Paolo Brosio: "Evito i vaccinati, più sicuro un No vax con tampone negativo"
"Dovessi scegliere chi frequentare, opterei per chi mi mostrasse un tampone negativo piuttosto che un certificato vaccinale di sei mesi fa".
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Che Paolo Brosio non fosse un fan del vaccino anti Covid era ormai assodato. Tante, e in più sedi, le dichiarazioni del giornalista contro non soltanto il siero, ma anche la modalità di contenimento della pandemia. Celebri i suoi scontri sul tema, nelle scorse settimane, con l'infettivologo Matteo Bassetti e con il giornalista e conduttore David Parenzo. In tutte queste occasioni Brosio ha sminuito l'efficacia del vaccino e preso le parti di coloro che ne diffidano. Nelle scorse ore l'ex volto del Tg 4 ha alzato ulteriormente l'asticella dichiarando che coloro di cui bisogna diffidare sono proprio i vaccinati.
Paolo Brosio: "Diffido dei vaccinati"
Brosio, guarito dal Covid dopo essere stato ricoverato in gravi condizioni all'inizio della pandemia, conta sulla sua immunità acquisita, anche se ormai sono passati molti mesi, e continua a rifiutare il vaccino. Il giornalista affolla i salotti tv perorando la causa No vax, mettendo spesso in dubbio la scienza e gli scienziati. Poche settimane fa, durante un'ospitata a Zona Bianca su Rete 4, ha dichiarato:
"Il vaccino non funziona".
Nelle scorse ore il 65enne è tornato alla carica:
"I veri problematici sono i vaccinati, non chi non lo è ed è negativo al tampone. I secondi sono senz'altro più attendibili dei primi perché danno una fotografia in tempo reale di chi ti trovi di fronte: se dovessi scegliere chi frequentare, opterei per chi mi mostrasse un tampone negativo piuttosto che un certificato vaccinale di sei mesi fa".
Critiche al vaccino
"Il vaccino è un colabrodo - ha rincarato Brosio - non mettiamo sullo stesso piano i non vaccinati e i guariti, perché i secondi, non trasmettendo il virus, sono una risorsa. E i virologi non dovrebbero dimenticare così spesso di dire che esiste una immunità mnemonica cellulare".
Insomma, per Brosio conta più il tampone. Poco importa se il tampone fotografa un istante e dopo tre minuti il soggetto potrebbe benissimo contagiarsi e comportarsi peraltro come se fosse negativo, mettendo a rischio gli altri. Poco importa se, come spiegano i ricercatori, vaccinati e non vaccinati non sono ugualmente infettivi: è possibile infatti che il vaccino faciliti una più rapida eliminazione delle singole particelle virali vitali. Per il giornalista è bene prendere le distanze dai vaccinati, a favore del popolo No vax, di cui fa convintamente parte.