Transizione energetica al palo

Perché auto elettriche e pompe di calore non piacciono? L’indagine (e le proposte) di Adiconsum

L'associazione dei consumatori ha illustra i risultati delle indagini e del Mystery shopping sulle cause della mancata diffusione dei due sistemi

Perché auto elettriche e pompe di calore non piacciono? L’indagine (e le proposte) di Adiconsum

Si è concluso venerdì 24 ottobre 2025, a Roma, presso il Palazzetto delle Carte Geografiche , il convegno nazionale “Auto Elettriche e Pompe di Calore – Analisi delle cause che ne frenano la diffusione”, promosso da Adiconsum nell’ambito del progetto Green Circle 2, che ha trattato due tematiche centrali nel dibattito sulla transizione energetica, quali il riscaldamento domestico e la mobilità sostenibile. Il tutto per promuovere consapevolezza e soluzioni concrete per i consumatori e i decisori politici. 

Risultati dell’indagine di Adiconsum sulle pompe di calore

All’indagine hanno partecipato oltre 500 consumatori di cui il 69,2% uomini e il 30,2% donne con il 46,7% di over 65, seguito dal 28,5% tra i 55-64 anni, il 13,1% tra i 45-54, il 7,1% tra i 26-34.

Alcuni dati:

  • l’86,5% utilizza un riscaldamento autonomo, mentre solo il 13,5% è parte di un sistema centralizzato
  • il 47,7% possiede una caldaia a gas a condensazione e il 24,8% una caldaia a gas tradizionale. Solo circa l’8% utilizza una pompa di calore ad aria.
  • solo il 28,6% opterebbe per una pompa di calore se fosse “chiara la scelta tecnologica e tutelato l’acquisto”, mentre il 18,7% preferirebbe mantenere l’attuale sistema per evitare spese, e il 14,4% lo farebbe solo se l’investimento si ripagasse in meno di 5 anni
  • il 78,8% delle persone che ha una pompa di calore la ritiene conveniente rispetto al costo, contro solo il 21,2% di insoddisfatti
  • l’87,9% sceglierebbe una pompa di calore per i risparmi significativi sui consumi, nonostante il 7,6% preferirebbe una caldaia a gas a condensazione per economicità e semplicità
  • sulla Direttiva “Case green” il 54,2% teme che “i venditori aumentino i prezzi approfittando degli incentivi”, mentre il 28,1% paventa continui cambi normativi e il 17,7% dubita delle prestazioni delle tecnologie sostenibili.

Le proposte di Adiconsum sulle pompe di calore

Ad avviso di Adiconsum per superare le barriere culturali e operative che oggi rallentano l’adozione di tecnologie innovative e capaci di benefici concreti come le pompe di calore e, più in generale, delle tecnologie a basse emissioni, la transizione energetica deve poggiare su 4 pilastri:

  1. Comunicazione trasparente e corretta, capace di smontare miti e falsi allarmi
  2. Processi di progettazione, realizzazione e uso adeguati e trasparenti, per garantire prestazioni effettive e che tengano in considerazione tutte le variabili che ogni sistema edificio presenta, possibilmente incentivando processi basati sull’applicazione di protocolli energetico-ambientali, rating system e relative certificazioni di sostenibilità degli edifici
  3. Formazione tecnica e professionale a tutti gli attori della filiera al fine anche di limitare i casi di progettazioni incomplete o che comunque non prevedano le corrette analisi e controlli per individuare e gestire al meglio le prestazioni del “sistema edificio”
  4. Politiche pubbliche coerenti e stabili, che rendano prevedibili e adeguati i tempi, gli incentivi e che permettano un approccio simile ai partenariati pubblico privati, dunque coinvolgendo anche la finanza privata, considerando che i benefici attesi non sono solo relativi al singolo consumatore proprietario dell’immobile, ma che esiste anche una porzione non trascurabile di contributo al bene comune.

Clicca qui per il focus pompe di calore.

