Polemiche su Papa Francesco distolgono l’attenzione dall'Italia fanalino di coda in Ue nel sostenere la comunità LGBT – L’Irriverente commento di Simone Di Matteo

Un mare di critiche per il Capo di uno Stato differente dall'Italia e il silenzio quasi assoluto per le scelleratezze del nostro Capo del Governo

Polemiche su Papa Francesco distolgono l’attenzione dall'Italia fanalino di coda in Ue nel sostenere la comunità LGBT – L’Irriverente commento di Simone Di Matteo
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In questa nostra sconclusionata e sciagurata epoca, fatta di inetti idolatranti e incapaci perdigiorno, si ha la strana e purtroppo comune abitudine di seguire la strada del “chiacchiericcio da comari” o la tendenza del momento senza riflettere, neanche per un secondo, su ciò che si dice o si fa. Spesso e volentieri, in effetti, ci stupiamo di ciò che non dovrebbe più meravigliarci e non ci indigniamo di fronte agli abomini che solamente le menti di chi ci governa sono in grado di partorire. Un’evidenza che mi è rimbalzata ancor più alla mente in seguito alle polemiche che hanno investito Papa Francesco di recente, lasciando passare in sordina fatti ben più rilevanti.

Cosa ci aspettiamo da Papa Francesco?

Fonte foto: web

Nei giorni scorsi, infatti, Sua Santità è stato travolto da un’infinità di critiche provenienti da ogni angolo del pianeta per alcune sue affermazioni, diffuse da qualcuno che evidentemente pensava di poterne ricavare un vantaggio, nel corso di un’assemblea a porte chiuse della CEI. Parlando con i vescovi presenti, il Papa avrebbe invitato a non ammettere seminaristi con tendenze omosessuali o dichiaratamente gay sulle note di un colloquiale “c’è già troppa frociaggine”.

Che si sia trattato di un errore di comunicazione nemmeno se Bergoglio fosse una Chiara Ferragni qualunque?

O più semplicemente, stando a quanto hanno riportati diversi ministranti ai microfoni de Il Corriere della Sera, egli non era chiaramente consapevole di quanto tale esternazione potesse risultare offensiva in italiano?

Qualsiasi ragione ci possa essere, sta di fatto che un’infinità di leoni da tastiera, attivisti a tinte arcobaleno, esponenti noti della comunità e ben pensanti della moltitudine si è scagliata contro di lui senza domandarsi che cosa rappresenti al pari di un mare in tempesta che si riversa sulla costa incurante dei bagnanti.

Anche perché, diciamocelo chiaramente, chi è Papa Francesco e che cosa ci aspettiamo da lui?!

Stiamo parlando di un gesuita che vuole portare la Chiesa a sinistra (in più di un’occasione ha mostrato apertura nei confronti delle persone omossessuali), ma che è continuamente vessato dalle correnti conservatrici che pullulano il Vaticano? Oppure, ci stiamo rivolgendo al rappresentante di un’Istituzione millenaria che, nel corso dei secoli, ha continuamente predicato la pace da un lato e promosso la guerra santa dall’altro? O ancora, ad un Capo di Stato al comando di una Nazione che ha una sua identità statale, differente da quella italiana (che piaccia o meno, il Vaticano è uno Stato distinto dall’Italia pur condividendone il suolo), e una sua legislazione, che nulla hanno a che vedere con la nostra e che di certo non hanno niente di violento a differenza di quelle degli Orban o Putin della situazione tanto cari ai nostri governanti? O che ne so, al Sommo Padre di una Chiesa che ha l’unione tra uomo e donna tra i principi fondativi del suo Credo?!

Ebbene, sono queste le domande che dovremmo porci e alle quali, purtroppo, quasi nessuno pensa.

Papa Francesco
Fonte foto: web

Quello che più mi sconvolge, tuttavia, è che non ci sia stato il medesimo rumore (per non parlare del silenzio quasi assoluto che invece si è percepito) dopo che l’Esecutivo italiano si è unito agli altri 8 dell’Unione nel non firmare la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+, lo scorso 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale dell’Omotransfobia.

L'Italia, con altri 8 Paesi Ue, non ha infatti firmato la dichiarazione per la promozione di politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+ presentata dalla presidenza belga ai 27 Paesi membri dell'Ue. A non firmare la dichiarazione sono stati anche Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Sarà perché è più facile prendersela contro un anziano Papa che contro una donna all’apice della sua carriera politica...

Se vi siete persi l'intervista della scorsa settimana dell'Irriverente Simone Di Matteo dedicato al nuovo libro dell'ex autrice di Maria De Filippi, potete recuperarlo QUI!

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