Sono trascorsi dieci anni da quella notte che cambiò per sempre la Francia e l’Europa. Il 13 novembre 2015, Parigi fu colpita da una serie di attentati terroristici simultanei che provocarono 130 morti e oltre 350 feriti.

Oggi, 13 novembre 2025, la capitale francese commemora l’anniversario di quella carneficina, ricordando una per una le vittime degli attacchi allo Stade de France, al Bataclan e nei locali del centro città.
Fra coloro che persero la vita, anche la giovane Valeria Solesin, ricercatrice veneziana di 28 anni, simbolo di un’intera generazione di europei che credevano nel dialogo, nella cultura e nella solidarietà.
Parigi si ferma: “Paris se souvient”
Già da giorni la città è ricoperta da manifesti con la scritta “13 novembre 2015 – 13 novembre 2025. Paris se souvient” — Parigi ricorda.
C’était il y a 10 ans. Nous nous souvenons.
De celles et de ceux qui ont été tué.e.s, blessé.e.s, de leurs proches. Nous nous souvenons de celles et ceux, policier, pompiers, secours qui ont tant donné.
Paris a été frappée, mais Paris, plus que jamais, continue de vivre. pic.twitter.com/dwb5Ev01bO
— David Belliard (@David_Belliard) November 12, 2025
Le commemorazioni ufficiali prenderanno il via alle 11:30, con un omaggio a Manuel Dias, la prima vittima dei jihadisti, ucciso all’esterno dello Stade de France. A seguire, una serie di cerimonie nei luoghi simbolo della strage: alle 12:30 ai ristoranti Le Petit Cambodge e Le Carillon, alle 13 alla Bonne Bière, alle 13:30 al Comptoir Voltaire, alle 13:50 a La Belle Équipe.
La France se souvient de la nuit d’horreur du 13 novembre et salue la mémoire des victimes de la barbarie islamiste des attentats de Paris.Dix ans après,la France n’a pas gagné la bataille contre l’islamisme, contre l’entrisme des frères musulmans, ni contre la menace terroriste. pic.twitter.com/NsULE1v9j9
— Caroline Parmentier (@Parmentier_RN) November 13, 2025
Il momento più toccante è previsto alle 14:30 al Bataclan, la sala concerti dove novanta persone furono massacrate durante il concerto degli Eagles of Death Metal, tra loro anche Valeria Solesin.
Tutte le tappe della commemorazione verranno trasmesse su un maxischermo installato in Place de la République, dove la sindaca Anne Hidalgo invita i cittadini “a fare un gesto commemorativo depositando una candela, un fiore o un biglietto” sotto la statua della Marianne, simbolo della Repubblica francese.

L’Eliseo ha reso noto che il presidente Emmanuel Macron visiterà “ognuno dei luoghi funestati” per un momento di raccoglimento accanto ai familiari e alle associazioni delle vittime.
In serata, la Tour Eiffel si illuminerà di bianco, rosso e blu, i colori del tricolore francese, e verrà inaugurato il “Jardin du 13 novembre 2015”, il giardino memoriale nei pressi dell’Hôtel de Ville, alla presenza di Macron, Hidalgo e delle associazioni 13onze15 e Life for Paris.

“Ricordiamo ognuna di quelle vite stroncate”
La commemorazione non riguarda solo la Francia. Anche le istituzioni europee hanno voluto partecipare al ricordo. Nel Parlamento europeo, la presidente Roberta Metsola ha reso omaggio alle vittime:
“Ricordiamo ognuna di quelle vite stroncate quella notte. Famiglie le cui storie sono state brutalmente interrotte. Futuri infranti per tanti giovani che si stavano semplicemente godendo un momento con gli amici. Siamo al fianco della Francia, del suo popolo e di tutti coloro che ancora vivono questo dolore e questa perdita inimmaginabili”.
Metsola ha aggiunto:
“In questo triste anniversario, ricordiamo anche che, di fronte al terrore, la solidarietà ha prevalso sulla divisione. Questo significa essere europei, e niente potrà mai toglierci questa umanità, nemmeno la paura”.
La presidente del Parlamento sarà presente alle cerimonie di Parigi insieme a Macron, Hidalgo, rappresentanti delle istituzioni francesi e 1.800 partecipanti tra familiari, autorità e ambasciatori dei Paesi colpiti.
La notte del terrore: 130 morti in una tragedia collettiva
La sera del 13 novembre 2015 inizia come una tranquilla notte di venerdì. Allo Stade de France si gioca l’amichevole Francia-Germania, sugli spalti c’è il presidente François Hollande. Poco dopo le 21, una prima esplosione avviene nei pressi della porta D dello stadio: è l’inizio dell’incubo.
Pochi minuti dopo, un secondo ordigno esplode vicino al varco H. Lo stadio viene blindato, ma la notizia corre veloce. Nel frattempo, a Parigi, un commando apre il fuoco sui clienti del ristorante Le Petit Cambodge e del bar Le Carillon.
Gli attentatori si spostano poi verso La Bonne Bière e il ristorante Casa Nostra, lasciando dietro di sé una scia di sangue. Altri attacchi colpiscono La Belle Équipe, nell’XI arrondissement, e il bistrot Comptoir Voltaire.
L’inferno si compie al Bataclan. Durante il concerto degli Eagles of Death Metal, tre jihadisti irrompono nella sala e aprono il fuoco contro 1.500 spettatori. È una carneficina: 90 persone uccise, 416 feriti, di cui 99 gravi.
Fra le vittime anche Valeria Solesin, la giovane italiana che aveva scelto Parigi come città in cui vivere e studiare. Le forze speciali francesi mettono fine all’assalto dopo ore di terrore. L’unico sopravvissuto del commando, Salah Abdeslam, viene arrestato pochi mesi dopo.
Condannato all’ergastolo senza possibilità di condizionale, Abdeslam – cittadino francese di origini marocchine, cresciuto in Belgio – non si è fatto esplodere durante l’attacco. “Il suo giubbotto esplosivo non ha funzionato correttamente”, scrisse il giudice nella sentenza, anche se la difesa sostenne che l’uomo avesse deciso di non portare a termine il gesto.
Valeria Solesin, la luce spezzata
Nata a Venezia il 3 agosto 1987, Valeria Solesin si trovava al Bataclan quella sera insieme al fidanzato Andrea e ad alcuni amici. Stava completando il dottorato in demografia alla Sorbona dopo la laurea in Sociologia a Trento.