Risultati dell’indagine Adiconsum sulla mobilità elettrica

All’indagine ha risposto un pubblico di oltre 500 consumatori, principalmente di genere maschile 69,2% e con una prevalenza delle fascia di età 55 over 65, nata e cresciuta con le auto endotermiche, spesso diffidente nei confronti della mobilità elettrica.

Alcuni dati:

  • il 71,7% delle persone ritiene che un veicolo elettrico al 100% non soddisfi le proprie esigenze di mobilità quotidiana
  • il 77,5% delle persone non ha mai guidato un’auto elettrica al 100%
  • il 23,4% ritiene che “non ci sono abbastanza stazioni di ricarica, quindi sono inutili”
  • il 18,3% ritiene che “le batterie si esauriscono in pochi anni e sono costose da sostituire
  • il 14,5% crede che “le auto elettriche siano molto più costose da mantenere”
  • l’11,7% sostiene che “l’elettricità venga tutta dal carbone
  • il 73,9% delle persone non si è mai rivolto a un concessionario per informazioni su un’auto elettrica al 100%. Solo il 12,5% di coloro che l’hanno fatto ha avuto un test drive; il 26% lamenta una mancanza di competenza; il 15,4% nota una preferenza dei venditori per le auto tradizionali; il 3,8% segnala l’assenza di esposizione di modelli elettrici.

Risultati del Mystery shopping di Adiconsum sulla mobilità elettrica

 Il Mystery shopping, condotto da Adiconsum nei mesi di aprile/maggio 2025, ha coinvolto un campione di 60 concessionari, in 10 città: Milano, Torino, Verona, Bologna, Roma, Firenze, Napoli, Lecce, Palermo e Cagliari, dei seguenti brand: BMW, Hyundai, MG, Renault/Dacia, Stellantis, Volkswagen.

La sommatoria delle votazioni nelle 10 città analizzate mostra come il miglior risultato sia inferiore alla metà del punteggio massimo (128,5 su 280 punti). Questo evidenzia grandi difficoltà nella vendita di auto elettriche e la necessità di ulteriori miglioramenti.

Sette sono state le macroaree indagate:

  1. Valutazione complessiva – Solo 7 dei 60 concessionari coinvolti hanno raggiunto la sufficienza. Nessun concessionario ha ottenuto il livello “ottimo”
  2. Accoglienza ed esposizione – Solo 3 concessionari hanno raggiunto la sufficienza. Questa sezione valutava il tempo di accoglienza, la cordialità del venditore e l’esposizione dei veicoli elettrici rispetto a quelli endotermici (vedi immagine a sinistra). Nell’immagine a destra è riportata la sommatoria delle votazioni nelle 10 città per questa macroarea, dove solo un brand supera la metà del punteggio totale (28,5 su 40 punti)
  3. Informazioni su batteria e autonomia – Nessun concessionario ha raggiunto la sufficienza.La sezione analizzava autonomia del veicolo, tipo di batteria, capacità, durata e informazioni sulla garanzia, quest’ultimo aspetto cruciale per i diritti del consumatore. Sebbene vengano fornite indicazioni sull’autonomia media, la maggior parte dei venditori si dimostra poco preparata su dettagli tecnici, come la chimica della batteria, la durata e i cicli di ricarica.
  4. Informazioni sulla ricarica – Nessun concessionario ha raggiunto la sufficienza. La sezione valutava tipi di caricatori (AC/DC), tempi di ricarica, stima dei costi e infrastrutture di ricarica. Solo il 56,7% dei concessionari ha fornito indicazioni corrette sulle potenze di ricarica del caricatore a bordo del veicolo, mentre oltre il 53% non ha offerto informazioni personalizzate sulla zona di domicilio del cliente o sulla presenza di colonnine in autostrada (quelle con ricarica rapida ad oggi sono presenti in oltre il 45% delle stazioni di servizio).
  5. Informazioni su manutenzione/gestione – Solo un concessionario ha superato la sufficienza, mentre 39 hanno ricevuto la peggiore valutazione. La sezione analizzava costi di manutenzione, perdite di autonomia nel tempo e tecnologie come V2L, V2H o V2G. Circa il 60% dei concessionari non fornisce informazioni sulla manutenzione e oltre l’84% omette dettagli su tecnologie utili presenti nei veicoli, sia attuali che future.
  6. Modalità di proposta di vendita – Solo 4 concessionari hanno superato la sufficienza. La sezione, di natura commerciale, valutava la disponibilità di test-drive (offerto da molti, ma non da tutti), il preventivo (fornito quasi sempre), la disponibilità di auto in pronta consegna e la svalutazione dell’usato elettrico nel tempo.
  7. Capacità di analisi delle esigenze del cliente – Solo 2 concessionari hanno raggiunto la sufficienza. La sezione esaminava la spiegazione dei termini tecnici, l’attenzione al budget, alle esigenze di utilizzo e la promozione delle auto elettriche rispetto a quelle tradizionali. Le infografiche evidenziano che, in ambito tecnico o nella promozione dei veicoli elettrici rispetto a quelli endotermici, prevalgono risposte negative. Si nota che i venditori che utilizzano auto elettriche, personalmente o in famiglia, dimostrano maggiore preparazione e capacità di promuovere questa tecnologia. Gli altri, invece, mancano di formazione tecnica adeguata e tendono a suggerire motori tradizionali o ibridi, senza considerare le auto elettriche come una tecnologia affidabile e innovativa.

