Patatine cancerogene alla paprika richiamate da tutti gli scaffali
Potrebbero essere contaminate da olio minerale
Attenzione alle patatine fritte nel sacchetto.
Patatine cancerogene alla paprika richiamate
Un lotto di un noto marchio è stato segnalato dal ministero della Salute per un possibile rischio chimico (ovvero la possibilità che i prodotti alimentari segnalati siano contaminati da un agente chimico non segnalato, o che quest'ultimo sia presente in quantità che superano il limite disposto dalla Legge).
In questo caso, le confezioni del lotto richiamato potrebbero essere contaminate da olio minerale e, a seguito di una Direttiva dell'Unione Europea, poi recepita nell'ordinamento italiano, segnalato un possibile rischio cancerogeno, collegato appunto all'esposizione da oli minerali usati.
Nel dettaglio si tratta del lotto di produzione è 23.08.2023 Lot 237 delle patatine Viva Chips "Paprika Style", e in particolare le confezioni da 100 grammi.
Il marchio del prodotto è Viva Chips SOLID FOOD S.R.L. e il nome del produttore è SOLID FOOD S.R.L.. Il nome o la ragione sociale dell'OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è Monolith Italia Nord S.R.L., via Cappafredda 18 C, 37050, Roverchiara (VR). Lo stabilimento di produzione è sito in Romania, ed esattamente a Stel, 415600, Str.Lucian Biaga nr.9, Hala 2, judet Bihor. La data di scadenza fissata per tali prodotti è il 23 agosto 2023.
L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha condotto una serie di studi, i quali hanno dimostrato che esistono degli elementi sufficienti per valutare la cancerogenicità di questa tipologia di oli, e soprattutto quelli sotto forma di oli motore usati. L'esposizione dei prodotti alimentari agli oli di questo tipo può portare, dunque, alla contaminazione da parte dell'olio e, quindi, al conseguente ritiro dal commercio delle confezioni contaminate.
All’interno dell’organismo dopo l’ingestione, questa sostanza e i suoi metaboliti sono rapidamente assorbiti dal tratto gastrointestinale, per poi essere successivamente metabolizzati ed escreti con le urine, ma la cosa forse più interessante, secondo alcuni studi sperimentali su animali, è la dimostrazione che si distribuisce in tutti i tessuti, senza escludere il feto. Anche Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda i consumatori che avessero acquistato confezioni di questo tipo di non mangiare ciò che c'è al loro interno.