Papa Leone XIV: la scelta del nome sulle orme di Leone XIII, il papa rivoluzionario
Leone XIII fu tra i Pontefici più aperti e innovativi. Scrisse l’enciclica Rerum Novarum, la prima nella storia della Chiesa dedicata interamente alla questione sociale

Con l’elezione di Robert Francis Prevost come 267º Papa della Chiesa cattolica, un messaggio forte e chiaro è stato lanciato fin dal primo momento: la scelta del nome Leone XIV non è soltanto un omaggio formale a un illustre predecessore, ma l’annuncio di una linea pastorale e sociale che si richiama apertamente alla svolta impressa da Papa Leone XIII, il "Papa della Rerum Novarum".
Un pontificato rivoluzionario
Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, meglio conosciuto come Leone XIII, fu il 256º Papa, in carica dal 1878 al 1903, in un periodo cruciale per la Chiesa cattolica. Il suo pontificato, durato oltre 25 anni, fu uno dei più lunghi della storia, ma anche tra i più innovativi. È ricordato come il primo pontefice dell’era post-unitaria, dopo la perdita del potere temporale da parte della Santa Sede.
Proprio da questo cambiamento epocale prese avvio la sua azione per rifondare il ruolo della Chiesa come guida spirituale e morale nel mondo moderno. La scelta di Leone XIV di richiamarsi a questo nome indica dunque una “doppia apertura”: sul piano sociale e su quello politico-istituzionale.

Leone XIII è ricordato soprattutto per l’enciclica Rerum Novarum del 1891, la prima nella storia della Chiesa dedicata interamente alla questione sociale. Con coraggio, denunciò le ingiustizie del capitalismo industriale e respinse allo stesso tempo le derive del socialismo rivoluzionario. Propose una “terza via” cristiana, fondata sulla dignità del lavoro, sul diritto a salari equi, condizioni di lavoro umane e sulla legittimità dei sindacati – inclusi quelli formati solo da operai.
Questa presa di posizione fu rivoluzionaria per l’epoca, aprendo la strada alla moderna dottrina sociale della Chiesa e ispirando generazioni di movimenti, associazioni e partiti cattolici. Non a caso Leone XIII fu soprannominato il Papa dei lavoratori. Ma Leone XIII fu anche il primo papa ad apparire in video e il primo la cui voce fu registrata. Un uomo attento ai segni dei tempi, consapevole della necessità di dialogare con la modernità. Fu lui, inoltre, a gettare le basi per un dialogo tra fede e scienza, ponendo fine al clima di sospetto reciproco che aveva segnato i decenni precedenti.
Il nuovo Papa tra continuità e cambiamento
Robert Francis Prevost, ora Leone XIV, viene da una lunga esperienza missionaria e pastorale in America Latina, in particolare in Perù. Come prefetto del Dicastero per i vescovi, sotto papa Francesco, ha promosso figure aperte, vicine alle periferie, attente agli emarginati e ai migranti. È considerato un progressista fedele alla linea “bergogliana”, ma con radici profonde nella tradizione sociale della Chiesa.
La sua scelta di richiamarsi a Leone XIII, quindi, è anche un segnale di continuità con la linea di Francesco, ma con un richiamo esplicito alla dimensione più sociale, istituzionale e internazionale del magistero pontificio.
Quale linea per Leone XIV?
La domanda ora è: quale sarà l’evoluzione della sua linea pastorale e politica? Se Leone XIII gettò le basi della dottrina sociale, e i suoi successori – da Pio XI con Quadragesimo Anno a Giovanni Paolo II con Centesimus Annus – la svilupparono, Leone XIV potrebbe trovarsi nella posizione ideale per una nuova riformulazione della presenza pubblica della Chiesa, in un mondo sempre più globalizzato, frammentato e segnato da nuove diseguaglianze.

In un’epoca in cui le vecchie categorie politiche sembrano esaurite e la questione sociale si interseca con temi come l’ecologia, la migrazione, le disuguaglianze digitali e il lavoro precario, Leone XIV ha scelto come bussola un predecessore che non ebbe paura di innovare.
Se il nome è un manifesto, allora Leone XIV si propone come il Papa del rinnovamento sociale, della giustizia globale e del dialogo con le istituzioni civili. Leone XIII fu il Pontefice che cercò con tenacia di porre fine al Kulturkampf in Germania, dialogò con la Terza Repubblica francese e stabilì contatti con Stati Uniti, Russia e Regno Unito. Seguendo questa strada, la direzione intrapresa daLeone XIV sarebbe limpida: la Chiesa non come forza conservatrice, ma come presenza sociale nella vita quotidiana. In questo senso, il nome Leone XIV non sarebbe solo una citazione storica. Ma una promessa.