Perché nelle farmacie manca l'amoxicillina (ed è un grosso guaio per i bimbi)
Antibiotico d'elezione per le infezioni batteriche più comuni che colpiscono i bimbi: cosa sta succedendo e quali rischi
In tutta Italia, da alcune settimane, è diventata un'impresa reperire l'antibiotico amoxicillina, appartenente alla famiglia delle penicilline e utilizzato contro varie malattie infettive nei bambini, per esempio nella formulazione di Augmentin e Clavulin.
Perché questa penuria di scorte? A cosa serve questo composto e per quale motivo i pediatri continuano a lanciare appelli per correre ai ripari? Vi sono alternative possibili, ma con quali rischi?
Facciamo un punto generale.
In tutta Italia non si trova l'amoxicillina
L'amoxicillina è ufficialmente indicata nella lista dei farmaci attualmente carenti, pubblicata sul sito dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa): risulta non disponibile per varie tipologie ed aziende produttrici. Per alcuni formati la data di fine carenza è indicata entro la fine di maggio ma per altre tipologie bisognerà attendere anche oltre l'estate per un ritorno alla piena disponibilità.
A cosa è dovuta questa grave mancanza di scorte? L'Aifa indica vari fattori: l'elevata richiesta - complice la recente ondata di infezioni respiratorie – problemi produttivi, la cessata commercializzazione temporanea o forniture discontinue. Secondo i pediatri, inoltre, anche il prezzo basso, non invoglia alla produzione le case farmaceutiche.
A cosa serve
L'amoxicillina è un antibiotico appartenente al gruppo delle penicilline semisintetiche. Viene usata da sola o in associazione con l'acido clavulanico (amoxicillina-acido clavulanico) come antibiotico in molte infezioni sostenute da batteri sensibili, che colpiscono l'orecchio, la faringe, le vie respiratorie inferiori, la cute, infiammazioni dentali, e l'apparato urinario.
Si tratta di un farmaco che rappresenta la prima scelta dei pediatri per le infezioni batteriche più comuni che colpiscono i bimbi. Ad indicarlo come la soluzione migliore per tutte le più comuni patologie infettive è proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo perché è a basso costo, è efficace e ben tollerato, ha bassi rischi di effetti avversi e soprattutto contribuisce al controllo dell’antibiotico resistenza, di cui l’Italia ha il triste primato in Europa, insieme alla Spagna.
Gli appelli dei pediatri
Negli ultimi giorni i pediatri si stanno prodigando in una serie di appelli:
"Sono ormai molti mesi che c'è carenza di amoxicillina, antibiotico di prima scelta per infezioni batteriche comuni che colpiscono i bambini e la carenza si è allargata ad amoxicillina + acido clavulanico. Il problema è di recente peggiorato e riguarda anche i farmaci equivalenti. Nelle ultime due settimane siamo stati travolti da telefonate di genitori alla ricerca di sostituzioni degli antibiotici prescritti. E gli stessi farmacisti hanno dispensato farmaci diversi da quelli indicati dal medico", ha spiegato all'ANSA Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all'Università di Parma e coordinatrice del Tavolo tecnico Malattie Infettive della Società italiana di Pediatria (Sip).
E ancora:
"L'amoxicillina ha visto un ampio consumo per via della circolazione di infezioni streptococciche e dei numerosi casi di scarlattina che abbiamo visto in questi mesi. Esistono antibiotici alternativi, come le cefalosporine, ma sono a spettro più ampio e hanno un impatto negativo sull'aumento dell'antibioticoresistenza. La carenza sembrava essere transitoria ma ormai c'è da mesi e non è solo legata a un maggior utilizzo, visto che dovrebbe essere finito il periodo critico invernale".
Al Ministero della Salute è stato aperto un tavolo.
"Resta essenziale risolvere quanto prima il problema per essere certi che torni presto sul mercato e nel frattempo bisogna fornire indicazioni precise a medici e farmacisti per garantire al paziente l'antibiotico che serve, ma con lo spettro più ristretto possibile. La situazione sta nettamente peggiorando", avvisa Esposito.
L’Associazione culturale pediatri (Acp), con il sostegno della Società italiana di pediatria (Sip) e della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), ha scritto una lettera a Giorgio Palù, presidente di Aifa, e ad Anna Maria Marra, sostituta direttrice generale Aifa, per chiedere “con forza e urgenza” una soluzione a questo problema:
“Da novembre 2022 – scrivono – persiste, e si è aggravata, la carenza di amoxicillina, farmaco di primo intervento in età pediatrica. Se a partire dal 2021 la carenza riguardava alcune formulazioni d’uso ospedaliero, come riconosciuto anche da Aifa, da alcuni mesi la carenza a livello territoriale riguarda tutte le formulazioni di amoxicillina, come un fenomeno ciclico in alcune realtà, cronico in altre. Si tratta di un grave e serio problema, e non solo per l’attività pediatrica delle cure primarie”.
Alternative con rischi di reazioni avverse
La carenza di amoxicillina, sottolineano ancora i pediatri, sta inducendo sempre più la prescrizione di inappropriate alternative terapeutiche, con l’aumentato rischio di effetti e reazioni avverse. Succede ad esempio per il trattamento di faringotonsillite da Sbea, otite e polmonite batterica, infezioni target per l’uso di amoxicillina e dove ogni alternativa terapeutica rappresenta una scelta non appropriata.
Una situazione che sta cronicizzando e deve essere prevenuta: "sopperendo allo scarso interesse mostrato dall’industria verso una produzione troppo poco costosa per risultare economicamente interessante” tuonano i pediatri.