Perché anche in autunno le zanzare continuano a non darci tregua
Le temperature anomale ma anche il cambiamento climatico oltre che l'arrivo di specie infestanti: che paiono trovarsi a loro agio
Perché in autunno siamo ancora alle prese con le zanzare? La risposta ovvia, che chiunque darebbe, è “colpa del caldo anomalo”. Vero, ma solo in parte. Ci sono anche altri fattori in gioco. Ecco cosa sapere e come prevenire eventuali nugoli e infestazioni.
Perché in autunno siamo ancora pieni di zanzare
Zanzare a profusione, nonostante la stagione autunnale – quantomeno stando al calendario – sia entrata nel vivo. Ovviamente le temperature forniscono gioco facile; ma come possiamo proteggerci?
Cambiamento climatico sul banco degli imputati
Nel 2022 lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) aveva diffuso un comunicato col quale segnalava la sempre più diffusa circolazione nei paesi europei delle zanzare appartenenti alle specie Aedes albopictus (conosciuta anche come zanzara tigre) e Aedes aegypti, noti vettori per la trasmissione di malattie come la dengue, il West Nile, la febbre gialla.
Secondo il rapporto, infatti, a questo aumento nella circolazione delle zanzare è anche seguito un aumento delle persone che si ammalano di West Nile, con più di mille casi registrati in tutta Europa nel 2022, di cui 723 solo in Italia, che è risultata essere in testa alla classifica.
Negli ultimi anni è aumentato il numero di Paesi europei nei quali queste due specie sono presenti, passando da otto Stati nel 2013 a 13 nel 2023. Conseguenza del cambiamento climatico, come spiegano gli esperti: con un autunno con temperature estive sotto gli occhi di tutti. Con buona pace dei negazionisti. Inoltre, i frequenti episodi di alluvioni e inondazioni contribuiscono a far somigliare sempre di più il clima europeo a quello tipico delle zone tropicali, di cui queste specie sono originarie. Insomma, si trovano sempre più a loro agio dalle nostre parti.
Aumentano le specie invasive
La zanzara tigre (Aedes albopictus), di origine asiatica, grazie soprattutto al trasporto accidentale delle sue uova, sta proliferando nel nostro Paese dagli anni Novanta. Al punto che, ormai, è una presenza costante. Molto diffusa in Liguria, Veneto, Lombardia, Bassa Toscana e Lazio. E’ caratterizzata da una spiccata antropofilia (punge preferibilmente le persone), da aggressività e da attività diurna. I suoi attacchi all’aperto risultano molto fastidiosi: vola a pochi centimetri da terra, quindi punge sugli arti inferiori e le caviglie.
Non soltanto, quindi, il caldo, ma anche l’arrivo di razze infestanti – e particolarmente aggressive – concorrono al fenomeno.
La zanzara tigre si riproduce principalmente in prossimità di piccole raccolte di acqua stagnante, dai sottovasi, ai tombini, agli annaffiatoi, che possono diventare sede di veri e propri focolai per le larve. Eliminate, dunque, tutte le possibili sedi di riproduzione, evitando ad esempio di abbandonare all’aperto contenitori e materiali che possono raccogliere l’acqua piovana, o cercando di introdurre predatori delle larve (come i pesci rossi) all’interno di fontane o vasche per giardini.
In generale, e per fronteggiare adeguatamente l’invasione di tutte le zanzare, come indica l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), è inoltre importante che le autorità locali mantengano puliti e attivi i tombini, effettuino trattamenti larvicidi con cadenza regolare, o interventi di disinfestazione nelle aree particolarmente colpite dalla presenza di zanzare, specialmente se si trovano in prossimità di ospedali o centri per anziani.