Volontaria di Emergency, Valeria era una giovane donna curiosa, sorridente, sempre pronta ad aiutare gli altri. Il suo fidanzato, miracolosamente sopravvissuto, ha portato con sé il peso di quella notte, testimone diretto della tragedia che gli ha strappato la persona amata.
Sua madre, Lucia Milani, ha raccontato a Vanity Fair:
“Valeria era una ragazza vivace, allegra, generosa. Era sempre pronta a dare una mano, e con i suoi amici sapeva creare momenti di gioia anche nelle cose più semplici, come un picnic all’aperto. Nonostante il dolore immenso, ho sempre voluto ricordarla con il sorriso, perché il dolore non ci abbia vinto due volte”.
Il fratello Dario ha spiegato a La Stampa:
“Il suo ricordo non mi ha mai lasciato. Dopo quella notte ho dovuto allontanarmi da Parigi e dall’Italia per proteggermi dal dolore. Visitare il Bataclan anni dopo è stato faticoso, ma necessario. Lì ho capito che la mia vita era cambiata per sempre”.
E ancora:
“Dolore eterno, ma non ho voluto odiare chi l’ha uccisa. Non avrebbe avuto senso aprirmi all’odio, sarebbe stato solo un peso ulteriore”.
A Venezia, nel cimitero di San Michele, un piccolo albero cresce sulla tomba di Valeria, tra le date 3 agosto 1987 – 13 novembre 2015. A Trento, una piazza dello studentato universitario porta il suo nome, e a Venezia, l’università Ca’ Foscari le ha dedicato un ponte che collega la stazione ferroviaria al campus di Economia.
Nel giorno di questo tragico anniversario, la sua famiglia continua a trasformare il dolore in una forma di resistenza silenziosa. La madre, Luciana Milani, è tornata a Parigi per partecipare alle cerimonie ufficiali del decennale. Considera la capitale francese non solo il luogo dove sua figlia ha perso la vita, ma anche quello in cui aveva costruito la propria identità.
Durante il lungo processo agli attentatori, iniziato nel 2021 e celebrato in un’aula speciale sull’Île de la Cité, Luciana Milani ha scelto di essere presente. Ha voluto ascoltare, capire, ma soprattutto testimoniare. In aula si è rivolta agli imputati chiedendo loro di riconoscere l’umanità delle vittime. Secondo la madre di Valeria, proprio la disumanizzazione dell’altro è ciò che aveva reso possibile quella violenza cieca.
Anche il Governatore Luca Zaia ha condiviso sui social un ricordo di quel tragico evento:
“Per non dimenticare Valeria Solesin. Il 13 novembre 2015 un commando jihadista seminò il terrore nel cuore della Francia e dell’Europa, lasciando dietro di sé 130 morti e 450 feriti, tra cui la giovane veneziana Valeria Solesin, assassinata dai terroristi islamici durante la strage del Bataclan a Parigi”.
Le nuove indagini sull’attentato
A dieci anni dagli attacchi, la vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa. La Procura nazionale antiterrorismo francese ha annunciato due nuove inchieste.
La prima riguarda una chiavetta USB trovata illegalmente in possesso di Salah Abdeslam in carcere. La seconda, invece, un presunto attacco pianificato dalla sua ex compagna, Maëva B., una donna di 27 anni originaria dell’Occitania, convertita all’Islam radicale.
Secondo quanto riportato da Le Figaro, la Procura ha chiesto l’incriminazione di Abdeslam e della donna per il primo filone — Maëva B. è sospettata di avergli fornito il dispositivo contenente propaganda jihadista — e l’arresto della stessa per il secondo.
Sarebbero coinvolti anche due giovani complici: un minore di 17 anni residente nel dipartimento dell’Hérault e un ventenne dell’Isère, sposato con Maëva B. con rito religioso.
Un ricordo che unisce
A dieci anni dalla notte più buia di Parigi, la memoria resta viva. Come scrive sui muri della città la frase che accompagna ogni commemorazione:
“Paris se souvient” — Parigi ricorda.
E insieme a Parigi, ricorda anche l’Italia, nel luminoso sorriso di Valeria Solesin.