Bando per soli uomini: bufera sul Policlinico universitario di Messina (e il tema è la prevenzione del tumore al seno...)
L’Azienda ospedaliera ha fatto marcia indietro, l’Università degli Studi ha preso le distanze

Un bando di concorso per una borsa di studio del valore di 40mila euro lordi, pubblicato dal Policlinico universitario "Gaetano Martino" di Messina, ha sollevato un’ondata di polemiche per un dettaglio che non è passato inosservato: il requisito del "genere maschile". Un criterio di selezione che ha immediatamente fatto gridare allo scandalo, soprattutto perché legato a un progetto finanziato con i fondi europei del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), destinato alla prevenzione del tumore al seno nelle donne ad alto rischio.
L'azienda è rapidamente corsa ai ripari, parlando di "refuso". Sulla questione è intervenuta anche la ministra delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che non ha risparmiato critiche.

Borsa di studio da 40mila euro riservata ai soli uomini
Il bando, rivolto a candidati in possesso di cittadinanza italiana, privi di rapporti di lavoro con enti pubblici o privati e senza condanne penali, richiedeva anche la laurea in Medicina, la specializzazione in radiodiagnostica e l’iscrizione all’Ordine dei Medici. Tuttavia, al punto 6 del documento, figurava in modo esplicito la preferenza per "soggetti di genere maschile". Un’incongruenza tanto più sconcertante considerando che la finalità del progetto riguarda la salute femminile.
La pubblicazione del bando ha immediatamente attirato l’attenzione dei giovani medici specializzandi e degli utenti sui social, che hanno denunciato pubblicamente l’assurdità della selezione di genere, ritenuta non solo anacronistica ma anche profondamente ingiusta. I commenti online parlano chiaro: “Incredibile ma vero: un concorso riservato solo ai maschi", “E poi dicono che il patriarcato non esiste più!", "E queste sarebbero le Pari Opportunità!".
"Un refuso"
A fronte del clamore mediatico, l’Azienda ospedaliera universitaria ha fatto marcia indietro, definendo quanto accaduto un semplice errore materiale.
"In riferimento al bando in cui è stato previsto il genere maschile - ha spiegato il Policlinico - precisiamo che si è trattato di un mero refuso. Ci scusiamo per l’errore. Già ieri è stata adottata la delibera n. 784 del 09/04/2025 che prevede la rettifica del bando, in linea con la vigente normativa, e la conseguente riapertura dei termini".
L’Università degli Studi di Messina ha preso le distanze, chiarendo che la procedura in questione era esclusivamente di competenza del Policlinico e non dell’Ateneo, trattandosi di una selezione per un incarico legato alla sanità e non alla carriera accademica.
Va specificato che i bandi legati ai fondi del PNRR possono, in casi eccezionali, prevedere una preferenza di genere nel tentativo di riequilibrare una forte disparità presente all’interno di determinati settori professionali. Tuttavia, il Policlinico ha negato che questa fosse l’intenzione, confermando che non esistono squilibri di genere tali da giustificare una simile clausola nella propria struttura.
L'intervento di Roccella
Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, che ha apprezzato la correzione dell’errore da parte dell’ente, ma non ha risparmiato critiche:
“Sarebbe paradossale che, mentre si lavora per promuovere le pari opportunità, si arrivi a bandi che escludano le donne proprio in ambito scientifico e universitario. Soprattutto se si tratta di fondi del PNRR, che hanno come obiettivo la riduzione del gender gap”.
I dubbi
Nonostante le rassicurazioni fornite dal Policlinico, molti specializzandi continuano a nutrire dubbi sulla reale natura dell'errore. L’ipotesi avanzata da alcuni è che il bando sia stato inizialmente formulato per favorire un candidato preciso. Il sospetto che non si tratti di un semplice "refuso" ma di un tentativo maldestro di aggirare i criteri di imparzialità e meritocrazia rimane forte tra gli addetti ai lavori.