, ma senza Green Pass
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Si era ammalata di Covid-19 qualche giorno dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino  Astrazeneca. Una volta guarita non ha dovuto sottoporsi alla seconda dose perché l'infezione stessa rappresenta uno stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dal primo siero somministrato. Ma per un arzigogolo burocratico si ritrova senza Green Pass.

Così un'insegnante di Settimo Torinese si è ritrovata, proprio nei giorni di ripresa dell'attività lavorativa, il 4 settembre con il "lasciapassare" scaduto e non può tornare tra i banchi di scuola perché la sua Certificazione verde è già scaduta. Presentatasi a scuola con un certificato che attesta il completamento del suo percorso vaccinale, è stata respinta dal preside.

Positiva dopo la prima dose: ora è guarita, ma senza Green Pass

Un episodio particolare che rischia di diventare un caso nazionale. Come raccontato da Prima Il Canavese, la docente Marzia Denicolai, maestra in una scuola di Settimo Torinese, positiva al Covid dopo la prima dose di vaccino, non può tornare tra i banchi di scuola perché sprovvista di Green Pass.

La sua storia è emblematica: il 25 febbraio 2021 è stata vaccinata con la prima dose di Astrazeneca, mentre undici giorni più tardi, l'8 marzo 2021, si è ammalata di Covid-19.

Come da indicazioni del Ministero della Salute e dell'Aifa (L'agenzia italiana del farmaco), la vaccinazione avviene in singola dose quando si è già sviluppata una reazione anticorpale in seguito all'infezione da Sars-Cov-2. Generalmente la seconda dose di vaccino è necessaria per incrementare la risposta immunitaria e ottenere la protezione vaccinale ottimale. Nel caso di infezione da Sars-Cov-2, l'infezione stessa rappresenta uno stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dalla singola dose di vaccino.

Una volta guarita, alla docente piemontese è stata consegnata la Certificazione verde. Il problema è che la piattaforma nazionale Dgc (Digital Green Certificate) è stata programmata per rilasciare Green pass validi nove mesi quando l'unica dose di vaccino viene somministrata successivamente alla malattia e solo sei mesi quando invece ci si ammala dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino. Così l'insegnante si è ritrovata il 4 settembre 2021 con il Green Pass scaduto.

Respinta da scuola

Quel giorno stesso le è stato rilasciato, dal Centro vaccinale Bosio di Settimo Torinese, un certificato che attesta il completamento del suo percorso vaccinale. Ma nessuno sa come registrare questo dato nella piattaforma che le dovrebbe rilasciare il Green Pass necessario per andare a lavorare. Con il certificato rilasciato dal Centro vaccinale l'insegnante si è presentata oggi alla sua scuola, ma è stata respinta.

La CUB/SUR denuncia pubblicamente il caso per sollecitare un intervento urgente risolutivo di questa assurda situazione.

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La burocrazia che si mette di traverso

Non è il solo caso di impedimento burocratico legato al Green pass. Un altro caso abbastanza clamoroso è quello  di Emanuela De Franchis, direttore risorse umane di una multinazionale italiana, vaccinata all'estero ma senza certificazione verde.

I servizi territoriali Asst italiani possono procedere alla registrazione sul fascicolo sanitario e quindi riconoscere la regolarità di quanto effettuato. Tuttavia, quando si tratta di ottenere il Green Pass nasce il problema, perché il sistema italiano sembra non “leggere” i documenti stranieri e la burocrazia non è in grado di sbloccare creando però problemi a cittadini del tutto in regola.

E così, Emanuela - come molti altri nostri connazionali - si trova in un limbo da cui è difficile venire fuori.

In questa intervista la sua storia.

 

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