L'intervista

Patrick Zaki libero, da Fazio: "Mi sento bolognese, voglio vivere lì"

Il ricercatore 30enne si trova ancora in Egitto ma nella sua prima intervista italiana chiarisce il desiderio di tornare quanto prima a Bologna.

Patrick Zaki libero, da Fazio: "Mi sento bolognese, voglio vivere lì"
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"Sono onorato di essere qui e grazie a tutti per ciò che avete fatto per me"

Inizia così l'intervento di Patrick Zaki, ospite a nella serata di ieri, 12 dicembre 2021, a Che Tempo che Fa. Il 30enne, in collegamento dall'Egitto, racconta la gioia dell'inaspettata scarcerazione e tesse le lodi della sua città "adottiva" - Bologna - dove stava svogendo un master quando l'arresto ha interrotto tutti i suoi progetti.

Patrick Zaki "Mi sento bolognese"

"Quando mi hanno tolto le manette e mi hanno liberato ho chiesto ai miei familiari cosa stesse succedendo, non ci credevo, e continuavo a chiedere "davvero mi hanno lasciato libero?"

La felicità e il sollievo si leggono negli occhi di Zaki, nonostante i 22 mesi di prigionia nel carcere di Mansoura. Per il momento non ha alcun divieto di viaggiare e ammette che vorrebbe già essere a Bologna, ma festeggerà il Natale copto con la sua famiglia e per ora rimarrà in Egitto: il ricercatore non è ancora stato assolto dalle accuse e la prossima udienza del processo si terrà il primo febbraio.

La prima cosa fatta una volta tornato a casa? Una doccia con l'acqua calda. La "sua" Bologna è sempre nel cuore:

"La cosa che mi ha permesso di andare avanti è stato l'amore di chiunque si è interessato a me, in particolare tutti i miei bolognesi che mi hanno aiutato".

Patrick è anche grande tifoso del Bologna e confessa di voler vivere nella città felsinea perché si sente bolognese e ora vuole spendersi per questa città che l'ha sostenuto nei mesi.

"Voglio tornare a Bologna quanto prima, voglio completare i miei studi là".

E su Liliana Segre, dal minuto uno sua sostenitrice, che ha recentemente fatto sapere di essere disponibile a incontrarlo:

"Un grandissimo onore essere citato da una persona che ha una visione incredibile, per me è stata di grande ispirazione: sarà un onore incontrarla".

Dall'arresto alla liberazione

Patrick Zaki, studente egiziano all'Università di Bologna, è stato incarcerato in Egitto il 7 febbraio 2020 e liberato (ma non assolto), dopo quasi due anni, l'8 dicembre 2021.
il 7 febbraio 2020, quando torna al Cairo per una breve vacanza in famiglia, con l'idea di tornare a Bologna e proseguire gli studi nel master europeo, viene fermato in aeroporto e, secondo le denunce di attivisti e legali, viene sottoposto a torture durante un interrogatorio su questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo per i diritti Lgbt.

La formalizzazione dell'arresto in Egitto arriva il giorno dopo, l’8 febbraio, quando il ricercatore compare a Mansoura, sua città natale, in stato di arresto per un mandato di cattura emesso nel 2019. Fra le accuse formalizzate allo studente dall’Egitto ci sono: istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo e gestione di un account social che punta a minare la sicurezza pubblica.

Dopo 19 mesi di custodia cautelare arriva il rinvio a giudizio. Il processo si apre a Mansura e Amnesty International fa sapere che lo studente egiziano rischia cinque anni di carcere. Cadute le accuse più gravi di incitamento al "rovesciamento del regime", l'accusa ora è di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" riferita ad alcune frasi scritte sui social in difesa della minoranza copta.

L'8 dicembre Patrick Zaki è stato scarcerato da un commissariato di Mansura. Appena uscito, il ragazzo ha abbracciato la madre. "Tutto bene", sono state le prime parole pronunciate in italiano appena tornato libero, anche se è ancora sotto processo, con la prossima udienza fissata per il primo febbraio.

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