Le proposte di Adiconsum sulla mobilità elettrica

  • Contrastare le fake news: eliminare informazioni non scientifiche e vendite ingannevoli, vietate dal Codice del Consumo, anche nel settore elettrico.
  • Formare i venditori: devono essere esperti e referenti affidabili per i cittadini. Servono corsi specifici per renderli competenti sulla mobilità elettrica.
  • Showroom dedicati: le case automobilistiche dovrebbero creare aree specializzate con personale formato esclusivamente per i veicoli elettrici.
  • Accompagnare i consumatori: come per altre tecnologie innovative (pompe di calore, fotovoltaico), i cittadini vanno assistiti in tutte le fasi di adozione. Le Istituzioni non possono delegare solo al mercato.
  • Proteggere gli incentivi pubblici: informazioni scorrette vanificano gli sforzi dello Stato. Una tecnologia incentivata non può essere screditata senza motivo.
  • Spiegare le criticità: la mobilità elettrica è matura, ma ha limiti (soprattutto nei servizi collaterali). Vanno illustrati con trasparenza, senza nasconderli.
  • Coinvolgere le Associazioni Consumatori: le Istituzioni devono collaborare con esse per campagne informative veritiere. La lotta al clima si vince unendo consumatori, aziende e istituzioni.

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“Servono politiche stabili”

Ad avviso di Adiconsum, la transizione energetica non può essere lasciata al solo mercato: ha bisogno di politiche stabili, competenze diffuse e fiducia costruita nel tempo, attraverso strumenti indipendenti di orientamento e una formazione mirata lungo tutta la catena del valore.

“La conduzione delle attività che hanno permesso la realizzazione delle indagini e del Mystery shopping – dichiara Carlo De Masi, Presidente di Adiconsum nazionale – è avvenuta grazie ad un approccio integrato che ha coniugato ricerca, ascolto ed informazione con il supporto e la supervisione di un Comitato Scientifico, composto da qualificati esperti provenienti dal mondo accademico, produttivo, della ricerca e delle associazioni del Terzo Settore”.

“Su queste delicate tematiche, infatti – prosegue De Masi – riteniamo che ci sia bisogno di creare una rete di interessi comuni tra Politica, Istituzioni, Università, Esperti e Ricerca, finalizzata a cogliere gli obiettivi che, come Paese, ci poniamo per traguardare la transizione energetica”.