Peste suina: calano i casi in Piemonte, ora l'emergenza si sposta a Roma. E si parla di abbattimento
Ue: istituzione di una zona infetta a Roma, abbattimento selettivo dei cinghiali nell'area.
La peste suina in Italia fa sempre più paura, il virus che colpisce i cinghiali e maiali non sta creando problemi solo nel Nord Italia ma anche nel centro, soprattutto in Lazio. Negli ultimi giorni sono stati riscontrati in provincia di Roma altri 4 casi di PSA tanto da far scattare nuove direttive, fra cui l'istituzione di una zona infetta per la Capitale.
Perentorio anche l'intervento di Coldiretti: serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola.
Peste suina: a Roma la zona infetta
L'Italia provvede affinché non siano autorizzati i movimenti di partite di suini detenuti nelle aree elencate come zona infetta e dei relativi prodotti verso altri Stati membri e paesi terzi. L'Italia deve provvedere ad istituire immediatamente una zona infetta in relazione alla peste suina africana, che comprenda varie aree del comune di Roma.
E' quanto si legge nella Decisione di esecuzione 2022/746 della Commissione europea relativa ad alcune misure di emergenza contro la peste suina africana in Italia pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea di oggi, 17 maggio 2022, e indica nel dettaglio le zone dell'area di Roma interessate. Il provvedimento si applica fino al 31 agosto 2022.
Sempre nella giornata odierna è arrivata la conferma di tre ulteriori casi di positività dei cinghiali a ridosso della zona infetta. Attesa anche una nuova ordinanza del commissario straordinario che dovrebbe rimodulare i confini della zona infetta e contenere indicazioni sull'abbattimento selettivo dei cinghiali all’interno dell’area.
Calano i casi in Piemonte, Lombardia gioca d'anticipo
Il Piemonte, fino a poche settimane fa in emergenza per casi di peste suina, registra invece un calo dei casi. Particolare attenzione anche in Liguria, dove negli ultimi giorni sono stati accertati due nuovi casi in provincia di Genova.
Le positività al virus da inizio emergenza tra le due regioni diventano 119. Finora i cinghiali affetti dal virus sono stati trovati nel territorio di 28 Comuni, tutti compresi nell'area infetta dove a breve ci sarà una recinzione lunga circa 230 km.
La Lombardia, dal canto suo, decide di giocare d'anticipo: la provincia di Pavia, che confina sia con le campagne piemontesi che con quelle liguri (altro focolaio nazionale, oltre a quello laziale) ha iniziato a pianificare alcune strategie di prevenzione. Una di queste prevede l'abbattimento di 300 cinghiali lungo la dorsale confinante tra la Valle Staffora e la Val Curone, previo conferma di Regione.
"La Regione da inizio mese ha messo a disposizione - si legge in una nota - il numero verde della Protezione civile regionale per segnalare eventuali ritrovamenti di animali morti e attivare immediatamente i servizi veterinari".
Coldiretti: "Serve piano di abbattimento"
"Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini". È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
Serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola. Sono saliti, ormai, a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento all'annuncio dell'avvio di abbattimenti mirati a Roma da parte del sindaco Roberto Gualtieri. L'invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti.
"A preoccupare è – continua Prandini – l'immobilismo delle Istituzioni dopo i casi di peste suina individuati in Piemonte, in Liguria e nel Lazio, dove solo a Roma e provincia dove si stima la presenza di 20mila cinghiali, con il rischio concreto che l'emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi".
La peste suina africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale, da quanto rileva la Coldiretti, è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.